Il cantautore, pianista e compositore americano è nato nel Bronx il 9 maggio 1949. Tra il 1971 e il 1993 ha pubblicato da solista 12 album pop-rock in studio, mentre nel 2001 ne ha composto uno di musica classica. Vanta oltre 160 milioni di dischi venduti, sei Grammy vinti, centinaia di concerti nel mondo. Ecco quali sono stati momenti più importanti della sua carriera
Oltre 160 milioni di dischi venduti, sei Grammy in bacheca, centinaia di concerti sold-out. Billy Joel, uno degli artisti di maggior successo di tutti i tempi, compie 75 anni. Cantautore, pianista, compositore, è nato a New York il 9 maggio 1949. “Piano Man”, come è soprannominato in riferimento alla sua celebre omonima canzone, si è imposto come solista a inizio anni Settanta. Dal 1971 al 1993 ha pubblicato dodici album in studio che spaziano dal pop e rock, mentre nel 2001 ne ha composto uno di musica classica. Joel è il quarto artista solista più venduto negli Stati Uniti grazie a una serie di dischi diventati molto famosi, da The Stranger a 52nd Street, da Glass Houses ad An Innocent Man. Ecco le tappe più importanti della sua straordinaria carriera.
Le prime esperienze musicali
William Martin Joel è nato nel Bronx, a New York. Il padre era un pianista e uomo d’affari ebreo nato in Germania, scappato con la famiglia al regime nazista. La madre era figli di due emigrati inglesi. Billy ha iniziato a prendere lezioni di pianoforte a 4 anni. Da ragazzo ha suonato in un piano bar per guadagnare qualche dollaro, non si è diplomato e ha deciso di dedicarsi alla musica. A metà anni Sessanta, influenzato da Beatles e Elvis, si è unito agli Echoes, un gruppo che faceva cover e lui ha suonato il piano in diversi dischi pubblicati da altri artisti per l’etichetta Kama Sutra Productions. Joel ha lasciato la band nel 1967 per entrare negli Hassles, con cui ha pubblicato quattro singoli e due album, che non ebbero alcun successo commerciale. Joel e il batterista Jon Small hanno abbandonato la band nel 1969 per formare il duo Attila , pubblicando un album di debutto omonimo nel 1970. Ma anche questa esperienza si concluse subito.
Gli esordi da solista
Billy Joel ha firmato un contratto con la casa discografica Family Productions, con la quale ha registrato il suo primo album da solista, Cold Spring Harbour, che è stato un flop commerciale, anche se conteneva canzoni poi destinate a diventare popolari solo anni dopo, come She’s Got a Way e Everybody Loves You Now. Un dirigente della Columbia Records, dopo aver ascoltato la sua musica, gli ha fatto firmare un contratto nel 1972 e lui si è trasferito a Los Angeles. Qui ha lavorato in un piano bar per alcuni mesi e in quel periodo ha composto la sua futura hit Piano Man, inclusa nel successivo album omonimo pubblicato nel 1973. Anche questo disco non ha sfondato a livello di vendite. L’anno dopo è uscito Streetlife Serenade, che contiene i brani The Entertainer, Los Angelenos e Root Beer Rag. Ma il disco è stato considerato in modo sfavorevole dalla critica. Joel ha così deciso di tornare a New York, dove ha registrato il successivo album Turnstiles, con le celebri Say Goodbye to Hollywood e New York State of Mind. In questo disco autoprodotto suona per la prima volta con una serie di musicisti che lo accompagneranno per i successivi 15 anni di carriera (Liberty De Vitto, Doug Stegmeyer, Richie Cannata, Russell Javors), alzando il livello musicale dei suoi lavori in studio e dal vivo.
