Nitro, l'album Incubi: "Convivo con loro ma nella vita mi sento più risolto"
Musica Credit Asia Michelazzo
Un progetto ai confini tra il conscio e l'inconscio, tra sogni e demoni che sono difficili da licenziare. Per il tour del rapper di Vicenza bisognerà attendere il 24 marzo 2026, debutto a Torino; dal 13 novembre invece i fan potranno incontrarlo negli instore. L'INTERVISTA
Nitro è tornato è lo ha fatto con un album oscuro ma che si apre alla speranza. Si intitola Incubi e a farli ci sono Silent Bob, Sally Cruz, 22Simba, Niky Savage, Madman, Nerone, Tormento e Salmo, amici prima ancora che colleghi. Tutti nomi che Nitro ha scelto per questo progetto, spinto da rispetto, stima e quella connessione vera che nasce solo tra chi condivide la stessa fame e la stessa visione. Incubi è un disco carico di inquietudine e verità, tra barre affilate e immagini surreali. Un atto d’amore verso il rap più autentico e una denuncia contro la deriva estetica che soffoca la scena. Guardando al passato con lucidità e al presente con coraggio, Nitro, all'anagrafe Nicola Albera, apre al futuro con la certezza di avere ancora molto da dire: “Finiti i sogni, ho realizzato gli incubi” non è solo la chiusura della strofa di Storia di un artista, ma l’apertura verso un progetto che esplora il confine dell’inconscio, tra successo e vuoto, tra ciò che desideriamo e ciò che ci divora quando lo otteniamo. Il 14 novembre da Torino parte l'instore tour mentre il tour vero e proprio debutterà sempre a Torino il 24 marzo 2026.
Nicola, Incubi è un titolo è oscuro anche se i testi si aprono alla speranza. Cosa ti ha spinto a indagare la nostra metà oscura e come ci hai lavorato?
Il lato oscuro è un tema che ho trattato sempre ma ora è cambiato l'approccio, prima parlavo di parti belle ed esasperavo le parti brutte, qui c'è la consapevolezza dell'accettazione del brutto. Le parti brutte sono cooperanti nella tua persona e nel tuo equilibrio e vanno smussate per renderle costruttive.
"Finiti i sogni, ho realizzato gli incubi": ma i sogni possono finire? Tu ti consideri un sognatore?
Mi considero un sognatore tantissimo, sono molto idealista e credo nelle cose anche se molti dicono che non si possono raggiungere certi obiettivi. Riconosco che a volte i sogni possono non essere come te li aspettavi: la questione è fare capire che puoi essere realizzato per gli altri ma non per te stesso. Gli incubi sono parte fondamentale della mia vita, parte integrante della mia formazione mentale.
Citi Phil the Payne, uno dei tuoi alter ego: visto che ci porti a esplorare il confini dell'inconscio premetti che c'è la possibilità di provare dolore?
Assolutamente si. E' stato doloroso scriverlo per chi ha vissuto queste esperienze ma il dolore condiviso fa meno male.
Citi anche il tuo progetto di platino No Comment: ti senti ancora un demonio da solo contro il mondo? In Limousine di notte ci fai a botte.
Mi sento un po' più risolto a livello personale. Il concetto del da solo contro tutti è più nella testa che fuori. E comunque se devo piangere lo faccio in limousine dopo avere fatto a botte col demonio.
Se l'uomo ti fa paura e Dio invece no...Credi dunque in Dio? O in un Dio? E quando dici in Luci Blu "il denaro non è Dio, ne è la più triste metafora" è un anatema alla Chiesa che ha tradito il valori di povertà e accoglienza che dovrebbero essere nel suo dna?
Credo in qualcosa di superiore, nell'esistenza dell'anima che trascende tempo e spazio. Mi piacciono i punti in comune tra le religioni per la mia storia passata. Rimango stupito dalla perfezione del mondo che ci circonda, il bilanciamento della natura, come reagisce alla nostra azione, è una macchina ben organizzata, non è tutto casuale. Temo il culto del denaro, chi perché ha i soldi crede di esser un dio ma non lo è.
In Noia parli della "noia di provincia": le noi non sono tutte uguali? Quella di provincia è più crudele oppure avendo una visione limitata del mondo è rassicurante?
La noia è uguale e prende tutti al di là della noia della citazione. In provincia è più presente perché hai meno possibilità di anestetizzarla. In provincia sei rinunciatario ma la città è una mecca inesistente. Poi tutti i posti hanno cose come hanno mancanze. A Milano ho lo studio ma non i vecchi che raccontano le storie, manca il senso di comunità della provincia.
