
Led Zeppelin, 40 anni fa lo scioglimento: la storia del gruppo di Stairway to heaven. FOTO
La storica band inglese è stata tra i grandi innovatori del rock e tra i principali pionieri dell'hard rock. 300 milioni di dischi venduti, una carriera tra tour leggendari, lo scetticismo iniziale dei media e accuse di satanismo: il gruppo composto da Robert Plant (voce, armonica), Jimmy Page (chitarre), John Paul Jones (basso, tastiere) e John Bonham (batteria, percussioni) si è sciolto il 4 dicembre 1980, dopo la morte a 32 anni del grande batterista
A cura di Pietro Adami

"Mi sono trovato nel mezzo di un uragano, un uragano rock & roll'': il fotografo newyorkese Neal Preston ha descritto così gli anni trascorsi al fianco dei Led Zeppelin. Un uragano, la storica band inglese, tra i grandi innovatori del rock e tra i principali pionieri dell'hard rock. Il gruppo si è sciolto il 4 dicembre 1980, dopo la morte a 32 anni del batterista John Bonham
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300 milioni di dischi venduti, una carriera tra tour leggendari, lo scetticismo iniziale dei media e accuse di satanismo. Il 12 gennaio 1995 i Led Zeppelin sono stati introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame. In una classifica stilata nel 2003 dalla rivista Rolling Stone, risultano al 14esimo posto tra i 100 migliori artisti di tutti i tempi
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Il gruppo è stato composto per l'intero periodo della sua attività da Robert Plant (voce, armonica), Jimmy Page (chitarre), John Paul Jones (basso, tastiere) e John Bonham (batteria, percussioni)
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Dopo un inizio di attività artistica che lo fece conoscere come uno dei migliori session man britannici, il chitarrista Jimmy Page nel 1966 si unisce agli Yardbirds, gruppo blues rock del Regno Unito. In un primo tempo ricopre il ruolo di bassista, sostituendo Paul Samwell-Smith, per poi divenire il secondo chitarrista solista, al fianco di Jeff Beck. Al gruppo si avvicinano poi John Paul Jones, Jimmy Page e John Bonham
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Gli Yardbirds diventano i New Yardbirds e si esibiscono per la prima volta il 7 settembre 1968 a Gladsaxe, in Danimarca. Ciò che il pubblico non sa è che quella, insieme ad altre performance del periodo, non sono altro che la prova generale per l'incisione di uno degli album più iconici della storia
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In un'intervista concessa a Planeta Rock, Jimmy Page ricorda che il gruppo si riunì nella sala uno degli Olympic Studios dopo aver lavorato a lungo sul materiale nella sua casa, a Pangbourne. "Avevamo avuto la possibilità di suonare una buona percentuale del materiale in una serie di concerti in Scandinavia e nel Regno Unito. E di provare la nostra musica live, esibendoci 'clandestinamente' con il nome The Yardbirds”

Per la copertina dell'album viene scelta un'immagine in bianco e nero del disastro del dirigibile Hindenburg, avvenuto il 6 maggio 1937 a Manchester Township, New Jersey. Il veivolo LZ129 Hindenburg andò a fuoco mentre cercava di attraccare alla Naval Air Station Lakehurst, dopo un volo transatlantico. Nell'incendio morirono 36 persone. La foto del disastro fu scattata da Sam Shere e indicata da Time tra le 100 foto più influenti di tutti i tempi. È il designer George Hardie a creare un'illustrazione ottenuta dalla rielaborazione dell'immagine originale

Come ha raccontato Jimmy Page a Time Magazine nel 2016, la scelta ricadde sul disastro del dirigibile perché l'idea era quella "di usare l'idea dell'impatto ma attraverso una reinterpretazione grafica". Così come l'impatto del dirigibile, anche il debutto dei Led Zeppelin doveva essere dirompente. "Sono certo che la gente conosca la frase 'sgonfiarsi come un palloncino' e questo era proprio il nostro intento, giocare con le parole; e con le nostre capacità. È un incidente drammatico, è un album drammatico, è una dichiarazione drammatica”

Per portare a casa il risultato gli Zeppelin hanno dato fondo al repertorio messo insieme fin dal primo tour scandinavo: l'inno psichedelico 'Dazed and Confused', 'How Many More Times' e 'Communication Breakdown' su tutte, affiancate da brani presi dalla tradizione del blues. Guai però a parlare di cover: pezzi come 'You Shook Me' e 'I Can't Quit You Baby' vengono stravolti e arrangiati in chiave hard. C'è anche lo struggente arpeggio di 'Baby I'm Gonna Leave You', un pezzo folk scritto da Anne Bredon nel 1950 famoso soprattutto per una cover di Joan Baez

Le radio americane impazziscono e nei negozi le copie volano via dagli scaffali. Quando il 12 gennaio l'album arriva nei negozi americani, la strada è già spianata. "Led Zeppelin" arriva al decimo posto della classifica Billboard, arrivando a luglio a conquistare il disco d'oro

Ma per i Led Zeppelin arriva anche la prima doccia fredda. "Se sperano di riempire il vuoto lasciato dai Cream, dovranno trovare materiale degno di attenzione", tuona Rolling Stone, la rivista musicale americana più quotata. E taglia corto: "Una brutta copia dell'ultimo album di Jeff Beck". Un antipasto dell'accoglienza tiepida che il disco raccolse in Inghilterra, dove uscì solo il 31 marzo, completamente ignorato da Radio One della Bbc

