Francesco Bianconi, il frontman dei Baustelle compie 50 anni. Le sue canzoni più famose

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L’artista è nato a Montepulciano il 25 maggio del 1973. La formazione del gruppo indie rock, uno dei più apprezzati in Italia, risale alla metà degli anni Novanta e il primo album è datato 2000. Da allora, Bianconi ha conquistato critica e fan pubblicando nove dischi con la band e due da solista. Da "La guerra è finita" e "Un romantico a Milano" a "Playa" e "Milano è la metafora dell’amore", passando per "Charlie fa surf" e "Bruci la città": per festeggiare il suo compleanno, ecco alcuni dei suoi brani più celebri

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È il frontman di una delle band indie rock italiane più conosciute, apprezzato anche per i suoi lavori da solista e per le collaborazioni con altri artisti: oggi, 25 maggio 2023, compie 50 anni Francesco Bianconi. Il cantante dei Baustelle è nato a Montepulciano nel 1973. La formazione del gruppo (che al momento è composto da Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini) risale alla metà degli anni Novanta, con il primo album datato 2000. Da allora, Bianconi ha conquistato critica e fan pubblicando nove dischi con la band e due da solista. Da La guerra è finita e Un romantico a Milano a Playa e Milano è la metafora dell’amore, passando per Charlie fa surf e Bruci la città: per festeggiare il suo compleanno, ecco alcune delle sue canzoni più famose.

Le vacanze dell'83, Gomma, La canzone del parco

Il primo album dei Baustelle esce nel 2000 e s’intitola Sussidiario illustrato della giovinezza. Pubblicato dall'etichetta indipendente Baracca&Burattini e distribuito da Edel, ottiene un buon riscontro da pubblico e critica. Nel disco si mescolano le varie influenze che caratterizzano lo stile del gruppo, dal pop italiano e francese degli anni Sessanta e Settanta alla new wave degli anni Ottanta, solo per citarne alcune. E nei testi emerge già la forte ironia che sarà una costante anche negli anni successivi. Il singolo che viene scelto per lanciare l’album è Le vacanze dell'83: ambientato negli anni Ottanta, racconta delle prime pulsioni erotiche ed emotive di un ragazzino durante una vacanza in una colonia estiva al mare. Nel disco ci sono anche due canzoni che verranno incise di nuovo dieci anni dopo: Gomma e La canzone del parco, tra le più amate dai fan. Nella prima la voce di Bianconi si mescola a quella di Rachele Bastreghi nel raccontare un amore adolescenziale e il caos emotivo che provoca. Anche la seconda parla dell’amore di una giovane coppia, che s’incontra dopo la scuola: a osservarla c’è anche un albero, che rimpiange di non poter vivere le stesse emozioni.

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Love affair e Arriva lo ye-yé

Il secondo album del gruppo s’intitola La moda del lento ed esce nel 2003, autoprodotto in partnership con Bmg Edizioni. Il primo singolo estratto è Love affair, che è stato anche il primo videoclip della band: parla di una prima volta e della scoperta del sesso da parte di due adolescenti. A consolidare la popolarità del gruppo è il secondo singolo, che racconta di un’avventura estiva tra un ragazzo italiano e una ragazza straniera: Arriva lo ye ye.

La guerra è finita e Un romantico a Milano

Nel 2005 arriva il terzo lavoro in studio, questa volta pubblicato con una major (la Warner). L’album, intitolato La Malavita e certificato disco d’oro, è inserito da Rolling Stone Italia tra i 100 italiani più belli di sempre. Racconta, in undici canzoni, diverse forme di "male di vivere". I due singoli estratti hanno un grosso successo e accrescono la popolarità dei Baustelle tra il grande pubblico. Il primo è La guerra è finita: un brano pop dal testo forte, che racconta la storia di una ragazza di 16 anni che decide di suicidarsi. “E nonostante le bombe vicine e la fame/Malgrado le mine/Sul foglio lasciò/Parole nere di vita/’La guerra è finita/Per sempre è finita/Almeno per me’”, si legge nel testo. “La protagonista era una mia amica”, ha spiegato Bianconi. Il secondo singolo, diventato una delle canzoni manifesto del gruppo, è Un romantico a Milano: si tratta dell’omaggio a uno scrittore, Luciano Branciardi, emigrato nel capoluogo lombardo negli anni Cinquanta. “Mamma/che ne dici di un romantico a Milano?/Fra i Manzoni preferisco quello vero: Piero”, è l’inizio del brano. “L’erba/ti fa male se la fumi senza stile”, è il finale.

Charlie fa surf e Il liberismo ha i giorni contati

Nel 2008 vede la luce - sempre con la Warner Music - il quarto disco dei Baustelle, Amen. Vince la Targa Tenco come “miglior album dell'anno” e viene certificato disco di platino. Ad anticiparne l’uscita è un altro dei brani più famosi del gruppo: Charlie fa surf. La canzone, ha raccontato Bianconi, è ispirata all’installazione di Maurizio Cattelan intitolata Charlie Don't Surf, in cui un bambino è inchiodato con le matite al banco di scuola. Il testo parla della voglia di ribellione degli adolescenti, ma è anche una critica a quei ragazzi che, nel tentativo di non essere omologati, finiscono per cadere in un finto anticonformismo che non fa altro che renderli uguali. Tra i brani celebri di questo album c’è anche Il liberismo ha i giorni contati: la protagonista è Anna, che vive in una società regolata solo dall’economia e vede crollare i suoi ideali e i suoi sogni.

