Pietro Roffi, l'album Oltrepassare: "Porto la fisarmonica a dialogare col futuro"
Musica
Il disco si sviluppa attorno al dialogo tra fisarmonica, pianoforte, elettronica e un ensemble d’archi. L'INTERVISTA
Oltrepassare è il nuovo album del fisarmonicista Pietro Roffi, è un progetto di musiche originali per fisarmonica, quintetto d’archi, pianoforte ed elettronica. Interamente composto da brani inediti, sarà disponibile a partire dal 30 gennaio 2026 in formato CD. Questa produzione nasce con il sostegno del Ministero della Cultura e della SIAE, nell’ambito del programma Per Chi Crea. Il disco si sviluppa attorno al dialogo tra fisarmonica, pianoforte, elettronica e un ensemble d’archi. La produzione musicale è curata da Alessandro Stella, che contribuisce anche al pianoforte, mentre l’elettronica è affidata a Carmelo Patti. Le composizioni si adattano perfettamente alle personalità dei musicisti coinvolti, creando un dialogo musicale ricco e armonioso che valorizza ogni singolo contributo.
Pietro il nuovo album lo hai intitolato Oltrepassare verbo che trasmette un senso di movimento: da dove sei partito e dove ci porta?
Il verbo è appositamente al temo dell'infinito perché è una parola che apre a molti orizzonti. Non so dove sta andando la mia musica ma so che si sta allentando dai limiti che vengono dati alla fisarmonica. Il titolo me lo sono trovato un po' in mano, è una esigenza e un movimento interno miei di spingere la fisarmonica a fare un passo più.
Una caratteristica del disco è che è scritto in forma dialogica nel senso che la fisarmonica dialoga con gli altri strumenti: l'obiettivo è trasmettere un senso di condivisione anche umano?
Assolutamente sì: nel momento in cui uno strumento così dialoga con archi, elettronica e pianoforte si è tutti insieme. L'obiettivo sarà sempre di non chiudermi come musicista e fare risperare lo strumento e creare condivisioni con altri musicisti. Questo è un disco corale che mi porto dentro da quattro cinque anni.
Oltrepassare è, come detto, movimento ma non solo fisico: la sensazione che è che vai oltre i pregiudizi e i giudizi, che è un manifesto identitario. E' così?
Ti ringrazio per questo assist, anzi è un gol. E' un album manifesto le cui motivazione saranno scritte nella versione fisica. E' dare una voce nuova a uno strumento che deve dire ancora tutto. Sono cresciuto tra pregiudizi a volte sfociati in forme di bullismo: chi non ha un nonno che suona la fisarmonica? Poi c'è chi ti dice che finirai a suonare sotto la metro. E' la mia missione nobiltarla.
Storicamente la fisarmonica è folclore, è sempre stata sottovalutata: in cosa consiste la sua modernità?
E' uno strumento completo, anzi per esperienza diretta ti dico che è anche il più difficile al mondo. Al centro ha il mantice che è un respiro condiviso con chi lo suona. La tradizione non è un peso, è una radice di cui vado fiero ma io quel suono lo faccio espandere, lo modulo con l'elettronica, lo mischio con archi e lo ricompongo con note poi provo a fargli spiccare il volo. Il cuore dell'album è la suite Oltrepassare divisa in tre capitoli: le radici, il ponte e il volo dove prende coraggio e diventa colonna sonora di più persone.
Il brano che, secondo me, più fa sognare è Quasi un Tango, per altro un genere che la fisarmonica ha reso immortale: cosa ti piace di quel mondo? E sei più legato a Gardel, Troilo, Goyeneche o a Gotham Project ed electrotango?
Tango e fisarmonica sono un binomio anche se fondamentale è il bandoneon del tango nuevo di Astor Piazzolla, che ho più volte suonato: chi non conosce Libertango e non vuole sentirlo alla fisarmonica? Il titolo è ironico perché ha un ritmo che non si potrebbe danzare e significa che è una suggestione che ricorda un tango.
Ieri Oggi e Domani credo sia un omaggio al film di Vittorio de Sica del 1963 con Sophia Loren e Marcello Mastroianni: cosa ti ha spinto in quel mondo da te così lontano?
La storia è particolare: nasce qualche anno fa in occasione di concerto in un palazzo a Roma dietro piazza Navona, dove c'è il balcone dove viene girata la famosa scena del film. Solo qualche giorno prima avevo visto quel film per la prima volta. Mi chiesero di accogliere gli ospiti suonando qualcosa di diverso, qualcosa che non avrei eseguito a teatro. Uno del pubblico lo ha ripreso ed è stato un cerchio che si chiude: piazza Navona, Roma, il film, una melodia dal sapore un po' popolare. Ieri la tradizione, poi c'è l'oggi ma anche il domani perché lo strumento parla di futuro.
Out of the Blue anche lei è un film anche se solo del 2022: anche qui è una citazione oppure è un viaggio umano oltre il blu, che sia del cielo o del mare?
Questo non lo sapevo. Nel titolo c'è un gioco di parole, in italiano significa di punto in bianco e la melodia nacque in una notte. Il blu è il colore trainante del disco e io cerco di fare quel passo oltre che può anche essere stupore.
Roots ovvero radici: cosa sono le radici nel 2025? Bisogna mantenerle, come raccomandava Cesare Pavese ne La luna e i Falò, ho il mondo è popolato da apolidi?
Per me sono importantissime, è quasi impossibile non averle: che siano di luogo di un sentimento o di abitudini restano fondanti. Continuo a vivere dove sono nato e cresciuto, nella campagna intorno a Roma. Che piaccia o meno parlano di lentezza perché le radici prima di...radicarsi ci mettono tempo e in futuro, nel mondo di chat gpt, chi saprà riconoscere l'importanza delle radici sarà più fortunato.
Che accadrà agli inizi del 2026 nel tuo viaggio artistico?
Voglio portare in giro l'album il passo successivo a Oltrepassare, Da ascoltare è bello ma da condividere di più perché fisico e concreto. Poi sto già lavorando ad altre composizioni e progetti e poi c'è l'insegnamento che non è insegnare ma trasmettere la fame di fisarmonica alla generazione di domani.