Ci vogliono mesi prima che la testata underground 'Oz' si accorga di trovarsi di fronte a "uno di quei rari album che sfidano la classificazione o la descrizione immediata, semplicemente perché sono un punto di svolta nella musica rock". Anche Rolling Stone, col tempo, è tornata sui suoi passi, inserendo "Led Zeppelin" al 29esimo posto nella classifica dei 500 album migliori di sempre

Il 22 ottobre 1969 esce nei negozi di dischi "Led Zeppelin II", secondo album del gruppo capitanato da Plant e Page. Arrivato pochi mesi dopo il folgorante esordio, è l'album che consacra al successo la band conquistando il primo posto della classifica in Usa e Gran Bretagna

Il disco si apre con il giro di chitarra di "Whole Lotta Love", destinato a restare nella storia. Bastano tre note a Page per costruire un inno dell'hard rock, per il quale alcuni parleranno già di anticipazione dell'heavy metal. Sempre immancabile tra i solchi del disco l'amore viscerale della band per il blues che emerge nell'incedere lento e pesante di "The lemon song" e nella conclusiva "Bring it on home”

Ma sono soprattutto altri due brani che incendieranno le platee dei concerti dei Led Zeppelin. Il primo è "Heartbreaker", sorretto da un altro indimenticabile riff di Jimmy Page e dal suo assolo centrale che sperimenta la tecnica del tapping. Con "Moby Dick", invece, tutti i riflettori sono puntati su John Bonham che dà vita a uno degli assoli di batteria più memorabili della storia del rock

Dopo un anno sulle montagne russe, il 1969, tra la registrazione di due dischi e un tour infinito, i Led Zeppelin decideranno di prendersi una pausa

Ritorneranno sulle scene con "Led Zeppelin III" un anno e mezzo dopo, un disco metà elettrico e metà folk. Si rivelerà un altro successo raggiungendo ancora la vetta delle chart inglese e americana. Contiene grandi capolavori come “Immigrant song”, “Tangerine” e “Since I’ve been loving you”

Stando a quanto dichiarato da Jimmy Page, "l’idea di 'Stairway to Heaven' era quella di avere un pezzo di musica, una canzone che si sarebbe dovuta sviluppare su più strati e dovesse coinvolgere diversi stati d’animo. Tutta l’intensità e la finezza dovevano servire a dare la spinta al brano sotto ogni punto di vista, sia quello emozionale che musicale"

“Stairway to Heaven” non solo è una delle canzoni più famose della band, ma anche una delle più celebri del genere rock. Scritta durante un impeto di “scrittura automatica”, tipica delle pratiche medianiche amate da Plant, “Stairway to Heaven” ha rappresentato un punto di svolta nella produzione dei Led Zeppelin

Durante il tour conseguente all'album, ha luogo l'unica data italiana mai programmata dei Led Zeppelin. Il concerto si tiene il 5 luglio 1971 al Velodromo Vigorelli di Milano. A causa di scontri fra il numeroso pubblico e le forze dell'ordine, che reagiscono sparando lacrimogeni in mezzo alla folla, dura solamente ventisei minuti. Il gruppo è costretto ad abbandonare il palco e a barricarsi dietro le quinte

Seguono altri quattro album negli anni successivi: "Houses of the Holy" (1973), "Physical Graffiti" (1975) , "Presence" (1976), "In Through the Out Door" (1979)

Gli anni Settanta per il batterista John Bonham sono un saliscendi di successo ed eccessi, sintesi di un artista geniale, ma spesso portato alla sregolatezza. Il percorso di crescita dei Led Zeppelin porta il gruppo a trasferirsi negli Stati Uniti. E per il batterista inglese, molto legato alla propria famiglia, la lontananza dalle persone care è un duro colpo. In questi anni Bonham, anche per tale ragione, sviluppa una dipendenza dall'alcol dalla quale non riuscirà più a uscire e che sarà anche la causa indiretta della sua morte

Con otto album già all'attivo, agli albori degli anni Ottanta i Led Zeppelin stanno organizzando un tour in grande stile in programma negli Stati Uniti. In occasione di uno degli incontri preparatori nella villa di Page, nel settembre del 1980, però, Bonham si presenta ubriaco. Non essendo evidentemente in grado di suonare, viene messo a dormire in una stanza per smaltire la sbornia. È una scena che si è ripetuta con una certa costanza nell'arco della sua carriera

Questa volta, però, l'epilogo sarà diverso. La mattina successiva, infatti, il batterista viene trovato senza vita a causa di un soffocamento. La morte di Bonham, a 32 anni, contribuisce anche alla fine dei Led Zeppelin che il 4 dicembre 1980 annunciano di non poter più continuare

A seguito dello scioglimento del gruppo, i componenti della band prendono strade diverse. Si sono riuniti solo in cinque eventi: il 13 luglio 1985 in occasione del Live Aid, insieme ai batteristi Phil Collins e Tony Thompson; nel 1988 con Jason Bonham dietro il drumkit paterno; in una cerimonia segreta nel 1990 per il matrimonio di Jason Bonham; nel 1995 in occasione del loro ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame con gli Aerosmith e Neil Young; infine, nel 2007, di nuovo con Jason Bonham alla batteria, in un concerto di beneficenza alla O2 Arena di Londra