Johnny Cash, tutto quello che c'è da sapere sul disco At Folsom Prison

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Il 13 gennaio 1968, esattamente 55 anni fa, il cantautore americano registrava due concerti per i detenuti nel carcere di massima sicurezza in California, che diventò un doppio LP live destinato a un enorme successo commerciale e di critica. Dalla scaletta al rapporto con i detenuti: ecco tutte le curiosità su questa pietra miliare della musica

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“Hello, I’m Johnny Cash”. Con questa breve introduzione, seguita dall’applauso della folla e dalle prime note di Folsom Prison Blues, si apre l’album At Folsom Prison, il ventiseiesimo della discografia del cantautore country e il suo primo live (LE CANZONI PIÙ FAMOSE DI JOHNNY CASH). Il disco venne registrato dal vivo in due concerti tenuti il 13 gennaio 1968, esattamente 55 anni fa, nel carcere californiano di massima sicurezza di Folsom. L’album ebbe un successo enorme e rilanciò la carriera di Cash, diventando una pietra miliare della musica. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

La genesi del disco

Mentre prestava servizio nell'aeronautica degli Usa, il giovane Johnny Cash si interessò per la prima volta alla prigione statale di Folsom, in California. Con la sua unità, nel 1953, vide il film Inside the Walls of Folsom Prison, che lo ispirò a scrivere una canzone sulla sua percezione della vita in prigione. Fu così che nacque il brano Folsom Prison Blues, pubblicato come singolo dalla Sun Records nel 1955. La canzone, uno dei classici di Cash, divenne molto popolare tra i detenuti: in tanti gli scrivevano chiedendogli di esibirsi nelle loro prigioni. Nel 1957 ci fu il primo live di Cash in un carcere, a Huntsville. L’accoglienza fu ottima e l’artista negli anni seguenti si esibì regolarmente in altre strutture carcerarie. Ma la carriera di Johnny Cash era in declino, soprattutto a causa della sua dipendenza dalle droghe. Nel 1967 si fece aiutare e in contemporanea la sezione country della Columbia Records, per cui era sotto contratto l'artista, passò nelle mani dell’eclettico e sregolato Bob Johnston, che accolse con entusiasmo l’idea di Cash di registrare un disco live dal vivo in una prigione (progetto che non piaceva ai vertici della casa discografica). Johnston invece supportò Cash e propose il concerto alle prigioni statali di San Quentin e Folsom. Quest’ultima rispose per prima.

ROTTERDAM, HOLLAND - JUNE 30:  Johnny Cash performs on stage at the Nighttown in Rotterdam. Netherlands on June 30 1994. (Photo by Rob Verhorst/Redferns)

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Le registrazioni

Cash, June Carter (che sarebbe diventata sua moglie pochi mesi dopo), i Tennessee Three, Carl Perkins e gli Statler Brothers, fecero alcuni giorni di prove. Durante queste sessioni, l’allora governatore della California Ronald Reagan, che era nello stesso hotel, fece visita alla band per un incoraggiamento. Uno degli obiettivi principali era imparare il brano inedito Greystone Chapel, canzone scritta e incisa dal detenuto Glen Sherley, che la passò al reverendo che si occupava delle attività ricreative del carcere. Fu lui a farla ascoltare a Cash che volle a tutti i costi includerla nella scaletta a poche ore dall’esibizione. Cash optò per un doppio spettacolo il 13 gennaio, uno alle 9.40 e uno alle 12.40, per avere più materiale nel caso il primo show si fosse rivelato insoddisfacente. Lo spettacolo iniziò con una lunga introduzione, in cui si esibirono Carl Perkins e poi gli Statler Brothers. L’attesa dietro le quinte di Johnny Cash è stata usata come scena iniziale del film biografico Walk The Line (del 2005), che ripercorre la vita di Cash e Carter (interpretati magistralmente da Joaquin Phoenix e Reese Witherspoon).

Le canzoni

Cash aprì entrambi gli spettacoli con un'interpretazione di Folsom Prison Blues, seguita da molte canzoni a tema carcerario, tra cui The Wall, Green, Green Grass of Home e il brano sull’attesa del patibolo 25 Minutes to Go. C’è poi Dark as a Dungeon, emblematica canzone di Merle Travis sulla disperazione. Dopo Orange Blossom Special, Cash incluse alcune ballate lente come The Long Black Veil. June Carter si unì per eseguire un paio di duetti. Dopo una versione di sette minuti di The Legend of John Henry's Hammer, Cash si prese una pausa e Carter recitò una poesia. Entrambi i concerti si chiusero con la Greystone Chapel di Sherley. Il secondo live non fu fruttuoso come il primo perché i musicisti erano stanchi. Solo due versioni di canzoni del secondo concerto, Give My Love to Rose e I Got Stripes, vennero inserite nell’LP.

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Le tematiche

L’intero album è concepito come un omaggio ai detenuti, fu il primo live gratuito di un grande artista in un carcere. Cash diede una delle sue più intense interpretazioni e dalla performance traspare una totale sintonia con il suo pubblico di carcerati. Numerosi brani sono interrotti dalle risate dell’artista che risponde ai commenti della folla e interagisce con i carcerati. Solo alcuni dei suoni di acclamazione e grida sono stati sovraincisi in studio, come le urla dopo un verso nel brano Folsom Prison Blues.

Il disco

L'uscita dell'album At Folsom Prison è stata preparata in quattro mesi. Il disco, un doppio LP, è uscito il 6 maggio 1968. La Columbia ha inizialmente investito poco nella promozione dell’album e del suo singolo Folsom Prison Blues. La canzone, nella versione live, era entrata comunque in classifica ma a inizio giugno ci fu l’omicidio di Robert Kennedy e molte stazioni radio smisero di trasmetterla a causa del verso "Ho sparato a un uomo a Reno / Solo per vederlo morire”, considerato di cattivo gusto in quel momento storico. La Columbia chiese di remixare il singolo con la frase rimossa. Nonostante le proteste di Cash, il singolo è stato modificato e ripubblicato. La nuova versione divenne un successo, raggiungendo il numero uno delle classifiche nazionali. Anche l’album schizzò nelle Charts: ad agosto aveva venduto 300mila copie, due mesi dopo venne certificato disco d'oro dalla RIAA per aver raggiunto le 500mila copie. È stato certificato triplo platino nel 2003 per vendite superiori a 3,4 milioni di copie solo negli Stati Uniti.

Il successo

At Folsom Prison è stato da subito acclamato anche dalla critica con recensioni entusiastiche. Un successo che ha rilanciato la carriera di Cash, diventando il primo di una serie di album dal vivo registrati nelle carceri che include At San Quentin (1969), På Österåker (1973) e A Concert Behind Prison Walls (1976). Negli anni è stato incluso in numerose classifiche dei migliori dischi di tutti i tempi: ad esempio figura al numero 164 nella lista più aggiornata di Rolling Stone. Nel 2003 è stata una delle 50 registrazioni scelte dalla Library of Congress per essere aggiunte al National Recording Registry. Nel 2006, il Time lo ha inserito tra i 100 migliori album di tutti i tempi.

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