"La generazione che poteva fare meglio, quindi un po’ l’emblema anche del vostro fallimento!": ti senti parte di una generazione che ha fallito? E quanto gli errori di nonni e padri hanno costruito "una generazione che si conosce solo di vista".
Non mi sento parte di una generazione che ha fallito. A 15 anni abbiamo affrontato una delle crisi economiche mondiale più forti mentre venivano indirizzati verso il mondo del lavoro. I nati nel Duemila sono i più illusi, noi non avevamo un ca**o ma eravamo contenti di quel poco. Quando c'è stato il fallimento degli ideali del 68 tutti a domandarsi...e adesso? Noto uno spirito rivoluzionario fine a se stesso che non costruisce nulla.
C'è tanto amore nei tuoi testi: cito per tutte "e mi annoio ad ogni festa senza te!" in Senza te e "Se sorridi mi illumini, mi uccidi nei sogni" in Incubi. E' difficile scrivere di amore nel 2025?
Sono un romantico, mi piace l'amore puro e incondizionato senza nulla di futile in mezzo. C'è chi lotta per il matrimonio quando nessuno lo vuole più. Mia nonna era ricca e si è fatta diseredare per potere sposare un immigrato che era tedesco. Meglio sotto un ponte ma contento. Non è difficile scriverne se credi nell'amore puro.
Dellamore Dellamorte suppongo sia una citazione del film di Michele Soavi tratto dal libro di Tiziano Sclavi: in cosa ti ha ispirato questa storia di un becchino, del suo assistente, della vedova e dei morti ritornanti?
Voglio amarti oltre la morte. L'amore supera la vita stessa e trascende la morte. Vita e morte sono diverse ma legate. Vorrei vivere fino a 150 anni per imparare più cose. Però se si vive fino a 150 anni bisognerebbe limitare le nascite. Sono favorevole al progresso ma non fondato sul denaro.
"Io non sono facile per niente ho l’umore instabile perenne": sei tu?
In effetti sono molto instabile come umore. Un gesto mi può rovinare la giornata, penso mille volte prima di agire.
Odio il Rap, amo il Rap: visto il proliferare di rapper e pseudo rapper casa tua, quella che definisci "questa è casa mia" è in overbooking ho a tanto spazio libero?
Se si parla di Rap da me c'è spazio per tutti ma non devi sporcare il salotto.
In Luci Blu citi l'algoritmo: fa parte di un mondo distopico che inquieta e condiziona oppure tu hai imparato a domarlo?
La macchina è uno strumento e non un sostituivo dell'essere umano. Ma non calcola i fattori della vita, non hanno sentimenti le macchine.
"Potrai chiamarle stelle cadenti ma sono missili": abbiamo una guerra vicino ai nostri confini, tante ce ne sono nel mondo. Cosa può fare la musica?
Può svegliare le coscienze e dare alle persone qualcosa in cui credere. Se una persona ascolta quando il mondo ti ignora allora può fare molto.
Andresti a cena con Elon Musk dove tra una portata e l'altra i sogni farebbero pause pubblicitarie?
Gli ricorderei il suo periodo filantropico verso lo scibile umano quando l'ego non aveva ancora preso il sopravvento. L'ego parte come benzina poi ti brucia. Non devono esistere persone che non hanno i soldi da spendere nella vita, è la massima ingiustizia.
Infine al te di quel tempo, quello cui dicevi che tutto passa che è solo questione di tempo, oggi cosa altro diresti?
Di essere più convinto delle proprie idee, noi lavoriamo sui sentimenti che oltrepassano la carta su cui scriviamo. Le persone sentono se canti una cosa vissuta o una puttanata. Sono convinto delle mie idee e un po' di mondo ha approvato le mie idee. Sono per l'entrare deciso come nel calcio.
Cosa mi puoi dire degli instore e cosa puoi anticiparmi del tour che partirà da Torino il 24 marzo 2026?
Gli instore sono il disco che viaggia, lascio ai ragazzi che vengono qualcosa. A Napoli con alcuni fan ci siamo bevuti uno spritz e per loro resteranno dieci minuti che rimarranno per sempre. Il live sarà un bignami della mia carriera artistica: attenzione particolare su Incubi ma ci sarà il tempo per navigare nel mio repertorio.