Due figure femminili che hanno fatto gli onori di Sky Atlantic e continuano a farli sono Scianel di Gomorra - La serie e Sole de Il miracolo. Gli sceneggiatori e le attrici che hanno dato vita e voce a questi due mostri (sacri e non) del nostro schermo hanno raccontato in prima persona come sono nati. Mostri sempre bicefali: a due teste, anzi, ad almeno cinque o sei, viste le loro infinite sfaccettature. Ecco cos'è successo lunedì 17 settembre a Milano durante il Series Day, precisamente durante le masterclass del pomeriggio e della sera
di Camilla Sernagiotto
Dopo le proiezioni in anteprima del primo episodio della seconda stagione di Insecure - la serie che segue le imbarazzanti peripezie di una donna afro-americana contemporanea (interpretata da Issa Rae, anche creatrice e produttrice) che si ritrova a vivere sullo schermo tante sfaccettature di tematiche sociali e razziali dell'America di oggi - la giornata Series Day che si è tenuta a Milano all’Anteo Palazzo del Cinema lunedì 17 settembre ha messo l’accento sulla donna in Italia. Non certo una donna modello né, fortunatamente, un modello di donna che va per la maggiore nel nostro Paese: stiamo parlando della donna appartenente al "sistema", al centro di una delle più apprezzate produzioni di Sky Atlantic che va sotto il nome ormai "onnicitato" di Gomorra - La serie.
A richiamare tantissimi wannabe sceneggiatori c’è stata la masterclass pomeridiana sulla scrittura di serie tenuta da Maddalena Ravagli, Leonardo Fasoli e Cristina Donadio, rispettivamente sceneggiatrice, story editor e attrice di Gomorra - La serie. Che poi, definire Cristina Donadio "solo" attrice è riduttivo: lei è Scianel, uno dei personaggi più interessanti di tutta l’epopea gomorriana, uno dei volti (altamente espressivi) della galleria di personalità femminili a dir poco immense - al netto dell'orrore, si intende - che rende questa serie un vero e proprio museo di sfaccettature e declinazioni di donna.
Ravagli e Fasoli hanno spiegato come sia delicato trattare non di una donna qualsiasi, ma di una donna di clan: “Nella criminalità organizzata, le donne sono il vero cuore del clan, addette alla salvaguardia delle regole. Benché perlopiù escluse dall’attività criminale, sono loro che garantiscono la continuazione della famiglia intesa come clan”. È quindi seguita un’anatomia di Donna Imma (Maria Pia Calzone), ahinoi un’autopsia, dato che questo personaggio strabiliante è morto in scena verso la fine della prima stagione. Oltre a lei, è stato smembrato anche il personaggio di Patrizia (Cristiana Dell'Anna), la donna che parte dal basso, come soldato del sistema, mettendo poi in scacco tutti gli altri, in primis le regine.
E per parlare della regina numero uno, Scianel, il pubblico ha avuto a disposizione il corpo (del reato) in sala: l’attrice Cristina Donadio ha aiutato gli sceneggiatori a ricostruire le varie tappe del suo personaggio in continua metamorfosi, una Scianel non solo scritta sulla carta, a priori, ma resa tale grazie a quella che l’attrice definisce una “sceneggiatura sotterranea”, messa a punto dalla sensibilità dell’attore stesso, a posteriori rispetto al copione.
Una pantera che tuttavia preferisce definirsi iena (perché la pantera “nun cunta nu cazz” mentre tra le iene sono le femmine a comandare, come spiega la stessa Scianel in una delle sue prime scene), un’attrice che ammette di essersi spaventata rivedendosi in video e cogliendosi in una risata da iena ridens, diabolica e maligna come soltanto chi è stato imbevuto di efferatezza targata Secondigliano può restituire al pubblico.
Gli sceneggiatori hanno confessato che la grandezza di Gomorra - La serie non sta solo in una scrittura da brivido e in una ritmica più serrata di un serramanico: la costruzione dei personaggi si avvale soprattutto delle testimonianze riportate sia da veri e propri “vocal coach” del dialetto di Scampia e Secondigliano che hanno aiutato gli attori a calarsi nella parte a partire dalla favella, sia da figure come quella di un uomo di Secondigliano che si è occupato per anni dei boss latitanti, raccontando quindi a Patrizia nel dettaglio non tanto cosa si deve fare quanto piuttosto cosa si prova.
