Scene da un matrimonio, un'ossessione che dura da 50 anni

Serie TV sky atlantic

Barbara Tarricone

In attesa dell'ultimo episodio della serie con Jessica Chastain e Oscar Isaac (in onda il 18 ottobre su Sky Atlantic e in streaming sun Now),  scopriamo perché questo dramma coniugale continua a emozionarci sia nella  versione originale firmata da Ingmar Bergman, sia nella  rivisitazione HBO diretta da Hagai Levi

Siamo analfabeti. Analfabeti sentimentali. "Tutto ci hanno insegnato… sull’anatomia, sull’agricoltura in Africa, che la somma dei quadrati costruiti sui cateti è uguale al quadrato costruito sull’ipotenusa.… Ma non ci hanno insegnato una sola parola sulla nostra anima.”

Questa frase, detta da Jonas nella versione di Ingmar Bergman di Scene da un matrimonio, nell’episodio che si chiama proprio Analfabeti si completa in quella  che Hagai Levi fa dire a Mira (Jessica Chastain) nella penultima puntata del suo remake. “Siamo cresciuti ma su questo rimaniamo analfabeti (…) Credo che dovremmo insegnare ai bambini che l’amore finisce le relazioni finiscono… le persone se ne vanno e divorziamo che fa parte della via…”. Questa ammissione è forse la chiave dell’enorme successo e impatto della serie svedese e della recente versione Americana. Chi ci fa arrivare preparati agli andamenti dei sentimenti e di potere di una relazione, di un matrimonio? Chi ci insegna come si litiga, come ci si lascia, come ci si rimette insieme? In ogni ambito della vita impariamo da altri e poi mettiamo in pratica. Nelle relazioni invece non c’è banco di  prova, si impara mentre siamo già in ballo, se si esclude l’osservazione dal basso e spesso dannosa dei nostri genitori. Forse per questa ragione Scene da un matrimonio ci ossessiona da quasi 50 anni. Mettendo in scena molto del suo vissuto, anche con la stessa LIv Ullmann da cui si era separato da pochi anni, quando, nel 1973, uscì la serie televisiva, Bergman ci consentì di osservare quello che nella vita vera è inosservabile: il farsi e il disfarsi di un amore. Quelle conversazioni che di solito si vedono solo mentre vi si prende parte. 

un fenomeno visto da milioni di persone

Marianne (LIv Ullmann) e Johan (Erland Josephson) sono una coppia benestante, addirittura modello. La serie, che elegante e dolorosa traccia la loro traiettoria tra aborto, divorzio, tradimento, desiderio femminile e destabilizzazione maschile, temi di enorme impatto agli inizi degli anni ’70 e deflagranti in Italia, dove il divorzio era appena stato legalizzato e l’aborto non lo sarà fino al 1981, fu un fenomeno visto da milioni di persone e determinante per generazioni di filmaker. Enormemente influente sui lavori di registi come Woody Allen (Mariti e Mogli) fino a Noah Baumbach (Marriage Story), sembra avere avuto un’impennata di rielaborazioni nell’ultimo anno. Sarà perché la pandemia e le sue limitazioni hanno favorito le lavorazioni cosiddette da camera, o forse perché il  lockdown ha promosso, forzando tutti in casa, riflessioni sull’intimità di coppia. 

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Un anno ricco di produzioni sul tema

L’anno è iniziato con il raffinato duello sentimentale di Malcolm e Marie, Zendaya e John David Washington, fotografati in bianco e nero dal regista Sam Levinson, al ritorno in una splendida casa dalla premiere del film di cui il protagonista è regista, passeranno la notte tra recriminazioni e tentativi di riconciliazione. La terza stagione di Master of None, un’altra produzione Neflix, lascia New York per addentrarsi nella casa upstate delle protagoniste Denise e Alicia, di cui segue il disfarsi del matrimonio con espliciti riferimenti a Bergman.

Infine Scene da un matrimonio diretto da Hagai Levi, la cui propensione alla introspezione psicologica ci è nota soprattutto per il popolarissimo In treatment. I protagonisti, Jessica Chastain e Oscar Isaac, sono anche produttori esecutivi dello show, si conoscono dal college e giurano di essere migliori amici da una vita. Il loro red carpet a Venezia ha generato uno dei video virali più visti del festival. Un abbraccio con lui che la bacia teneramente sulla spalla, ripreso adeguatamente in slow motion, commentato da lei sui suoi social con un’immagine dell’immortale Gomez televisivo che bacia Morticia sul braccio, forse per ironizzare su un gesto che era sembrato troppo sexy per due amici. Felicemente sposati ad altri, hanno rappresentato con quell’immagine la sintesi dell’intesa tra uomo e donna. Nella mini serie portano in scena l’apoteosi del non conoscersi, del ritrovarsi, del non ascoltarsi. 

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PARTI RIBALTATE NEL REMAKE DI LEVI

Levi decide di ribaltare le parti: sarà la donna a lasciare il marito, l’amante Paola della serie originale diventa Poli. A stare casa è Jonathan (Oscar Isaac), una decisione inizialmente condivisa da entrambi:  è  Mira (Jessica Chastain) quella che guadagna di più. L’inversione dei ruoli tradizionali è una delle più grandi innovazioni di questa produzione, per altri versi estremamente fedele al lavoro di Bergman. Essendo Mira la bread winner è Jonathan a rimanere con la figlia quando lei all’improvviso lo lascia per partire con l’altro. La scena dell’aborto, nell’originale accennata, qui è clinicamente dettagliata, la location trasferita in Nord America. Differentemente dall’originale ogni episodio si apre con l’attore che entra sul set ed entra in personaggio, una meta riflessione sull’opera. I figli da due ad una, rimangono anche qui sullo sfondo. La volontà di Daniel, figlio di Ingmar Bergman, di farne una  versione dal punto di vista dei figli, idea con cui originariamente aveva contattato Hagai Levi, rimarrà appunto un’idea. Assieme al alcuni riferimenti all’ebraismo sono sostanzialmente queste le divergenze dall’opera di Bergman.

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UN'OPERA CHE RIMANE ATTUALE

Il regista svedese aveva commentato la presunta crescita in divorzi nel suo Paese dopo l’uscita della serie dicendosene estremamente contento, perché avrebbe significato aiutare coppie infelici. Lui  stesso è stato sposato  5 volte. Quel dato sui divorzi, difficilmente dimostrabile, rimane parte della mistica di un’opera che nonostante la previsione del suo stesso creatore, continua a rimanere attuale, non datata, ad affrontare questioni che non siamo stati capaci di risolvere. Il remake di Levi ineccepibile tecnicamente ed emotivamente travolgente, ci porta delicatamente per mano alla stessa conclusione, sono cambiati i fattori e forse i ruoli, ma siamo rimasti ancora analfabeti sentimentali che sperano di imparare dall’arte. 

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