Red Bull 64 Bars Live, Roma trasforma la sua periferia in capitale Rap

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Il meglio della scena rap e urban questa sera, sabato 4 ottobre, sarà protagonista a Corviale in una serata speciale. Per la prima volta ci sarà un ospite internazionale, il francese Lacrim. Ele A è l’unica artista donna in line-up. Fabri Fibra: «Non solo quello italiano, ma anche il rap mondiale si è imborghesito». Abbiamo incontrato alcuni artisti prima del live.

Red Bull cala il poker e si regala una nuova location. Dopo tre lunghe e luminose notti a Scampia, all'ombra delle Vele, per la sua quarta edizione il Red Bull 64 Bars Live prende la residenza a Corviale, periferia sud-ovest dell'Urbe. Se è vero, come sostengono gli integralisti del genere, che il rap ha le sue radici nelle periferie, a sto giro siamo nelle radici più profonde. Ele A è la prima a presentarsi per una chiacchierata ed è anche la sola artista femminile della serata: subito spegne ogni insinuazione dicendo che "la musica non è una questione di genere ma se è bella o no". Sedurrà Corviale con un freestyle molto rap che ci porterà nella realtà di oggi.

Per dare suggestioni sull'album che uscirà venerdì prossimo e si intitola Pixel, Eleonora si è affidata a Pinterest: "È stata una cosa molto spontanea, come social lo utilizzo molto, è una risorsa incredibile per la creatività, ha influenzato il mio lavoro soprattutto nell'ambito dell'arte visiva e non è ancora inquinato da commenti e like, insomma è una piattaforma rilassante". Recentemente Ele A ha regalato ai suoi fan un live: "Non è scontato che la gente si presenti, per quanto l'evento sia gratuito, e dunque sono super contenta. Il live è la prova del nove: fare gli inediti e avere un buon feedback è importante". La prima parte del tour parte dall'estero e il debutto è nella sua Svizzera, a Zurigo: "Anche quella di partire dall'estero è stata una scelta  spontanea. Da svizzera sono abituata a fare concerti dove la gente non capisce nulla di quello che dico. Pure io da piccola non conoscevo l'inglese, ma molte canzoni mi piacevano seppur incomprensibili".

NOYZ NARCOS: "BELLO CHE LA MUSICA ARRIVI IN QUARTIERI DIFFICILI"

Tony Boy promette una performance stilosa e, sulla barra "gente che mi odia sta sempre a casa", spiega: "È riferito a persone che mi hanno sottovalutato. I fan veri si interessano, ho la migliore fan base possibile, sono appena tornato dal Giappone e mi fermavano anche lì. Insomma faccio rap ma vivo trap". Noyz Narcos annuncia una sorpresa, un featuring con Simone Danno (e non è escluso che in futuro nascano altre collaborazioni), mai fatto live se non accennato anni fa al Leoncavallo: "Sono contento che questi eventi vengano fatti in quartieri dove ci sono difficoltà, è una cosa apprezzabile che Red Bull faccia queste cose qui, anche se per una questione logistica molti non verranno". "La mia musica nasce per passione, per me il rap non è quello che conosciamo e sentiamo adesso, ma c'è una legacy di giovani: c'è un piccolo nucleo di artisti che ha trovato la sua formula di fare rap senza farsi contagiare dagli americani". C'è anche un progetto extra musicale e un po' nostalgico nella vita di Noyz: "Un grosso problema di Milano è la panificazione e allora, pur di poter mangiare la pizza che mi ricorda quando ero ragazzino insieme ad amici, ho aperto una pizzeria nel mio quartiere, che è la Barona, e si chiama Pantera".

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DANNO: "LA FEDE È NEI VALORI UNIVERSALI NON NELLA POLITICA"

Danno, oltre a Karasho, sorpresa con Noyz, si dice entusiasta "di essere su un palco così grande io che ho sempre bazzicato i centri sociali. Sul palco porto un po' della mia storia e una piccola anticipazione di un singolo che uscirà. Oggi ho paura della situazione in generale, ci siamo raccontati un Occidente democratico e ora la maschera sta cadendo a colpi di eccezioni e questo fa cadere i valori del Novecento. Su Donald Trump ho dubbi sul profilo psichiatrico, temo il fatto che le sorti del mondo siano in mano a uno così. Il clima è una dittatura, sta tornando una fame di nazismo, di discorsi reazionari".

