La serie tv tedesca prodotta da Sky è tornata con la terza stagione, in onda ogni mercoledì sera alle 21.15 su Sky Atlantic: ecco la recensione dei primi due episodi di Babylon Berlin 3.
Ritorno a Babilonia
Con i primi due episodi della terza stagione di Babylon Berlin (guarda le prime foto dei nuovi episodi), dopo una lunga attesa siamo finalmente ritornati a “Babilonia”, come potremmo chiamare la Berlino del 1929, durante gli ultimi anni di vita dell’agonizzante Repubblica di Weimar, con il grande crollo delle Borse del Giovedì nero ormai alle porte e il Partito Nazionalsocialista sempre più saldamente infiltrato nei gangli dell’apparato statale.
La serie tv in onda il mercoledì sera alle 21.15 in prima visione tv su Sky Atlantic (disponibile anche On Demand e in streaming su NOW TV) riparte esattamente da dove ci eravamo lasciati (leggi il recap delle prime due stagioni). Dopo gli eventi della prima e della seconda stagione, ritroviamo il commissario Gereon Rath (Volker Bruch) alle prese con la sconvolgente rivelazione del Dr. Anno Schmidt, che altri non è se non suo fratello Anno Rath, che lui credeva morto in guerra.
Nemmeno sul fronte lavorativo Gereon trova requie, visto che oramai è divenuto impossibile scindere l’attività investigativa dagli intrighi della politica. Per fortuna, al suo fianco c’è come sempre Charlotte Ritter (Liv Lisa Fries, l'altra grande protagonista del cast di Babylon Berlin), ora diventata assistente di polizia. E con lei ritornano anche molti dei personaggi principali delle prime stagioni, dal temibile Armeno al fidato Reinhold Gräf, ai quali si affiancano alcune interessanti new entry.
Babylon Berlin 3, cos’è successo negli episodi 1 e 2
La terza stagione di Babylon Berlin comincia con un cupo, onirico presagio dei fatti a venire, con la gente disperata all’indomani del collasso finanziario e Nyssen che osserva la scena soddisfatto, affiancato nientemeno che da Helga Rath. Flashback ad alcune settimane prima. Charlotte cerca di visitare in prigione la sua amica Greta, accusata di far parte del complotto che ha portato all’uccisione del questore Benda, ma lei rifiuta di vederla.
Conosciamo uno dei nuovi protagonisti della serie tv: si tratta di Walter Weintraub, socio in affari dell’Armeno, appena rilasciato dal carcere. Entrambi, si scoprirà, hanno interessi nella realizzazione di un film, uno dei primi con il sonoro, addirittura un musical. Peccato che, durante le riprese, una figura incappucciata allenti i bulloni di un faro, provocando la morte sul set della star della pellicola, la celebre Betty Winter.
Mentre Charlotte cerca di passare l’esame di abilitazione a poliziotta della Omicidi, Gereon è inviato a indagare sul caso. Da subito, sembra convinto che non si tratti, come vorrebbe il produttore, interessato a intascare i soldi dell’assicurazione, di un semplice incidente. Questo però potrebbe causare notevoli impicci all’Armeno e a Weintraub, perché, nel caso fosse confermata la versione dell’omicidio e l’assicurazione non fosse incassata, si troverebbero fortemente indebitati. Nel frattempo, l’Armeno informa il suo socio di un altro “problemino”: il Moka Efti è stato danneggiato da un’esplosione, a quanto pare dolosa.
La madre di Nyssen, rassicurata su un prossimo boom finanziario, decide di investire pesanti cifre, ma suo figlio Alfred è convinto di un crollo imminente e dà istruzioni al suo vice per ottenere informazioni bancarie riservate. Charlotte, pur essendosi comportata brillantemente durante l’esame, si incarta sulle domande finali e viene bocciata. Rath, invece di tornare a casa dove lo aspetta Helga, che nel frattempo sta aspettando gli esiti di un test di gravidanza, si reca attraverso un passaggio segreto dal fratello, che lo sottopone a una sorta di terapia volta alla “conquista della verità”, mentre la loro conversazione viene ascoltata via radio da una folla all’interno di una sorta di struttura ospedaliera.
L’ombra, ormai non più così inconsistente, del fratello, si mette di mezzo fra Helga e Gereon, la cui relazione si fa sempre più tesa, tanto che sul finale del secondo episodio lei si incontrerà con qualcuno in una stanza di albergo di cui le è stata fornita la chiave. Nel frattempo, il commissario si interessa al caso di Greta e vorrebbe seguire la scia dei nazionalsocialisti a cui la ragazza allude nella sua testimonianza. Non è però dello stesso parere il questore Wendt, che dopo aver “suggerito” al capo della polizia Zorgiebel di dimettersi, cerca di dissuadere Rath dal proseguire le sue indagini, chiedendogli di concentrarsi piuttosto sulla pista dei comunisti.
