Pippo Pollina, l'album Fra Guerra e Pace: "La Musica e la Cultura alimentano la speranza"
Musica
Il nuovo progetto del cantautore siciliano è una dichiarazione politica che offre anche un barlume di speranza in questi tempi turbolenti. Il 13 gennaio parte un tour di oltre 130 concerti che toccherà dieci paesi europei; in Italia arriva in primavera. L'INTERVISTA
Fra Guerra e Pace, il nuovo progetto discografico di Pippo Pollina, si presenta come una dichiarazione politica, un monito poetico e un barlume di speranza in tempi turbolenti. Con una scrittura intensa e una musica ricca e diversificata, l’artista avvicina il pubblico alle storie e ai protagonisti dietro i titoli dei giornali, tra dolore, amore e speranza. I titoli delle canzoni e i loro testi ci mettono davanti a storie dure e a realtà spesso brutali. La notte dei cristalli, registrata insieme ai suoi due figli, il cantautore Faber e Madlaina Pollina, segna la prima volta in cui i tre si esibiscono in un brano insieme. Free Palestina dà invece voce a una terra ferita, priva di ricordi, di pane e di dignità, ma abitata da un coro di voci che continua a gridare alla sua libertà. Nonostante tutto, nei brani risuonano la speranza, l’amore e l’umanità, che emergono come un antidoto alla sofferenza. La canzone Fra i petali del girasole racconta la storia di un soldato ucraino in licenza che, pur segnato dalla guerra, continua a sognare una vita diversa lontano dal Donbas, perché la vita, dopotutto, custodisce ancora tanta bellezza. Il tour partirà il 13 gennaio da Costanza, in Svizzera, per poi arrivare in Italia nei mesi successivi.
Pippo ovviamente partiamo dalla storia di un progetto così complesso e profondo, al punto che tu stesso lo hai definito un manifesto: come e quando è nato e cosa ti ha spinto in una direzione Fra Guerra e Pace?
Fin dall'inizio del mio canzoniere ho sempre abbracciato una opzione sociale, ho già scritto contro la guerra perché parte della tradizione del songrwriting occidentale, da Bob Dylan a Fabrizio De Andrè fino a Mikīs Theodōrakīs; è un manifesto portante del cantautorato nobile e sensibile a certi temi. Visto lo scompaginamento geopolitico dell'Ucraina ho puntato ai temi di guerra e pace anche emotivamente: cosa vuol dire tutto questo per chi vive in guerra? Come cambiano amicizia, amore, sete, fame? Ma nelle canzoni c'è anche tanta speranza che viene alimentata dalla musica e dalla cultura.
A 18 anni hai scelto di non fare il militare e forse cullavi la speranza che ci sarebbe stato sempre meno bisogno di eserciti. Nonostante tutto resti un sognatore come il soldato ucraino di Fra i petali del girasole?
Sono un sognatore realista, faccio riferimento all'analisi della realtà quando scrivo speranze e auspici. Sono entrambi elementi importanti della mia formazione e dei miei intendimenti. Cerco equilibrio interiore e sono sempre un convinto pacifista, ho verso il riarmo in Europa una posizione molto critica.
Come possiamo capire se siamo dalla parte giusta della storia?
Il termometro è dato dalla libertà e dal rispetto, questi ce lo fanno capire. Sta a noi interpretare con spirito obiettivo e comprendere se abbiamo abbastanza libertà e rispetto.
"Cresci e credi ancora a quelle fiabe di una volta che riaccenderanno la passione": Il Volo del Colibrì ha del disincanto: davvero non troveremo più "quell'orizzonte di felicità rubata"?
Sono le parole di una persona anziana a un bambino appena nato, è una rilettura de Il Vecchio e Il Bambino di Francesco Guccini riportata ai giorni nostri. L'avvicendamento generazionale è quello che un anziano si sente in dovere di trasmettere ed è nobile ma anche vano poiché per quanto si faccia riferimento a insegnamenti del passato uno deve provare certe cose sulla propria pelle. Il concetto di storia magister vitae vale fino a un certo punto perché ognuno deve fare le sue esperienze.
"E finirà lo so questa guerra inutile": i petali del girasole sono l'ombra di un bel fioro di Bella Ciao o i mille papaveri rossi de La Guerra di Piero? Siamo tutti Cristi sul selciato, a cento e a mille, come canti in Signore, da qui si domina la valle?
