Lunedì 3 agosto alle 21.15 su Sky Atlantic andranno in onda gli ultimi due episodi di Gangs of London: ecco perché non potete proprio perdere il gran finale della prima stagione della produzione originale Sky creata da Gareth Evans, e, soprattutto, ecco perché dovete assolutamente recuperarla se non l’avete ancora vista. – ATTENZIONE: CONTIENE ALCUNI SPOILER
Gangs of London, cinque motivI per cui vedere la serie tv
ATTENZIONE: DA QUI IN AVANTI CI SONO ALCUNI SPOILER
PER LA STORIA. Tutto ha inizio con la morte di Finn Wallace, il boss più potente e rispettato di tutta Londra, anzi, di tutta la Gran Bretagna. Una dipartita improvvisa, violenta e apparentemente senza senso. Ma ovviamente così non è: chi ha commissionato questo omicidio l’ha fatto per un motivo ben preciso, come si scoprirà man mano che i vari pezzi di questo violento e pericoloso puzzle andranno ognuno al loro posto. Nel corso dei nove episodi di cui è composta la prima stagione di Gangs of London vediamo Sean Wallace, l’erede designato, arrivare a scontrarsi con i soci in affari (sporchi, chiaramente) del padre. Uno di loro, così lui pensa, è responsabile dell’assassinio…ma chi? Ritrovatosi prematuramente alla guida di un vero e proprio impero, Sean, assetato di vendetta, ma in un certo senso anche di giustizia, si rende conto che è proprio vero che fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio, e che a volte i veri nemici possono avere un volto tristemente familiare.
PER LE SCENE D'AZIONE E PER IL GORE. Basta il primo episodio per rendersi conto di una cosa: Gangs of London non lesina sulle scene d’azione, e, in generale, sul cosiddetto gore, cioè sulla violenza, ma d’altronde, considerando di chi e di cosa parla la storia e chi è il creatore (vedere alla voce The Raid) la cosa non stupisce. Mentre Sean Wallace e Ed Dumani preferiscono non sporcarsi troppo le mani in senso letterale e si affidano a pistole e mitragliatrici (o al fuoco, come ci mostra la primissima sequenza in assoluto della serie), Elliot Finch è invece protagonista di parecchi momenti di combattimento corpo a corpo, come la rissa al pub durante il funerale di Finn Wallace (dove riesce a far fuori ben otto uomini grazie a una freccetta!!) e lo scontro a colpi di ascia del terzo episodio, giusto per fare un paio di esempi. Se non siete facilmente impressionabili e volete una sana botta d’adrenalina audiovisiva, allora Gangs of London fa sicuramente al caso vostro.
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Gangs of London, tutto quello che c'è da sapere sulla serie tv
PER IL CAST. L’ampio cast/"parco personaggi" di Gangs of London (clicca qui per scoprire chi interpreta chi) - e nel mucchio mettiamo sia gli interpreti dei ruoli principali, sia quelli dei ruoli secondari - è decisamente notevole, nonché vario. C’è la famiglia Wallace (Finn, Marian, Sean, Billy e Jacqueline), di origini irlandesi, ci sono la famiglia Dumani (Ed, Alex e Shannon) e Elliot, che invece affondano le loro radici nell’Africa coloniale, c’è la kurda Lale, ci sono i pakistani Asif e Nasir Afridi, c’è l’albanese Luan Dushaj, c’è il nigeriano Mosi, c’è la detective di origini asiatiche Vicky Cheung, e infine ci sono i nomadi gallesi. Più diversificato e inclusive di così proprio non si poteva! Scherzi a parte, segnaliamo ovviamente la presenza di alcuni pezzi grossi come Michelle Fairley (l’indimenticata Catelyn Stark/Tully de Il Trono di Spade), Lucian Msamati (His Dark Materials) e Colm Meany, ma anche i più giovani Joe Cole, Pippa Bennett-Warner, Paapa Essiedu e Sope Dirisu sono senza dubbio degni di nota.
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Gangs of London, il cast e i personaggi della serie tv. FOTO
PER I COLPI DI SCENA. Non sono solo le scazzottate con protagonista Elliot (che spesso le dà, ma che a volte, purtroppo per lui, le prende) o le sparatorie in cui Sean e compagni si ritrovano coinvolti a far rimanere a bocca aperta: nel corso della sua prima stagione, infatti, Gangs of London piazza alcuni colpi di scena che ribaltano completamente quanto visto fino a quel momento, indirizzando la storia verso direzioni inaspettate.
PER I PERSONAGGI. Gangs of London è una serie crime/gangster a cui di certo non mancano una linea narrativa orizzontale solida e ben definita, una manciata di colpi di scena che aggiungono nuovi elementi e che costringono gli spettatori e i personaggi a rivalutare quanto successo in precedenza, e una doverosa dose di sangue e violenza (stiamo pur sempre parlando di criminali, non di orsetti e fatine!). Eppure a tenere incollati allo schermo sono i personaggi, vera e propria colonna portante di ogni narrazione di un certo livello. Il senso di spaesamento di Sean, la crudele fermezza di sua madre Marian, i segreti di Finn, il tradimento di Ed, il senso di colpa di Alex, l’ostinazione di Lale, la malinconia di Elliot: parafrasando il titolo italiano di una celebre soap opera molto in voga negli anni Novanta, anche i cattivi piangono. E parecchio!