L'artista napoletana termina i concerti legati al mondo della favole che lei ha rigenerato, portandole, attraverso quella che lei chiama "la mia terra di mezzo", nel mondo dei grandi. L'INTERVISTA
Dopo la data di ieri sera a Bologna e quelle di stasera, 5 dicembre, a Torino e di domani sera, 6 dicembre, a Milano, termina il tour di Dada', l'artista napoletana che ha reinterpretato il mondo delle favole con il suo album Core in Fabula. Nelle canzoni l’artista, all'anagrafe Gaia Eleonora Cipollaro, racconta fiabe di sua invenzione e traghetta l’ascoltatore in mondi sospesi tra il grottesco, il popolare, l’avanguardia e la poesia, tra l’infanzia e l’età adulta. La cantautrice propone, con una sterzata d’effetto rispetto ai suoi precedenti lavori, un tuffo negli abissi delle sue conoscenze musicali e dei suoi gusti, in cui si mescolano il cantautorato, l’elettronica, il Mediterraneo, la tradizione napoletana e il folk di tutto il mondo, dando voce a emozioni comuni, personaggi surreali e trattando tematiche inclusive, profonde, corali e talvolta autobiografiche.
Gaia siamo alla fine di un bellissimo viaggio: è il momento quindi di non ispirarsi alle favole ma raccontare la tua?
Con occhi sorpresi, ho scommesso sul concept sulla favola che sembrava per i piccoli e invece anche molti grandi apprezzano e dunque io posso raccontare un finale non da vissero felici e contenti ma vivi e contenti.
Ho visto che la caccia al vinile!
Ne sono rimasti trenta per tre date e li ho divisi: dieci ieri sera a Bologna, dieci stasera a Torino e gli ultini dieci domani sera a Milano. Non credevo che le fiabe potessero riaccendere questi desideri e io per prima ne ho scoperto nuovo sfaccettature.
Facciamo un passo indietro e andiamo a San Gennaro Groove dove il patrono di Napoli protegge Maddalena, la grande peccatrice: quale è oggi il confine tra sacro e profano?
A Napoli, il confine è lì. Senza geografia è dolce e c'è la liberta. L'uomo viaggia tra libertà e radicamento, è quello che accende è la vita.
In un post dell'epoca hai scritto che tutti abbiamo bisogno di un rito e il tuo era toccare per un'ultima volta San Gennaro: oggi hai un altro rito?
Il rito cambia come cambiano gli uomini. Oggi ne ho di nuovi, ho sempre con me oggetti ben definiti che devono essere in valigia.
A proposito di santi, i tuoi testi sono permeati da una religiosità umana mentre cresce nel mondo il fanatismo: ti senti più eretica o più rasserenatrice attraverso l'arte e le favole? Sei della famiglia che cerca Dio ma piange nella via come canti in C'era una Volta l'Anima Mia?
Non rasserenatrice ma risvegliatrice: quando comunico con la mia musica l'intento è risvegliare, ma non so se da un incubo o da un sogno. Sono nel confine che la mia città mi ha dato e che si misura tra passo oltre e il restare. Volando a mezz'aria guardi tutto e dove osservare puoi scegliere, alterni il volo o vero l'alto o in basso puoi scavare.
In Odilia c'è "un gelato per me un cono stracciatella e scaglie d’oro": quale tuo gusto preferito?
Sono una feticista del gelato artigianale, mi hanno criticata fin da piccola ma amo fragola e cioccolato.
Credi che nel tuo prossimo lavoro Odilia avrà la bocca e potrà dimostrare anche con i baci la sua passione?
Le ho immaginato un futuro, lo racconterà lei, si è ridestata, i personaggi si svegliano e anche io.
In 'Nguento citi la Janara: esistono ancora queste figure misteriose ma salvifiche, cui a volte anche la Chiesa pur condannandole si rivolgeva?
Esistono, sono poche, adesso vengono accolte diversamente. Ogni donna oggi viene vista come una figura da contrastare se esiste nella sua pienezza. Le persone del luogo le davano più potere rispetto alla Chiesa e alla medicina. Sono legata a queste figure popolari.
Tango Touché che storia ha? Chi sono i due follettini innamorati?
Sono tutti gli innamorati, è una coppia che nella padella dell'amore può avere la cottura perfetta o andare in fumo. Quel bilanciamento arriva solo dalla consapevolezza e dalla responsabilità emotiva dà, anche qui la magia sta nel misurare, nell'equilibrio.
Il tuo equilibrio dove risiede?
Vivo nel mondo di mezzo, con slanci super iperbolici ma essendo anche umana ho bisogno di piccole radici, insomma sono un po' cielo e un po' terra.
La grande responsabilità di auto-prodursi è un peso o è libertà?
Ogni libertà ha un peso. Ci sono responsabilità tangibili, anche emotive; ma ogni peso vissuto con libertà è la vera libertà.
A proposito di libertà, la tua arte è equilibrio tra radici e, appunto, libertà: è difficile trovare un equilibrio?
Mai difficile, mi appartiene, mi arriva da Napoli e ci sono rimasta incastrata, il destino iconografico della città me lo porto dietro ma nonostante l'agio del culo nel paniere vado altrove. La mia via la ho trovata nel mezzo e non con troppo sforzo. Mi perdo se voglio appartenere ad altre realtà, perdo in spontaneità.
Hai scritto sui social "mi ho inventato io": è il tuo orgoglio?
Era un gioco anche verbale per unire le gag a partire da Pippo Baudo che diceva l'ho inventato io. Io mi ascolto.
Mi è capitato recentemente di riascoltare la canzone che racconta di Leonilda: ti succede di andare nei luoghi della tua infanzia? Quei luoghi dove, per dirla con Eduardo, se vedi due persone su una panchina hai già una sceneggiatura?
Vengo dal centro storico e tutto è sceneggiatura, anche un dialogo con mia madre: tutto si muove su piano estetico e viscerale. Napoli è una città iconica come immagine.
Questo 2025 al tramonto di ha portato ad aprire i concerti dei Massive Attack: cosa ti porti di quell'esperienza?
E' stato molto bello, in apertura ci sono state la Gaia trentenne e la Gaia adolescente, mai avrei pensato di inciampare in questa esperienza soprattutto con le fiabe. In termini umani combaciano con inclusività e libertà della loro musica. Ho condiviso spazio con Elizabeth Fraser che ha avuto vicino l'alito di Jeff Buckley: toccare con le emozioni questi personaggi è stata un ulteriore sicurezza per essere me stessa, la loro accoglienza mi ha fatto abbracciare meglio chi sono.
'A vita è na cavalla: oggi ne tieni le redini o hai ancora timore che possa imbizzarrirsi?
Timore mai ma non tendo a tenere le redini, la tengo d'occhio, è una cavalla del Sud e basta occhiata mia come buona madre per ammansirla. Ma va anche assecondata nel tragitto.
Dopo la serata di Milano che accadrà?
Sono instancabile, da anni mi muovo in continuazione e a gennaio farò due date a Napoli con uno spettacolo fiabesco con la musica meno protagonista e in recitazione io sola. Poi tornerò nella caverna dello studio con idee e orecchie diverse. Grazie anche al mio pubblico con quale mai immaginato un rapporto diverso, il nostro è dialogico e non è scontato, mi piace il contatto. Racconto le favole del nuovo focolare contemporaneo: mi piace l'idea del villaggio in termini comunitari, il fuoco si accende meglio in comunità.