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Il successo mondiale
Joel conosce Phil Ramone, che da quel momento e per un decennio ha prodotto tutti i suoi dischi, a partire dal successivo The Stranger, primo enorme successo commerciale della sua carriera. Ha raggiunto il numero 2 in classifica grazie a brani come Just the Way You Are (che vinse due Grammy), Movin’Out, Only the Good Die Young e She’s Always a Woman. La rivista Rolling Stone ha classificato The Stranger come il settantesimo più grande album di tutti i tempi. Nel 1978 Joel ha pubblicato 52nd Street, che ha venduto oltre sette milioni di copie, spinto al numero uno delle classifiche dai successi My Life, Big Shot e Honesty. Questo disco ha fatto vincere altri due Grammy a Joel (migliore performance vocale pop maschile e album dell’anno). Con il successivo Glass Houses si è spinto su un rock più vicino alla nascente new wave. L’album ha trascorso sei settimane al numero 1 della classifica di Billboard, trainato dai successi You May Be Right, It’s Still Rock and Roll to Me, Don't Ask Me Why e Sometimes a Fantasy. Il disco ha vinto il Grammy per la migliore performance vocale rock maschile. E si è aggiudicato un American Music Award.
Icona degli anni Ottanta
Nel 1981 pubblica il suo primo album live, Songs in the Attic, che contiene molte canzoni dei primi anni da solista, poco conosciute al pubblico che l’aveva scoperto più tardi. L’anno dopo fa uscire The Nylon Curtain, ambizioso e più politico, nel suo racconto del sogno americano durante la presidenza Reagan. Il disco, che contiene i brani Pressure e Allentown, è stato realizzato con qualche ritardo perché Joel è stato coinvolto in un grave incidente motociclistico a Long Island, il 15 aprile 1982, ferendosi gravemente alle mani. Il successivo album, An Innocent Man, è tornato su tematiche più leggere. È un tributo all’R&B e alla musica doo wop. Contiene Tell Her About It, sua seconda hit finita al numero uno di Billboard, e Uptown Girl, che è diventata un successo mondiale. Nel 1985 Joel partecipa al progetto We Are the World di Usa for Africa. Nello stesso anno accetta di pubblicare un doppio Greatest Hits che ha raggiunto vendite record, oltre 11 milioni di copie solo negli Stati Uniti, venendo certificato come uno degli album più venduti della storia negli Usa. Nel 1986 pubblica The Bridge, che contiene i successi A Matter of Trust e Modern Woman. A fine decennio Joel licenzia il suo manager, cambia produttore ingaggiando Mick Jones e chiude la collaborazione con la storica squadra di musicisti che lo accompagnava da circa 15 anni. Il risultato è l’album Front Storm, che finisce al numero 1 trascinato soprattutto dal singolo We Didn’t Start the Fire.
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Dagli anni Novanta a oggi
Il nuovo decennio inizia nel 1991 con il conferimento del Grammy Legend Award. Nel 1993 pubblica il suo ultimo album da solista, River of Dreams, ottimo successo commerciale. Oltre alla celebre title-track, il disco include i brani All About Soul e Lullabye (Goodnight, My Angel). Da quell'anno Billy Joel ha iniziato, quasi ininterrottamente, a girare il mondo per fare concerti. Ad esempio il famoso tour in tandem con Elton John, proposto a più riprese nel corso degli anni. Nel 1999 è entrato nella Rock 'n Roll Hall of Fame. Nel 2001 invece ha pubblicato il disco di musica classica Fantasies & Delusions. Joel è il compositore e i brani sono stati eseguiti dal suo amico pianista Richard Hyung-ki Joo. Il disco ha raggiunto la vetta delle classifiche classiche e Joel ha poi usato spesso parti di questi brani come intermezzi nelle sue esibizioni dal vivo. Alcuni di questi fanno parte della colonna sonora del musical teatrale di successo Movin’Out (che ha vinto anche un Tony Award), basato sulle sue canzoni. Nel 2004 ha ricevuto la sua stella nella Hollywood Walk of Fame, nel 2007 ha cantato l'inno nazionale al Super Bowl e ha pubblicato i singoli All My Life e Christmas in Fallujah. Nel 2013 ha ricevuto il prestigioso Kennedy Center Honors, la più alta onorificenza della nazione, per aver influenzato la cultura americana attraverso le arti. Billy Joel, che nella sua vita privata si è sposato quattro volte e ha avuto tre figlie, nel febbraio 2024 ha pubblicato Turn The Lights Back On, il suo primo inedito dopo 17 anni.