La serie è tratta dal libro-verità del suo allenatore, Sandro Donati, dal titolo “Alex e il grande complotto internazionale per il doping”
La storia di Alex Schwazer è tornata a campeggiare sulle prime pagine dei quotidiani sportivi (e non solo) d’Italia. Dopo la seconda accusa e conseguente squalifica, è stato riabilitato agli occhi del mondo dal gip di Bolzano. L’intera vicenda verrà ora raccontata in una serie TV prodotta da Indigo Film e Lungta Film.
A guidare la stesura della sceneggiatura è stato il libro scritto dall’allenatore di Schwazer, Sandro Donati, dal titolo “Alex e il grande complotto internazionale per il doping”. Ecco quanto anticipato da Rizzoli, casa editrice del testo: “Il libro ricostruisce, passo dopo passo, questa vicenda gialla allucinante, che apre uno squarcio inquietante sui poteri ‘occulti’ internazionali che si muovono tra sport e business farmaceutico”.
Di recente il maratoneta ha avuto nuovamente modo di parlare della propria vicenda. Ospite di Sanremo 2021, è stato intervistato da Amadeus: “Nessuno potrà ridarmi quanto mi è stato tolto, ma posso evitare di perdere altre gare. Ho tanta determinazione nel chiudere questo cerchio, perché sono uno sportivo e ho vinto in tribunale. Ora voglio farlo sul campo”.
approfondimento
Le migliori serie TV da vedere a marzo
La storia di Alex Schwazer
La prima positività di Alex Schwazer risale al 6 agosto 2020, alla vigilia delle Olimpiadi di Londra. Viene trovato positivo all’eritropoietina. Un controllo a sorpresa porta alla sua esclusione dal gruppo azzurro. Il suo oro a Pechino e dunque il suo prestigio di sportivo vengono oscurati in un lampo.
In seguito ha ammesso d’aver fatto uso di eritropoietina. Congedato dall’arma dei Carabinieri, nel 2013 viene squalificato per 3 anni e 6 mesi. Allenatosi con Sandro Donati, ritrova la grinta di un tempo e, reintegrato, mira alle Olimpiadi di Rio.
L’8 maggio 2016 vince la 50 km di marcia ma il 22 giugno dello stesso anno la notizia della sua nuova positività è su tutti i giornali. Ancora un controllo a sorpresa, che rileva un quantitativo eccessivo di anabolizzanti e steroidi. Le controanalisi di luglio confermano i fatti ma stavolta l’atleta non ammette alcuna colpa.
Il 10 agosto arriva la condanna: otto anni di squalifica. Il cammino legale del marciatore prosegue e, quasi cinque anni dopo, il Gip del Tribunale di Bolzano dispone l’archiviazione del procedimento penale “per non aver commesso il fatto”. Ad oggi, però, la sua squalifica permane.