Jovanotti, gira il mondo con L'Arca di Loré e pubblica l'album Niuiorcherubini
MusicaL'album uscirà il 20 novembre ed è nato da jam spontanee in analogico. La parte italiana del viaggio avrà protagonista il Sud e gli spostamenti saranno fatti in bicicletta: chiunque potrà pedalare con lui. Gran finale, per festeggiare anche i suoi 60 anni, il 12 settembre al Circo Massimo. IL RACCONTO ATTRAVERSO LE PAROLE DI LORENZO
Qualcosa nell'aria circolava da un po'. E non si trattava solo di musica. A dire il vero quando le voci si accostavano al nome di Lorenzo Cherubini Jovanotti si ragionava a un Jova Beach Party Ter. E invece Lorenzo ha stupito, reinventando e colorando l'Arca di Noè e sorprendoci con un disco che si distacca in toto dalla sua precedente Il Corpo Umano Vol. 1 (che per ora è destinato a restare figlio unico). E per raccontare questo nuovo e plurimo viaggio, che terminerà nell'Urbe tra poco meno di un anno, a ridosso del suo compleanno numero 60 anni (lo celebrerà il 27 settembre 1996 chiosando che "Mosè è morto che ne aveva più di novecento") ha scelto quella che è la sua città per antonomasia, quella dove è nato: "Roma è la mia città ma quante sono le mie città? Molteplici ma a Roma sono nato e ci ho vissuto fino a 19 anni e sarà sempre più la mia città, se tutte le strade portano a Roma tutte ci partono. Qui sono nato ma io rinasco continuamente, in ogni città. Faremo tantissima strada insieme perché ognuno troverà il suo posto sull'Arca di Lorè. A Roma arriveremo il 12 settembre al Circo Massimo e sarà la fine del viaggio. Eravamo come sempre alla fine dei tempi è una citazione di Jorge Luis Borges ma sono parole di cui mi impadronisco perché questo è uno stato d'animo. È la mia risposta ogni volta che mi chiedono come sto e io dico che siamo sempre alla fine del mondo e all'inizio di un nuovo qualcosa".
Ovviamente Lorenzo pur essendo un artista ha un senso della realtà molto vivido e profondo, è consapevole di un mondo che non è quello che si sperava: "Intorno a noi c'è un senso di catastrofe incombente, crollano cose che credevamo di sapere, questo è un tempo di tacito sconforto, di paura, siamo dentro una nuvola che chiamo il marketing della depressione. Mai avrei pensato di viverlo da grande, la mia generazione, parola per altro che non amo, è l'ultima cresciuta con una certezza razionale che le cose andassero verso il meglio, con una idea di progresso fatta di miglioramenti, più soldi, pace, cultura, istruzione, viaggi, aperture, allegrie, scambio di opinioni, benessere. Insieme a tante che sono accadute sono però saliti ansia, paura, incomprensione, polarizzazione, estremismi, la santa Inquisizione dei social network, la sensazione di catastrofe imminente. Eravamo come sempre alla fine dei tempi e il mio carattere mi porta a reagire e la soluzione è aprire porte, andare a scoprire il mondo con speranza e gioia che non è negare l'evidenza del tragico che la specie umana sta attraversando, ma io voglio partorire il nuovo con la luce degli occhi". Questo ragionamento Jovanotti sceglie di chiuderlo con una citazione che è a sua volta in segnale di costante desiderio di ripartenza ed è "dove cadrete e inciampate lì troverete l'oro".
I CONFINI SONO SOLO NELLA TESTA DELLA GENTE
Gli artisti hanno il privilegio di mettere energia attraverso la festa e il divertimento, sanno coltivare la speranza. Lorenzo cita il lascito di Papa Francesco quando, poco prima di morire, disse "siate testimoni di speranza". E a questo Jovanotti si ricollega: "La speranza è sì una grazia ma si nutre di contatto, viaggio, conoscenza, musiche e in questi mesi di progettazione avevo in mente come massimo simbolo della speranza, comune a tutte le culture e di redenzione Pop, un archetipo, un concetto, la pancia della balena e io ci salirò fino ai miei 60 anni che compirò nel settembre 2026. L'Arca di Loré ha un logo tipico della Mesopotamia che accompagna un viaggio che parte da Roma per ricongiungersi a Roma. L'Arca la ho scelta non per capire cosa salvare dei miei 60 anni, non sono così presuntuoso, ma per comprendere cosa portare nel futuro". Come sempre avviene qui si va oltre il concetto di concerto per il significato che l'etimologia gli attribuisce. Quindi durante le tappe de L'Arca di Loré, lui giocherà col pubblico su liste di cose da salvare e da lasciare andare. Lorenzo salva subito il ritmo ma se condiviso e stavolta vuole portarlo dove non lo conoscono: "Suoneremo ovunque saremo accolti e anche dove non mi conoscono per inseguire la prima "voltità", parola non traducibile ma che è spiazzante, terapeutica e generativa anche se il primo a essere generativo devono essere l'essere umano e la natura. I confini sono solo nella testa, nelle culture e nelle cose che accadono. Andremo a Kinshasa in Congo per la settimana della musica, andremo in Australia, forse andremo in Marocco e in Niger, poi a inizio estate eccoci in Europa". La band è la chiave di questa storia, per il recupero dal suo incidente in bicletta Lorenzo è stato alla Health Clinc di Lucia Magnani a Castrocaro: in quel salone delle feste ha fatto le prove del recente tour nei palasport. Lì ha trovato la band che definisce "la mia migliore di sempre" e visto che oggi sul palco c'è tanto di tutto ma pochi musicisti aveva bisogno di una band come mai ne aveva avuto. Ci sono state 600 mila persone nelle 54 date nei palazzetti e lui terminati i palazzetti anche staccare aveva voglia di sentirli ancora e condividere con loro un'altra esperienza.
