Dopo 22 anni e 13 anni storico cambio della guardia: il suo erede sarà Don Massimo (e non indosserà la tonaca)
Ultimo ciak di una lunghissima carriera televisiva per Terence Hill, che nei giorni scorsi ha girato nella chiesa di Santa Eufemia a Spoleto le riprese del suo ultimo episodio di Don Matteo, fortunatissima serie di Rai1 ambientata in Umbria che ha all'attivo oltre 250 puntate.
La notizia è stata confermata dal produttore di Lux Vide Luca Bernabei: “Terence ci lascia, è vero, ma vogliamo interpretare questa frase non in senso negativo ma anche e soprattutto in senso positivo”. “Vogliamo pensare all'eredità che Terence ci lascia in termini appunto di dedizione, fedeltà e soprattutto di amore per Don Matteo e per tutti i telespettatori che in questi 20 anni ci hanno seguito”, ha proseguito Bernabei in una nota. “Oggi dobbiamo essere all'altezza del mito che non ci lascia ma come un padre ci guarda da lontano e ci osserva crescere. Consapevoli dell'eredità di Terence, abbiamo il dovere di impegnarci ancora di più e di portarla avanti con la massima dedizione e responsabilità. Lo dobbiamo ai milioni di italiani che guardano la serie e a Terence. A lui vogliamo dire ancora una volta...Grazie Terence Hill!”. A stretto giro di posta è arrivato il saluto social dell'attore (vero nome Mario Girotti, 82 anni compiuti a marzo) che con un breve post di saluto ha ricordato i numeri della serie: “22 anni, 13 stagioni, 259 episodi”.
approfondimento
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Così, a partire dalla prossima stagione, ad aiutare i carabinieri nelle indagini sarà il nuovo sacerdote Don Massimo, interpretato da Raoul Bova: la scelta è stata “benedetta” dallo stesso Terence Hill. Non sarà un addio strappalacrime, non ci saranno scene mari e grandi commiati: a quanto pare, non è nemmeno prevista una puntata sull'uscita di scena di Don Matteo. Raoul Bova debutterà nel quinto episodio della prossima stagione, che spiegherà in seguito i motivi della scomparsa di Don Matteo e il legame di Don Massimo (che non indosserà la tonaca) con il suo predecessore. “Per me è come la staffetta della 4x100”, scherza Raoul Bova, “mi sta per arrivare questo testimone in grande velocità e spero di dare il massimo per arrivare a vincere. La magia di don Matteo sembra semplice sulla carta ma escono fuori delle componenti molto importanti a livello di principi umani e di valori. Guardo a questo personaggio con grande curiosità e serenità, anche per dare al pubblico un personaggio positivo che possa far andare a letto le persone con una speranza in più".