Manuel Agnelli, l'esordio da solista si intitola Ama il prossimo tuo come te stesso

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Manuel Santangelo

Esce il 30 settembre un album nato durante la pandemia, in cui Manuel Agnelli si guarda dentro e cerca di trovare nuove strade per sentirsi libero

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Dopo aver provato ormai 27 anni fa a entrare “dentro Marilyn” nella ballata omonima degli Afterhours, Manuel Agnelli fa un altro passo in avanti e prova a scavare dentro se stesso. Lo fa attraverso un lavoro in uscita il 30 settembre, un nuovo disco che rappresenta il primo lavoro in solitaria per un artista che non si è ancora stancato di cercare nuovi stimoli, neanche una volta superati i cinquanta anni. Il titolo dell’album Ama il prossimo tuo come te stesso non deve far pensare a un’opera autocelebrativa: Agnelli parla di se stesso resistendo alla tentazione di dipingersi come un personaggio o peggio come un Don Chisciotte difensore della buona musica, rifuggendo così quelle stesse etichette che a lungo altri hanno provato ad affibbiargli.

Ama il prossimo tuo è un lavoro nato dalla dichiarata voglia di assaporare una nuova libertà creativa. Non è il classico esordio solista nato per dimostrare all’esterno che si può esistere anche “oltre” la band. Manuel Agnelli non cerca legittimazione da nessuno, non crede nemmeno di averne bisogno, cerca più che altro nuove strade e nuove possibilità meno castranti.

Non sono immaginario

L’ex leader degli Afterhours non esordisce da solista adesso perché in questo momento si sente più pronto, non pensa di essere arrivato alla sua migliore versione possibile. Non crede neanche che invecchiando ci si evolva poi tanto, a dirla tutta. In un’intervista al quotidiano L’arena ha detto: “Invecchiando uno accetta tante parti di sé che sono mediocri, compromessi che da giovani rifiutavamo. In realtà, se siamo fortunati, riusciamo a vivere più in armonia con ciò che ci circonda, ma è solo perché ci siamo adattati”. Un concetto esplicitato anche nel disco che si chiude con un eloquente “Che noi cresciamo è una bellissima bugia /ci appoggiamo un po’ alla nebbia intorno a noi”.

 

Non è un caso che sulla copertina, dove vediamo il cantante apparire per la prima volta in carriera con il suo volto, ci siano delle fiamme a nasconderlo. È come se perseverasse un bisogno di non lasciare emergere tutto, non troppo facilmente almeno, anche in un album tanto personale. “Questo disco è quasi una sceneggiatura, devi assaporarne tutte le sfumature. Io per primo”, ha spiegato a Rolling Stone, evidenziando come ad emergere da Ama il prossimo tuo siano comunque sempre “tanti Manuel”, in un patchwork dove si incontrano Aznavour, la musica sperimentale e Diabolik. L’album emerge come un arazzo dai molteplici colori, anche se è nato da un nucleo estremamente minimale.

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Non sparate sul pianista

Ama il prossimo tuo ha come punto di partenza il primo amore di Agnelli, il pianoforte e questo è chiaro all’ascoltatore già dalla prima traccia (Tra mille anni mille anni fa). Poi, senza avere ancora ben chiaro cosa avrebbe fatto di quelle idee, Manuel Agnelli ha iniziato ad arricchire questi spunti compositivi. Essendo tutto nato in maniera spontanea, durante la pandemia, il cantante non aveva a disposizione un batterista o un vero studio, così ha iniziato a creare la sezione ritmica partendo anche da oggetti quotidiani trovati in cucina. A quel punto l’artista nato a Milano si è reso conto che quello che stava nascendo in maniera estemporanea e non progettuale poteva evolversi davvero in un lavoro solista, attraverso cui ricercare una nuova libertà ed eludere il rischio di cadere nella routine. "Tutto è stato interessante, quando ho riascoltato i pezzi dopo qualche mese e quando poi potevamo, in realtà, incontrarci e riprodurre tutto, mi sono piaciuti i suoni. Mi sono detto non vedo perché li devo far suonare a qualcun altro, questo è esattamente quello che voglio", ha spiegato nell'intervista a Sky TG24.

 

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D’altronde, da  quando aveva composto dei brani per la colonna sonora di Diabolik, Agnelli meditava di fuggire almeno temporaneamente dalla gabbia di una band di successo. Quelle canzoni nate su commissione fanno oggi parte di un disco dove in fondo si parla sempre d’amore per se stessi e per gli altri, nella maniera più estensiva possibile.

Ama il prossimo tuo fa emergere il ritratto di un’artista che non ha mai scelto la via più conveniente, facendo a volte scelte anche sorprendenti come l’avventura in televisione. Un uomo maturo che ora guarda al futuro con tanti progetti nuovi da realizzare e con la solita voglia di uscire dalla comfort zone. Il disco solista non sarà un esperimento estemporaneo ma anche un ritorno con gli Afterhours non va escluso nel futuro. Anche se un eventuale nuovo lavoro con la band resta comunque subordinato alla necessità di dire qualcosa in quella forma. Nell’attesa ci godiamo Ama il prossimo tuo come te stesso, ennesima nuova reincarnazione di un artista che sa come affabulare il suo pubblico e non ha paura di perderlo, neanche quando osa. Non a caso le prime parole che aprono il disco sono: “Io cado in piedi sai farò un inchino e tu riderai”.

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