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Gli spietati e Le rane

Nel 2010 arriva il quinto album in studio dei Baustelle: s’intitola I mistici dell'Occidente, stesso nome del saggio di Elémire Zolla. Il lavoro, certificato disco d'oro, è coprodotto da Francesco Bianconi e dall'irlandese Pat McCarthy, che ha lavorato con artisti internazionali come Madonna, U2, R.E.M. Il primo singolo estratto è Gli spietati, un pezzo che contiene riferimenti cinematografici, letterari e musicali. Parla della separazione, consapevole e crudele, di due innamorati. Il secondo singolo è Le rane. “È una canzone che parla del tempo che passa, del ricordo. Crescendo, invecchiando, si tende a ricordare la parte più bella di quello che si è vissuto, anche perché il ricordo è selettivo, e così confrontato con il presente dà spesso un senso di perdita”, ha spiegato Bianconi sul significato di questo brano.

La morte (non esiste più)

Tra le canzoni più famose dei Baustelle c’è La morte (non esiste più). È il primo singolo estratto da Fantasma, sesto album in studio della band uscito nel 2013. Il protagonista della canzone è un anziano che sente avvicinarsi la morte, ma che poi trova conforto in un canto liberatorio. “Il protagonista trova conforto in una visione pura, quasi ultraterrena, dell'amore. In questo modo riesce ad allontanare, almeno in alcuni momenti dei giorni che gli restano da vivere, la paura della morte. È una canzone sul passare del tempo, tema che lega tra loro le canzoni di questo disco”, ha raccontato Bianconi.

Francesco Bianconi e i Baustelle
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Amanda Lear e Ragazzina

Nel 2017 viene pubblicato, sempre per Warner Music, il settimo album in studio dei Baustelle: L'amore e la violenza. Il singolo di lancio è Amanda Lear, un brano elettronico che racconta di un amore finito in fretta a causa del pessimismo di lei. Riguardo al titolo della canzone, il gruppo ha spiegato: “Ci interessava il personaggio, chi non è affascinato da Amanda Lear? Ha avuto successo, una storia d'amore con David Bowie, ha posato come modella per il pittore Salvador Dalí, è una icona pop e in un disco pop come il nostro ci stava perfettamente”. A chiudere il disco è il brano Ragazzina, dedicato alla figlia di Bianconi.

Veronica, n.2 e Jesse James e Billy Kid

L’ottavo album dei Baustelle s’intitola L'amore e la violenza - Vol. 2: esce nel 2018 e rappresenta il seguito del disco precedente. Ad anticiparlo è il singolo Veronica, n.2, definito “una semplice canzone d'amore”. Il protagonista del brano è un ragazzo pessimista, che cambia completamente il suo modo di vedere la vita quando incontra una ragazza. “Ma adesso c'è Veronica/È tempo di Veronica/Giorni di Veronica/Solo per Veronica/Vedi la vita diversa con Veronica/Credi che il vuoto di colpo sia bellissimo/Neghi che tutto sia vano e tutto inutile”, canta. Il secondo singolo è invece Jesse James e Billy Kid: “Un pezzo californiano, solare, in cui si parla di qualcosa di triste come la fine di una cosa bella ma in maniera serena, pacificante”, ha detto Bianconi.

Il bene, L'abisso e Certi uomini

Nel 2000 esce Forever, il primo album da solista di Francesco Bianconi. I singoli estratti sono tre: Il bene, L'abisso, Certi uomini. Ne Il bene l’artista canta di come trovare la felicità anche nel pessimismo, citando Schopenhauer. Certi uomini rappresenta invece una riflessione sul senso della vita, su cosa muove il mondo, con una critica anche alle major discografiche (tra cui l'ex casa discografica dei Baustelle, la Warner Music). L'abisso è invece un brano introspettivo, drammatico e "psicoanalitico": parla delle paure dell’uomo - dalla morte al buio al niente - e di come per sconfiggerle serva rifiutare le convenzioni e immergersi nell'amore e nelle profondità di sé.

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Playa (con Baby K) e Bruci la città

Il secondo, e per ora ultimo, album da solista di Francesco Bianconi è Accade, uscito nel 2022. Raccoglie alcuni omaggi al cantautorato italiano, ponti tra stili musicali diversi, canzoni scritte per altri artisti. Tra i brani c’è Playa, remix della celebre hit estiva di Baby K reincisa in versione ballad insieme alla rapper. E c’è Bruci la città, brano che Bianconi aveva scritto per Irene Grandi.

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Contro il mondo, Milano è la metafora dell’amore, La nostra vita

Nel 2023, dopo i due album da solista e a quattro anni dall’ultimo lavoro con la band, esce il nono disco in studio dei Baustelle: s’intitola Elvis. I singoli estratti sono tre: Contro il mondo, Milano è la metafora dell’amore, La nostra vita. In Contro il mondo tradizione e azzardo si mescolano: la quotidianità fatta di yoga, di aperitivi e di routine si scontra con la necessità di evasione che culmina in un grido di ribellione. Milano è la metafora dell’amore è invece una fotografia nitida dell’hinterland milanese: il capoluogo lombardo, con la sua frenesia, le sue contraddizioni e la sua poesia, viene cantato con allegria e irriverenza. La nostra vita, infine, è una ballad agrodolce che parla della resistenza dell’amore. “Fine dell'estate della nostra vita/Sembrano rimaste solo sigarette spente/E un colossale niente”.

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