"Speravo de morì prima", le interviste al cast. VIDEO

Serie TV

Denise Negri

"Mi interessava l'aspetto privato dell'uomo e poter mettere in scena la sua grande ironia" racconta Pietro Castellitto che nella serie in onda dal 19 marzo su Sky Atlantic interpreta Francesco Totti. Diretta la Luca Ribuoli il risultato è un "dramedy" con un cast corale

Sei episodi per raccontare la Storia: quella fatta da Francesco Totti con la maglia della sua Roma. Lo straziante addio del calciatore tra i più amati di sempre, le tensioni con l'allenatore Spalletti, una città spaccata in due, l'amore per la moglie e i figli, per i genitori e per quel pallone, sono alla base di “Speravo de morì prima” la serie Sky Original diretta da Luca Ribuoli e basata sul libro “Un capitano” di Totti e Paolo Condò. Dal 19 marzo su Sky Atlantic arriva questo “dramedy” pieno di sfumature e sorprese.

“Sono contento di essere riuscito a realizzare quello che avevo in testa sin dall’inizio” racconta il regista Ribuoli, che si è basato sulla sceneggiatura scritta da Stefano Bises, Michele Astori e Maurizio Careddu.

“Possiamo in qualche modo considerarla una storia di trasformazione e rinascita, prosegue Ribuoli, visto che il calciatore è riuscito a diventare qualcosa di nuovo,

dopo i dubbi e le paure che sono tipiche di tutti noi”.

Nella serie spetta a Pietro Castellitto rivestire i panni dell’ex numero 10 giallorosso durante gli ultimi due anni di carriera del leggendario ex capitano della Roma: dal ritorno di Luciano Spalletti sulla panchina della squadra fino al più struggente addio al pallone della storia del calcio.

“Mi interessava soprattutto scoprire o anche solo immaginare l’aspetto più privato di Totti, perché se sappiamo quello che è successo davanti, non sappiamo cosa succedeva dietro”, dice Castellitto. “Le sue gioie e le sue frustrazioni, prosegue l’attore, ma anche la sua ironia volevo assolutamente che tutto venisse fuori".

 

Le foto di scena di 'Speravo de morì prima'

La paura del dopo, l'autoironia appunto che lo ha sempre contraddistinto, in una serie che tra passato e presente omaggia un campione e la sua fedeltà a quell'unica maglietta. “Credo che il segreto della loro unione siano la complicità e il dialogo", dice Greta Scarano che nella serie interpreta la moglie Ilary Blasi, "la loro schiettezza e il loro rimanere con i piedi per terra, sempre” conclude l’attrice. Una presenza costante quella della moglie, un punto di appoggio e di sfogo per un calciatore alla soglia del momento più difficile della sua carriera, l’addio al calcio.

Nei panni di Luciano Spalletti troviamo Gian Marco Tognazzi, entusiasta del lavoro del regista e appassionato alla storia umana di Totti: "Quando faccio un film, che sia corale, dice Tognazzi, o che ci siano un protagonista e un antagonista, non fa nessuna differenza per me. Abbraccio il progetto sempre con entusiasmo”.

Monica Guerritore è una straordinaria Fiorella, la madre di Totti, “una donna forte e volubile, dice l’attrice, una mamma che ha difeso con i denti e con le unghie suo figlio, che lo ha aiutato a seguire la sua passione per il calcio e che lo ha protetto fino all’ultimo saluto al pallone”.

Stessa intensità in Giorgio Colangeli che interpreta il padre Enzo perché, come ricorda l’attore “il dovere di ogni genitore è aiutare il proprio figlio a spiccare il volo verso il proprio destino. In questo senso la vita di Totti è la vita di ogni bambino che ha avuto l’appoggio dei suoi genitori in quello che voleva fare”.

 

SINOSSI

 

L’ultimo anno e mezzo di carriera di Francesco Totti. Tra presente e passato, pubblico e privato, “Speravo de morì prima” ripercorre serissimamente, ma col tono della commedia, i diciotto mesi che vanno dal ritorno di Luciano Spalletti sulla panchina della Roma al più struggente addio al pallone della storia del calcio.

Un anno e mezzo di guerra contro due avversari che non fanno sconti neppure a Francesco Totti: il tempo e l’allenatore. Una guerra che divide una città e la comunità calcistica. Una guerra combattuta con passione e tormento da un calciatore che non vuole e soprattutto non riesce a mettere la parola fine a una carriera da sogno, tutta vissuta indossando sempre e solo una maglia. 

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