"Il rap ha tante sotto-galassie, ci puoi trovare l'evasione, poi c'è quello introspettivo, quello da battaglia, da strada, c'è il gangsta... chi lo ascolta sa dove andare. Però anni fa i Beastie Boys, che per me sono punti di riferimento, dissero che dalla rivoluzione e dalla rottura degli anni Ottanta, col successo del Duemila lo hanno trasformato in un nuovo pop. Oggi parliamo di libertà d'interpretazione ma è pericoloso perché i politici che vengono da una cultura di divisione accusano altri di essere divisivi: c'è gente che viene da una destra estrema e parla di libertà d'espressione e manda in corto circuito la possibilità di discutere con un avversario politico. La politica non è una fede, la fede è nei valori universali. L'ideologia politica va messa in discussione ma nessuno lo fa. Si cercano solo conferme".

Onore ed onere per il francese Lacrim di essere il primo ospite internazionale in quattro edizioni del Red Bull 64 Bars Live: regalerà un assaggio della sua musica e dice che, a proposito del rap italiano, nel suo raggio di intercettazioni ci sono Ghali, Guè e Sfera; inoltre nel suo nuovo album (uscirà tra il 2025 e il 2026), tranne intro e outro, avrà tutte collaborazioni con artisti italiani ma l’unica che spoilera è quella con Baby Gang.

Viene da Centocelle Sick Luke ed è felice che la musica torni in periferia, uno degli artisti più aperti della sua generazione: "Sono un egocentrico, sono il producer con la faccia più riconoscibile e faccio il 50 per cento di una canzone. La mia missione è non perdere la creatività. Kanye West è l'ispirazione più grande, ogni suo progetto è diverso ed è quello che faccio io, dunque il mio sogno sarebbe una collaborazione con lui".

Chiude il ciclo di chiacchierate Fabri Fibra: "Ci sono eventi che segnano il momento in cui il rap ha fatto un altro gradino, quando le partnership diventano voglia di creare. Vengo dagli anni Novanta: si cercava di portare il rap al grande pubblico".

Uno sguardo sull'attualità: "Nessun popolo dovrebbe vivere sotto un oppressore ma voglio dire che è importante esporsi quando la musica legittima il messaggio. Se ti sei esposto nel sociale hai una credibilità e non bisogna delegittimare chi lo porta avanti".

Impossibile con Fabrizio Tarducci non parlare di Sanremo, anche per una sua barra: "Il Festival ha accettato i rapper solo perché portano un pubblico di giovani e quando ho visto il presidente Volodymyr Zelenskyj trattato così male alla Casa Bianca da Donald Trump mi è sembrato come quando ai rapper all'Ariston viene chiesto di togliersi la collana".

Per chi sarà a Corviale ci sarà una sorpresa con Ele A: "Neffa viene da me e mi dice che ha scritto dopo tanto tempo una strofa e poi ha aggiunto che la seconda l’ha fatta questa ragazza e a Red Bull 64Bars Live si chiude il cerchio con lei: è una figura nuova femminile".

Altro tema, il rap: "Non solo quello italiano ma quello mondiale si è imborghesito, al punto che a volte è sbagliato chiamarlo così: la trap non è rap, è un sottogenere dove la tecnologia si fonde con l'asfalto, ma tutto quello che è espressione artistica deve rappresentare il linguaggio dei tempi. Ma è tutto il mondo che, con l'accesso alla realtà consentito dai cellulari e dai tablet, si è imborghesito e questo arriva nei testi. Negli anni Novanta nei testi faceva paura quando si parlava di droga, oggi si è più assuefatti; ci aggiungo che sono arrivati pure i soldi: alcuni artisti hanno fatto con un album i soldi che io ho fatto in vent'anni".

Nel 2026 compie vent'anni Tradimento, non solo l'album che ha portato Fabri Fibra nell'empireo della musica (e non solo rap) ma che ha formato più di una generazione: "A riascoltarlo oggi mi vengono i brividi, lo ho scritto in camera mia a Senigallia, non sapevo cosa poteva succedere, il singolo Applausi per Fibra è arrivato alla fine: ho pagato un prezzo alto ma vent'anni dopo siamo ancora qui a parlarne. Sì, vorrei fare una celebrazione con al centro la scritta contiene testi espliciti che all'epoca avevo realizzato io con Photoshop!".

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