Olly, album Tutta Vita (Sempre): "Ho 24 anni, sono un ragazzo che vuole fare il ragazzo"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Comunicarlo

Il vincitore dell'ultimo Festival di Sanremo ripubblica il suo album con l'aggiunta di otto brani. In questa intervista ce li racconta e poi parla della sua quotidianità, delle pressioni, delle gioie, degli hater, del tour, dell'amore, della collaborazione con Jvly e, laconicamente, della Sampdoria

Tutta Vita (Sempre) è passare l'evidenziatore su parole che parlano a una generazione e contemporaneamente occhieggiano a tutte le altre. Con questo nuovo progetto Olly, che si accinge a tornare live nei palazzetti aspettando i tre stadi nella sua Genova a giugno 2026, fa un ritratto, tenero seppur impietoso, di chi oggi veleggia (o traccheggia, dipende dai punti di vista) tra i venti e i trent'anni. Federico Oliveri, che di anni ne ha 24, ha visto la sua vita cambiare in un anno. Già prima della vittoria al Festival di Sanremo c'era attenzione su di lui, poi nulla è stato più come prima. Né mai lo sarà anche se all'improvviso decidesse di non fare più musica. Olly e i suoi colleghi d'origine Alfa, Bresh e Tedua sono i Fab Four del nuovo cantautorato. Ognuno con una sua identità, ognuno con un suo linguaggio. Tutta Vita (Sempre) è la chiusura di un cerchio, è l'album uscito qualche mese fa con l'aggiunta di otto nuove canzoni, tra cui quel Depresso Fortunato che resterà, a mio avviso, una delle canzoni simbolo dell'estate 2025, vivaddio povera di ritriti tormentoni. Il tour nei palazzetti parte questa sera, sabato 4 ottobre, proprio da Genova, e si divide in due capitoli: sette date in questo ottobre 2025 e le altre a marzo 2026. Oltre il triplice Luigi Ferraris di Genova (18, 20 e 21 giugno 2026), Olly sarà in concerto il 30 giugno a Roma e il 3 luglio alla Reggia di Caserta.

Federico analizziamo un po' delle tue nuove canzoni partendo da Così Così.

La canzone è nata in occasione della data di Padova lo scorso maggio e poi scritta metà prima e metà dopo il concertone di Radio Italia in piazza Duomo a Milano.

Qual è stato lo spunto?
Dopo Sanremo ho avuto la sensazione di stare sulle palle perché ho fatto tutto passo passo: è stato uno shock perché quando fai le cose tue arrivi a chi vuoi poi cambia lo scenario e arrivi anche a chi non ha voglia di ascoltarti e si lamenta per quegli ascolti. I primi mesi è stato difficile convivere con gli insulti di chi attacca non solo l'arte ma anche la persona: faceva male, poi grazie anche a Jvly ho iniziato a leggere gli insulti con l'interesse di sfruttarli per sfogarsi.

Hai tramutato le offese in energia.
La musica è il mio modo di sfogarmi a volte anche con arroganza lo riconosco: Olly aiuta Federico, l'arroganza può aiutare a liberarsi di un po' di mostri, ora nel cervello elaboro le situazioni. Ammazzati me lo sono sentito scrivere più volte così come ubriacone, maleducato, miracolato, tra i più diffusi e anche tra i meno cattivi, e poi raccomandato.

Raccomandato?
Dopo Sanremo è stata dura confrontarsi col sentore che fosse tutto pilotato. Ho ricevuto il tapiro meno giustificato nella storia dei tapiri e poi a telecamere spente Valerio Staffelli mi ha fatto i complimenti. Non sono un esperimento di laboratorio. Da Sanremo a oggi dicono che avrei avuto dieci fidanzate almeno secondo una certa stampa che sfrutta il mio nome. Sono un ragazzo che vuole essere un ragazzo, che vuole prendere il caffè e andare al ristorante. Il mio nemico non è il successo è quell'entità che deve sempre dire la sua: in tour non fumo e non bevo e il contesto mi responsabilizza.

Sei pentito di avere partecipato al Festival di Sanremo?
Gli ultimi cinque minuti mi puzzava che potesse succedere che vincessi. I più grandi artisti si dimostrano tali quando si reinventano. Cerco di restare saldo, tutto il resto sono conseguenze.

Che mi dici di Occhi Color Male?
Si ispira a Neve al Sole di Pino Daniele; quando col team andiamo in Sardegna succede sempre qualcosa, era già capitato con Enrico Nigiotti quando poi abbiamo fatto Tutti sulla stessa Barca. Non è uno dei brani più conosciuti di Pino Daniele però è molto moderno, è stata un’intuizione di Jvly, mi ha detto divertiamoci e facciamolo nostro, io mi stavo mollando con la ragazza, gli ho raccontato un po' della storia, è un pezzo swingato da fare sul palco.

Come già in passato usate strumenti insoliti per il Pop.
C'è un Sax suonato in modo diverso rispetto al solito, c'è la cornamusa che non sarà possibile portare in tour ma ci arrangeremo. Ci piace l'idea di divertirci in studio. C'è sempre la voglia di fare una cosa diversa. Il clarinetto in un pezzo Pop è anomalo ed è bello per quello. Sotto l'energia c'è sempre un racconto.

Poi c'è Il Brivido della Vita.
È la classica canzone da carovana, volevo scrivere una cosa articolata poi ho pensato che era più bello ripetere le cose semplici, ogni tanto c'è la voglia di sentirsi un coglione e un deficiente, è la mia voglia di stare sempre sul limite, di lasciarsi andare, è una visione decadentista senza metri di paragone, è vivere le cose come capitano compreso ballare nudi in casa. È una canzone collettiva per volersi bene. Però sono conscio che devo fare più attenzione a quello che faccio; a volte mi sento di vivere poco e sono quasi arrabbiato con me stesso ma in realtà io amo chiudermi in casa con gli amici.

Questa Domenica è l'apostrofo rosa del proverbio? E poi c'è un video molto forte.
È l'inizio di un amore che non mi è ancora capitato di vivere ma è bello che la gente ci si ritrovi. Sono certo che quando mi accadrà lo descriverò in una canzone di me**a. Scrivo tante canzoni d'amore sperando di incontrare presto l'amore della mia vita. In realtà ho paura dell'amore, non dovrebbe essere così ma è anche una gabbia. Nel finale del video con la pistola ci muoio ma per un amore forte.

Poi c'è quell'esempio di Teatro canzone 2.0 che è Depresso Fortunato.
Ti ringrazio per il riferimento. L’ho scritta appena tornato da Sanremo quando siamo stati due settimane sul Lago a lavorare. È nata la prima sera e penso sia nata proprio come si scriveva un tempo. La citazione di quella con la fede al dito è successa davvero. Temevo di passare per il ragazzo della porta accanto, lo sono anche ma metto musica pure di notte quindi potrei essere un po' scomodo.

Infine hai rivisto le cover delle due versioni fisiche, in una sei vecchio nell'altra, quella definita muccata, ci sono tre mucche che se la spassano.
Se due mucche diventano tre è... poligamia. E comunque sono pixelate. Dell'altra ti dico che non sarò mai così figo da adulto; nel retro ci sono due nipotini che riprendono l'idea del tempo che va avanti ma alla fine restiamo sempre lì.

Ultima cosa. Parliamo della nostra Sampdoria: visti i risultati prometti di non fare la scaletta con gli algoritmi?
Argomento da evitare. Comunque sì, niente algoritmi per preparare i concerti.

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