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NASCERANNO VILLAGGI TEMPORANEI PER 50 MILA PERSONE
"Il giro del mondo è una grande rincorsa che arriva in Italia per farmi gettare tra le braccia della mia gente su un'Arca che partirà dal Sud per dirigere su Roma". Un itinerario quasi garibaldino che sarà animato da feste itineranti in altrettanti fine settimana e si chiameranno Jova Summer Party: "Quando valutavamo se fare il terzo Jova Beach Party ho pensato che sarebbe stata la ripetizione di un format e non è nella mia natura, mi piace cercare altro. Poi viviamo nell'epoca di notizie più importanti dei fatti, il Jova Beach Party ha avuto una cura maniacale dei dettagli, dalle emissioni alle bonifiche, una cura reale ma sentivo di notizie di devastazioni e inquinamento che non c'erano state e mi ferivano. Quindi perché rientrare in un ambito violento e pretestuoso che ci ha portato 16 denunce nessuna delle quali è andata oltre il primo esame? Noi eravamo bravi eppure c'era un dogmatismo contro il quale era impossibile dialogare". Ma Lorenzo e la sua brigata vuole festa e allora hanno identificato luoghi al Sud dove non c'è mai stata musica ma, chissà, potrà ospitarla in futuro. Per dare un dato "pulito" col PalaJova hanno abbattuto non il 100 ma il 102 per cento delle emissioni sui trasporti. Il Sud sarà protagonista perché col PalaJova ci sono fermati a Roma non essendoci molte strutture coperte al Sud: "L'Arca - aggiunge Lorenzo - nasce nell'entroterra e si fa raggiungere dall'acqua: la festa porta bellezza e follia, organizzazione e musica dove non te lo aspetti. Non è solo un concerto, è un prototipo di festa sui prati con dj e artisti del mondo, si parte nel primo pomeriggio e io ci sarò sempre a fare il direttore del circo". Saranno costruiti villaggi temporanei di un giorno per 50 mila persone, collaborando con realtà locali per i track food. I costi sono alti dovendo costruire tutto ma ci sono tanti sponsor che sostengono il progetto.
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ESCE IL 20 NOVEMBRE L'ALBUM NIUIORCHERUBINI
"L'Italia me la faccio tutta in bici con chiunque vorrà unirsi alla carovana": il riferimento è al Cantagiro che attraversava l'Italia con furgoni e decapottabili, che all'epoca era molto chic, mentre oggi il cool è la bici e con le elettriche è una esperienza per tutti. Da bambino Lorenzo era rimasto colpito dal viaggio da Milano a Roma a cavallo di Mogol e Battisti. Anche per i trasferimenti c'è già una soluzione: "Ci fermiamo nei paesi che ci ospitano e faremo musica improvvisata. Per me è un modo per invitare la politica a investire su ciclovie vere per un turismo più lento e consapevole. Ogni paese ha una storia e raccontandola facciamo in modo che si possano così cacciare via le passioni tristi". A proposito di città che ama, Jovanotti è stato stato recentemente a New York per fare un pezzo di salsa e già che c'era ha preso contatti su Instagram con musicisti che non conosceva per fare una jam, per divertirsi senza l'idea di fare un disco. Al terzo giorno ha realizzato che non erano schizzi di canzoni, ma canzoni vere che gli davano felicità e ha registrato un disco su 16 piste analogiche senza ripensamenti: "Per me sarà un grande successo anche se lo ascolteranno in cinque: sono tredici pezzi fighi ed esce il 20 novembre col titolo, in omaggio allo storico album DallaCaruso, Niuiorcherubini. È un disco molto funk con testi estemporanei nati d'istinto dunque non mi prendo la responsabilità di dire che parla del nostro tempo ma racconta la mia voglia di musica: non aspettatevi un disco da cantautore". Insomma l'Arca di Loré parte piena sorprese e con una nuovoa musica senza tempo nata dall'incontro di persone che non conosceva e "sono certo che tra vent'anni sarà come oggi".