Sarafine in tour nei club: "Oggi non mi attendo nulla, faccio e basta"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Nel 2023 la cantautrice e produttrice calabrese vince l’edizione di X Factor col brano Malati di Gioia: "Ai ragazzi dico divertitevi, il difficile viene dopo". Impegnata nel suo primo tour club, costellato di sold out, vive una stagione, artistica e umana, in pace con se stessa. L'INTERVISTA

Questo è il nostro Show è lo spettacolo che Sarafine, all'anagrafe Sara Sorrenti, sta portando in giro per raccontare il suo percorso musicale e l'album Un Trauma è per Sempre, uscito a dicembre 2024. Sarafine ha vinto X Factor (GUARDA LO SPECIALE) nel 2023 col brano Malati di Gioia e ancora oggi parlando della sua esperienza nel talent musicale di Sky Uno la definisce "la cosa più facile del mondo, un momento fortunato della mia vita". Questo è il nostro Show non è soltanto un evento, ma la definizione di un modo di intendere la musica: una piattaforma collettiva di energia, appartenenza e libertà creativa. Sul palco, il suono elettronico dialoga con la performance visiva, generando un linguaggio nuovo, che supera i confini del concerto tradizionale e si afferma come dichiarazione d’identità e visione artistica. La ho incontrata a Bologna, poco prima del suo concerto al Locomotiv, tempio felsineo della musica. Il 6 novembre sarà in concerto a Roma, l'8 di nuovo a Bologna (sempre al Locomotiv) e il 14 a Torino; a dicembre doppia data a Milano il 10 e l11. Tutte le serate sono sold out.

Sara partiamo dal tour e dai numerosi sold out: che sensazione trasmette vedere tanto affetto intorno a te? Vedere tanti malati di gioia?

Sono contenta, venivo da due anni nei quali ho capito poco e niente dell'industria musicale, poi mi sono dedicata a una full immersion e ora ecco il tour: mai avevo fatto club tour e non sapevo le reazioni, ero spaventata non conoscendo la risposta. Il calore mi ha sorpreso e infuso fiducia.

 

Che concerto vedrà chi viene a un tuo live? Che è in primis una esperienza che coinvolge tutti i sensi.

E' un concerto senza visual, ci siamo le luci e noi che suoniamo con l'ausilio di qualche sequenza. Siamo in tre sul palco, oltre a me ci sono Daykoda e Matteo D'Ignazi. Sarà un live molto da club, avevo una idea di partenza rock anche se poi è adattabile, quello che conta è l'energia. E' uno spettacolo performativo, narro e racconto storie oltre a cantare le mie canzoni, tra cui quelle dell'album Un Trauma è Per Sempre.

 

Scrolla inizia parlando delle vite degli altri: c'è una vita che avresti voluto se non vivere condividere o osservare da vicino?

Direi di no, io ho le competenze per vivere la mia ma avrei voluto essere vicina a Salvador Dalì. Quando visitai il suo museo ho capito che l'arte mi può appartenere. Mi affascina anche Amanda Lear, vivere quel periodo sarebbe stato bello.

 

Fai sempre la guerra a te stessa?

Meno, sempre meno, ma tendenzialmente sono severa con me stessa e fatico a godermi i momenti belli. Sono istintiva come emozioni ma penso sempre prima di agire.

 

Chi è oggi Rishad, il protagonista di Tipa da Rave?

E' rimasto cristallizzato in quel momento. E' esistito davvero. Rappresenta il mio approccio sulle nuove relazione e conoscenze, ci si ferma troppo alle apparenze. Cerco rapporti profondi, se manca un solo punto di contatto non approfondisco. 

 

Quando è difficile scrivere di amore al tempo di Tinder e degli approcci sui social? Sono loro i motivi per cui i matrimoni finiscono come una stella cadente e pure gli amanti falliscono?