Non siamo tutti sul selciato. Sono quelli che non hanno certezze sul serio. Noi non ne abbiamo filosoficamente ma ne abbiamo di più di tanti altri disgraziati che se si svegliano la mattina e sono vivi devono ringraziare non si sa chi. La Palestina è preda e oggetto di una aggressione indiscriminata da parte di chi ha un disegno imperialista, scriteriato e disgraziato. Hanno deciso che dalla Palestina se ne devono andare per fare grande Israele: è assurdo che il mondo stia a guardare e possa solo manifestare blandamente.
Con La Notte dei Cristalli ci porti al 9 e 10 novembre del 1938: quanto è importante ricordare quei due giorni, la cui violenza fu pretestuosamente legata all'assassinio a Parigi del diplomatico tedesco Vom Rath, in quest'epoca che evidenzia un risveglio preoccupante delle destre nel mondo?
E' importante fare capire che bisogna sempre stare dalla parte della libertà. La canzone che citi la ho messa appositamente accanto a Free Palestina, sono due facce della stessa medaglia. Questo disco vuole stare dalla parte della gente invocando una laicità di posizione politica, la gente la guerra non la vuole, sono convinto che in Israele e in Russia in tanti non sono d'accordo con Putin e Netanyahu, come qualcuno non in Ucraina è d'accordo con Zelens'kyj. Dietro ci sono personaggi grigi che muovono guerre per i loro interessi: non è complottismo è storia.
Descrivi Gaza come una città di ombre capovolte in Free Palestina: da anni le piazze non erano così piene come per la manifestazione per una Palestina Libera. Credi che l'ultima generazione abbia più coscienza civile della nostra?
No, io non credo negli slogan. Un cambiamento vero nasce da una esigenza profonda che non può percorre la strada dello slogan, Free Palestina è sterile se non conosci le cose e non c'è un cambiamento di coscienza. Lo slogan è populista e questo approccio mi dava fastidio già a fine degli anni Settanta quando iniziavo a frequentare le piazze: già allora il coro sterile dello slogan mi infastidiva. Amo approfondire, c'è un ragionamento nelle mie canzoni impegnate, c'è un lavoro di ricerca precedente alla scrittura.
Questo Tempo Insieme è la mia preferita: ha una profonda melanconia quando dici appunto che il tempo non tornerà ma conosce l'amore e quello che fa. La forza dell'amore ci salverà o anche lei è corrosa da una umanità sempre più egoista?
Salverà ciascuno di noi che ne capisca la profondità. La forza dell'amore è l'unica salvezza anche perché l'amore ha in sé un amore cristiano che spiega perché il cristianesimo aveva germi rivoluzionari.
Hasta Siempre è dedicata a Pepe Mujica, un tuo altro brano ha raccontato di Victor Jara, cantautore ucciso dalla dittatura cilena: raccontare le persone, oltre che i fatti, quanto è importante?
Importantissimo perché ci sono personaggi che vanno narrati, io ho scritto tante canzoni ad personam nel mio canzoniere. Attraverso il loro esempio di vita ci indicano una strada e spiegano come è possibile sceglierne una differente. Non è solo la necessità di farsi vedere ma c'è una urgenza interiore che mostra al mondo che si può vivere e agire in modo diverso. Muhammad Ali non andò in Vietnam e fu condannato a tre anni di carcere per questo ma fu un esempio per tanti; poi c'è il Black Power, Tommie Smith fu espulso e non poté più correre; Peppino Impastato sappiamo tutti che fine ha fatto. Quei gesti le conseguenze le hanno ma tanti ne sono ispirati e si costruiscono una coscienza civile avvalorando il sacrificio di questa gente.
Nel 2026 ci sono tre compleanni importanti: i 30 anni di Nuovi Giorni di Settembre e i 20 Rossocuore e Versi per la Libertà: li festeggerai?
Non ci avevo pensato ora sono preso da Fra Guerra e Pace che accoglie argomenti che mi preoccupano. Ripensando alle ricorrenze che mi hai detto, mi sembra che questo tempo sia volato. Comunque ci penserò.
Che accadrà nei primi mesi del 2026?
Mi aspetta una lunga tournée di oltre 130 date tutte già panificate: il 13 gennaio partiamo dal Lago di Costanza, poi Zurigo e inizia un tour che mi porterà in dieci paesi europei. In Italia sarò da fine aprile e debutto a Firenze, poi in estate in alcuni appuntamenti e quindi di nuovo in autunno.