Sam Smith, esce Gloria: il nuovo album in cui ci dice quanto è importante amare se stessi

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Manuel Santangelo

©Kika Press

Arrivato al quarto album, il cantante inglese tira fuori il suo disco più personale. Gloria attraversa i generi e prova a costruire un affresco pop il più possibile variegato, almeno dal punto di vista musicale. Ma è un album dove al centro c’è soprattutto Smith: l’autore è l’assoluto protagonista di un disco in cui si cerca amore in primis per se stessi, senza paura di sembrare a volte quasi autoreferenziali e un po’ disinteressati a ciò che accade oltre la propria bolla

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Mariah, Whitney, George (Michael), Natasha (Bedingfield). in una recente intervista con Zane Lowe su Apple Music 1, Sam Smith aveva messo in fila i suoi eroi musicali chiamandoli per nome. Ora l’influenza di questi stessi idoli si ritrova nel lavoro più schizofrenico e insieme personale della carriera del cantante inglese. Arrivato al quarto album Smith non è più solo una voce perfetta per essere prestata a qualunque tipo di canzone come dieci anni fa, quando si rivelò passando da Latch dei Disclosure a La La La di Naughtry Boy. In Gloria dimostra di aver fatto anzi un passo avanti: ora sa di essere in grado di poter raccontare la sua storia, facendo emergere la propria personalità, pur mantenendo ancora quando vuole la capacità di saltare da un registro all’altro almeno musicalmente.

Cinquanta sfumature di pop

L’album uscito il 27 gennaio passa senza soluzione di continuità da brani che flirtano con il gospel a ritmi da club eppure tutto sembra unito dal tema portante del disco. Gloria è una riflessione sull’amore e sul bisogno di poterlo vivere in maniera libera e completa, oltre le etichette. Sam Smith che ha smesso di incasellare se stesso in un genere definendosi non binario già qualche anno fa qui decide di andare oltre le definizioni, anche nella musica: il suo è un pop che può alternare senza farsi troppi problemi la ballata intimista Love Me More e l’inno disco I’m Not Here to Make Friends, che segna la nuova collaborazione con il dj e producer Calvin Harris. A garantire la coesione dell’intero progetto ci pensa tanto il messaggio alla base di tutte queste canzoni: Gloria non è un vero e proprio concept-album eppure, anche grazie all’utilizzo di brevi intermezzi tra un brano e l’altro in alcuni punti, sembra girare attorno a delle tematiche ugualmente ben definite.

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Sam Smith sta provando a volersi più bene

“Voglio incontrarti a metà strada ma tu vuoi solo combattere” canta Smith in No God e, anche se nel pezzo si rivolge a un amante, la sensazione è che ce l’abbia un po’ anche con se stesso: la popstar è scissa tra la voglia di combattere per ricevere vero amore e l’accontentarsi di quello che viene, ponendo il divertimento al primo posto. Alla fine ciò che emerge è soprattutto la voglia di stare bene con se stessi e trovare una pace che si allarghi anche alle relazioni. Gloria è un prodotto di questo periodo storico in cui non c’è più spazio forse per lavori mainstream che guardino ai grandi problemi del nostro tempo: come fa notare anche Kate Salomon su Inews Sam Smith qui si concentra primariamente su se stesso, in una serie di inni all’empowerment e all’autosufficienza emotiva. L’amor proprio, la voglia di farsi apprezzare in primis da se stessi, è il filo conduttore di questo lavoro. “Hai mai desiderato essere qualcun altro? Guardarsi allo specchio fa male alla salute? Ogni giorno cerco di non odiarmi. Ma ultimamente non fa più male come prima. Forse sto imparando ad amarmi di più”, canta nel ritornello di Love Me More il cantante vincitore anche di un Oscar, all’interno di un brano che nasce dichiaratamente “per chi si sente diverso, per chi ha dovuto smetterla di ripetersi cose diverse, nella sua testa, tutto il tempo”.

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Quando l’amore di cui ti importa è soprattutto quello per te stesso

Gloria è stato prima  di tutto una terapia per lo stesso autore, che attraverso queste canzoni ha imparato ad accettarsi e superare i momenti bui. Ora, dopo averlo sperimentato su se stesso, Smith regala il suo lavoro al pubblico augurandogli che il farmaco gli faccia lo stesso effetto: “Sembra il mio primo disco in assoluto. Mi ha fatto attraversare dei momenti bui, illuminandoli come un faro: spero possa rappresentare la stessa cosa anche per voi”, ha detto l’artista sui social, rivolgendosi ai fan ma chiarendo che tutto ciò che si sente nel disco parte da lui e ha lui al centro. Non c’è davvero interesse da parte del cantante verso ciò he c’è oltre se stesso o la propria bolla anche perché, come si sente in I’m Not Here to Make Friends, la paura di venire usato da altri per la propria celebrità impedisce spesso di interfacciarsi con le persone in maniera profonda e sincera. “Sono il tipo di persona oscura, sempre sola”, si sente confessare in Six Shot, uno dei brani migliori di tutta l’ultima prova discografica del nostro. Questa canzone è forse la meno auto-indulgente del disco, quella in cui Sam Smith non ha paura di ammettere: “È così difficile amarmi, sono come il whisky. Puoi sentirlo colpire forte ma ha un sapore morbido”. Così è anche Gloria, un disco forte ma morbido e influenzato da un mondo come quello dei social dove si è sempre al centro, sempre presi a raccontare se stessi. Forse troppo, visto che alla fine la sbandierata “liberazione emotiva, sessuale e spirituale” promessa nelle anticipazioni da Sam Smith sembra arrivare quasi solo per lui.

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