Ovviamente, il commissario Rath comprende subito che il nuovo questore sta coprendo qualche verità scomoda e, dopo aver chiesto invano aiuto a Zorgiebel, confida i suoi timori a Charlotte, ancora intenzionata ad aiutare la sua amica, probabilmente destinata alla condanna a morte. Gereon continua a lavorare anche sull’omicidio di Betty Winter e, dopo aver raccolto la testimonianza di un’attrice peraltro già vista nella prima stagione, Tilly Brooks, convinta di aver visto una figura incappucciata salire verso i fari poco prima della morte della diva, rintraccia il responsabile delle luci, che lavorava sotto falso nome. Lo carica in auto e gli estorce una confessione: qualcuno lo aveva incaricato di sabotare il set, ma non di uccidere Betty. Appena prima che l’uomo possa rivelargli il nome del mandante, viene però ucciso.
Babylon Berlin 3, la recensione dei primi due episodi
Riprendendo a stretto giro da dove il finale della stagione 2 ci aveva lasciati, Babylon Berlin 3 entra subito nel vivo, inaugurando però un nuovo arco narrativo. Le prime due stagioni, infatti, erano tratte dal medesimo libro (scopri le 7 cose da sapere sulla saga letteraria da cui è tratta la serie), il primo dedicato alle imprese del commissario Rath, e andavano quindi a coprire due storyline strettamente interconnesse.
Nonostante ciò, come detto però la cesura è minima e già dai primissimi minuti ci ritroviamo calati nel pieno degli intrighi della Berlino di fine anni ’20. Il senso di straniamento iniziale, in un certo modo, è lo stesso che prova Gereon Rath durante l'allucinata sequenza di apertura, che ci offre un assaggio del funesto futuro (ormai prossimo). E proprio la consapevolezza dei fatti venturi – il crollo delle Borse, l’avvento del nazionalsocialismo e, su lungo periodo, la tragedia del secondo conflitto mondiale – grava più che mai sullo spettatore, che nel seguire le avventure di Gereon e Charlotte, nel fare il tifo per loro, non può però fare a meno di pensare a un disastro annunciato.
Dopotutto, ora che il questore Benda non c’è più e al suo posto c’è Wendt, risulta quanto mai evidente che la vera impresa, per i nostri eroi, non consiste tanto nel risolvere i misteri su cui essi sono chiamati a investigare, ma nell’imporre le verità da loro recuperate dalla fanghiglia dell’intrigo e del complotto, nonostante forze ben superiori alle loro tramino per impedire che queste vengano a galla. Il rischio, quindi, è che i nostri si ritrovino nei panni di Sisifo, condannato a spingere una roccia in cima a una montagna, per poi vederla rotolare giù e dover ricominciare ogni volta da capo.
Anche stavolta, il grande lavoro del team produttivo di Babylon Berlin consiste nel rendere in maniera eccellente l’atmosfera dell’epoca. Atmosfera che però si fa via via più cupa e, in un certo senso, asfittica, cosa che emergerà ancora meglio nel corso del secondo episodio di questa terza stagione, in cui le manovre di Oberst Wendt per sviare i sospetti dell’omicidio Benda si fanno più evidenti e Moritz, il figlio di Helga, si fa sedurre dalla gioventù nazista.
Mentre nelle stagioni precedenti alla violenza e alla miseria dell’epoca facevano da contraltare le feste scatenate del Moka Efti e la voglia di essere felici nonostante tutto, in questi nuovi episodi la vitalità della Berlino degli anni ’20 sembra già un pallido ricordo (non a caso, il locale dove nei primi episodi di Babylon Berlin si esibiva la Sorokina è stato danneggiato durante un attentato). Una fugace eco di quei festini arriva solamente dall’incontro di Rath con Tilly, conosciuta durante la notte brava al Pepita Bar, poco prima di uccidere il Santo.
Nel frattempo, Gereon, interpretato come sempre in maniera magistrale da Volker Bruch (guarda le foto), è sempre di più un eroe allo sbando. Il percorso di ricerca della verità che suo fratello gli ha imposto potrebbe tanto liberarlo quanto schiacciarlo. E quello che emerge da questo inizio di stagione è proprio questo: la verità, sia quella perseguita da Gereon e Charlotte nel corso delle loro indagini, sia quella, più intima, predicata dal dottor Anno Schmidt/Rath, ha un sempre un prezzo, altissimo, da pagare. Sopravvivere al tritacarne che scinde questa dalla menzogna è un’impresa che necessita tanto di coraggio quanto di fortuna.