Non è colpa di Tinder, è una questione sociologica. Tinder è la conseguenza di un mondo che ci vuole performanti, concentriamo l'attenzione sulle cause endogene dei nostri malesseri mentre è il non avere relazioni che ci porta in terapia: un percorso di vita prestabilito, un lavoro frustrante ci porta a scelte superficiali che non soddisfano. Serve sempre un orizzonte. E poi un altro.

 

"Trovati un lavoro che la musica è finita" è il triste ritratto di come oggi in Italia, e non solo, viene considerata la musica? Più un hobby che un lavoro?

Dipende dai livelli. Certo c'è l'artista che non vive di musica e ma ora ci campa ma quel concetto riguarda di più il mio percorso educativo: noi siamo educati a credere all'arte come lavoro serio ma c'è chi ti dice lascia perdere a un certo punto, con lavoro fisso hai pure la buona uscita e una vita sostenibile.

 

La regina della Macarena è un brano che tratta un tema delicato, quello delle molestie: ci sono ancora troppi Vladimir in giro nonostante l'informazione che si fa?

Immagino di sì. Lo vedo come un brano stratificato, è romanticizzato nel racconto di quello che mi è successo C'era informazione già negli anni Novanta sulla pedofilia, me lo diceva mia madre. Le molestie ci sono sempre, a volte impercettibili. Nella canzone affronto argomenti personali, poi c'entrano il carattere e l'appartenenza culturale.

 

In alcuni video sembri Penelope, penso a La Regina della Macarena, Caua e Scrolla: ti senti una giovane donna che di giorno tesse e di notte si prende il suo tempo disfacendo quanto ha tessuto?

Penelope per me è attesa. Ora non mi attendo nulla, faccio e basta. Non aspetto né mi aspetto, affronto le cose come vengono e voglio essere soddisfatta dopo una vita dove attendevo solo la felicità. Ho cambiato prospettiva perché l'attesa era una condanna.

 

Chi è la Control Freak? E i freak che una volta erano gli strani...oggi sono le persone libere dalle imposizioni sociali, quello che ognuno di noi dovrebbe essere?

C'è una corsa a essere strani, c'è una corsa al genio, all'eccezionale. Mai vista così frenetica e io sono sempre estremamente normale. Ci ho fatto pace con la mia normalità, è quello che cercavo. Ho una logica convenzionale con gli altri e a volte mi trovo sola perché non entro in intimità con tutti.

 

Quale è la tua risposta alla domanda che si fa solo per amore?

Io personalmente mi sono anche umiliata a volte. Non ho ancora fatto pazzie, mi sarò innamorata una volta e mezzo, per il resto solo cose brutte. Sono molto drammatica nel rapporto di coppia.

 

Cosa ti resta dell'esperienza a X Factor, che hai vinto nel 2023, e che consigli ti senti di dare a chi adesso sta affrontando i live?

E' stato impegnativo, il programma divertente e gli astri si sono allineati: nessun conflitto. è stata la cosa più facile del mondo, un momento fortunato della mia vita. Quindi dico loro...divertitevi. E' più complicato il dopo: esserci oggi significa che sono rimasta coerente con me stessa, non mi sono scollata da chi sono, sul palco sono cruda e rabbiosa. Dunque invito a divertirsi quando sei dentro e a tenere duro dopo. Io ho avuto la fortuna di incontrare la manager Verdiana Vitti.

 

Alla fine possiamo dire che il tuo spazio te lo sei preso? Che non devi più smettere di piangere?

Mi piace quella frase, la scrissi di getto e mi sono commossa a scriverla. Sono protagonista della mia vita, è quello che mi mancava.

 

Concerti a parte che accadrà nelle prossime settimane?

Ho scritto cose, brani diversi da quelli che canto ora, potrebbero essere uno shock. Ancora non c'è una idea di un disco, ci muoveremo a singoli. Se deve uscire un album deve essere sincero, suono solo cose di cui sono convinta. Senza silenzio non c'è musica ma solo rumore disse Byung Chul Han. Ci è richiesto sempre di esporci, essere performanti sempre diventa più inibitorio che creativo. Ho fatto pace con la mia natura limitata di essere umano.

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