The Loudest Voice, la recensione del finale

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The Loudest Voice, episodio 7: il recap

Gretchen e i suoi legali fanno ufficialmente causa a Ailes, e quando la notizia diventa pubblica scatena un vero e proprio tsunami mediatico. Roger cerca di sminuire Calrson dicendo che si tratta soltanto di una ex dipendente arrabbiata per essere stata mandata a casa, ma, per salvaguardare l’integrità di Fox News, Murdoch e i suoi figli decidono di non schierarsi pubblicamente al fianco di Roger. Per Ailes ovviamente è un affronto: lui E’ Fox News, grazie a lui Rupert ha fatto quintali di soldi, come si permette di fare una cosa del genere??!

L’avvocata di Gretchen rivela alla sua assistita di aver ricevuto molte testimonianze di donne molestate da Ailes: ormai il vaso di Pandora è stato scoperchiato, non si può tornare indietro. Roger prova a usare il canale per far passare Carlson come una pazza inaffidabile, ma ormai il cerchio si sta stringendo attorno a lui. Lachlan chiede che venga aperta un’indagine interna privata per fare luce sulle accuse di molestie sessuali. Inizialmente le donne di Fox News negano di essersi mai trovate in certe situazioni, addirittura danno il loro supporto a Roger.

Ma poi, lontano da quegli uffici e dalle telecamere di sorveglianza, confessano: Ailes è un manipolatore e un predatore sessuale. L’unica che si ostina a difenderlo è Judy, la sua fidatissima assistente personale. Gretchen vorrebbe andare in tribunale, ma alla fine, forte anche del fatto di possedere ore e ore di registrazioni, decide di accettare l’offerta di Fox News: 20 milioni di dollari e la firma di un accordo di non divulgazione. Ma firmerà soltanto se riceverà ufficialmente delle scuse, cosa che avverrà.

Per ripulire l’azienda, i figli di Murdoch decidono di mettere Roger di fronte a un aut aut: o sceglierà di dimettersi, oppure verrà licenziato per giusta causa. Ailes tenta di controbattere fino all’ultimo: parlerà direttamente alla gente dagli studi di Fox News. Bill, però, non gli permette di andare in onda. Ormai nessuno vuole più avere niente a che fare con lui: non gli resta veramente altro da fare se non dare le dimissioni. Beth, che finora è stata al suo fianco senza ma e senza se, quando scopre delle registrazioni crolla.

Nonostante quanto successo, Ailes viene sostenuto da Trump, che lo sceglie per la sua campagna per le elezioni presidenziali. La loro collaborazione ha vita breve – Roger Ailes muore infatti il 18 maggio del 2017 in seguito alle complicanze di una brutta caduta in casa –, ma è fruttuosa, quantomeno per The Donald, che alla fine vince e che è attualmente il 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America. Numerosi ex collaboratori molto vicini a Ailes a oggi restano in silenzio, e Fox News continua a essere un colosso mediatico capace di influenzare l’opinione pubblica.

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The Loudest Voice, episodio 7: la recensione

Il settimo e ultimo episodio di The Loudest Voice è l'episodio della resa dei conti, non a caso inizia con un rimando al primo, precisamente a quell'auto-descrizione che Ailes fa di sé stesso, cioè "di destra, paranoico e grasso." Anche manipolatore, maschilista, razzista, sciovinista e molestare, verrebbe da aggiungere, e infatti lo aggiungiamo. 

Ci soffermeremo poco su tutta la parte relativa alla campagna di Trump per le elezioni presidenziali del 2016 - campagna che ebbe un grande successo, visti gli esiti - perché il vero centro focale di quest'ultimo segmento narrativo è ovviamente il crollo di Ailes. Tutto parte dalla denuncia di una donna che non si può non definire coraggiosa - in Italia non abbiamo pienamente la percezione di cosa dev'essere stato per Gretchen Carlson mettersi contro un colosso come Roger Ailes, uno degli uomini più potenti e influenti degli anni Duemila -, ma la vittoria etica e morale arriva grazie alla decisione di farsi avanti di decine di vittime. Se la strategia di Roger è sempre stata "divide et impera", dividi e comanda, le donne che hanno avuto la sfortuna di avere a che fare con lui optano, seppur inconsapevolmente, per la strategia opposta, cioè "l'unione fa la forza" (ndr, anche se non viene mostrata, tra queste testimonianza c'è anche quella della giornalista Megyn Kelly, la stessa Megyn a cui si riferisce più volte Beth).

Di questo episodio ci restano le fredde logiche di business di Murdoch e figli - a ricordarci che le grosse corporation hanno un solo dio, il denaro, e hanno obblighi solo nei confronti degli azionisti -, l'ostinazione con cui Beth decide di rimanere al fianco del marito anche dopo aver scoperto dell'esistenza delle registrazioni di Gretchen Carlson, e l'ambiguità del personaggio di Judy Laterza, l'assistente personale di Ailes, ferocemente convinta dell'innocenza del suo capo, una vera e propria divinità per lei. Restano anche le ottime interpretazioni di Russell Crowe, Sienna Miller (che in quest'ultimo capitolo è particolarmente convicente), Naomi Watts, Aleksa Palladino e Annabelle Wallis, che hanno avuto l'arduo compito di prestare il loro volto a una storia che farà parlare ancora per tanto tempo.

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