Dunque uno scandaglio emotivo con cui le persone, ossia gli attori, sono diventati personaggi ma mantenendo un’autenticità notevole. “Noi attori di Gomorra - La serie abbiamo fatto un lavoro sull’archetipo più che sullo stereotipo. L’archetipo del male è annidato nella nostra cultura dagli albori. Già la tragedia greca, tra Clitemnestra e Medea, trattava questo archetipo, così come Shakespeare. Noi abbiamo fatto emergere quel male primordiale per restituire autenticità, mai finzione” ha spiegato Cristina/Scianel, personaggio così convincente da essere stato anche contattato da innumerevoli siti web di sex toys per sponsorizzare vibratori dopo la scena indimenticabile della seconda stagione, come ci ha rivelato in sala tra le risate. Tuttavia ha poi aggiunto: “Quella scena è una riprova dell'enorme solitudine che attanaglia il mio personaggio, senza alcun tipo di malizia né di ammiccamento”.
Donne ancora protagoniste nella conversazione sulle serie in arrivo su Sky Atlantic che si è tenuta tra il direttore del canale, Antonio Visca, e una pletora di giornalisti specializzati in televisione. Spaziando tra i nuovi titoli che mettono la donna al centro dello schermo, l’incontro è stato un dialogo corale tra appassionati prima ancora che addetti ai lavori. Dalla parata di personaggi femminili di Big Little Lies (la cui nuova stagione è in arrivo prossimamente su Sky Atlantic) al personaggio di Candy di The Deuce - La via del porno (la cui seconda stagione andrà in onda a ottobre), i giornalisti assieme ad Antonio Visca hanno analizzato in maniera emozionante tutte le ladies che stanno finalmente muovendo le fila delle trame dei prodotti culturali in questi ultimi anni.
Questo grazie a una virtuosa inversione di marcia di una televisione che da fallocentrica qual era è diventata anche a immagine e somiglianza di donne. Donne vere, non le solite stereotipate che fiorivano già appassite nella cultura prodotta dai maschietti. Qui si sta parlando di un gentil sesso colto anche nel proprio lato oscuro, quello di fatto meno gentile e che per questo è ancora più temuto dagli uomini.
È il caso di Camille Preaker, la giornalista investigativa specializzata in cronaca nera a cui verrà affidato un caso delicatissimo nonostante sia appena uscita da un ospedale psichiatrico per autolesionismo. Questo è il cuore di Sharp Objects, la serie interpretata da Amy Adams che è stata presentata ieri sera in sala al cinema Anteo e in contemporanea è andata in onda con i primi due episodi su Sky Atlantic. Un cuore pulsante, grondante sangue ma anche passione nonché tematiche passionali quali quella tristemente attualissima della violenza sulle donne.
Un’altra donna di casa a Sky Atlantic che ha rapito il pubblico è la Sole de Il miracolo ideata dallo scrittore Niccolò Ammaniti e resa tangibile da una straordinaria Elena Lietti. Entrambi, in qualità di creatore e regista lui e attrice lei, hanno presenziato alla masterclass sulla scrittura di serie, l’ultima della giornata, che ha chiamato a raccolta tantissimi fan de Il miracolo e, a monte, di un mostro sacro della nostra letteratura contemporanea qual è Ammaniti.
Nonostante lo scrittore abbia spiegato al pubblico di essersi sempre trovato a trattare i personaggi femminili esattamente allo stesso modo di quelli maschili, l’attrice Elena Lietti ha ammesso di essersi stupita vedendo “centrare una sensibilità che non ti aspetteresti mai e poi mai da un uomo”.
Lo sviluppo del personaggio di Sole non ha lasciato nulla al caso, a partire dal guardaroba: “Abbiamo discusso sui vestiti per molto tempo. Volevo che fosse sexy e abbiamo lavorato sul vestiario per renderla desiderabile, a dispetto della freddezza algida da modella francese che la caratterizza”, ha raccontato lo scrittore, da sempre esperto nel plasmare figure femminili indimenticabili nei suoi romanzi di successo.
Ma Niccolò Ammaniti ha ammesso che non è Sole la vera prima donna del film: “La protagonista assoluta non è lei ma la Madonnina che piange. È lei che muove tutti i personaggi ed è l’ossessione di lei che fa da motore alla storia”.