Red Valley 2025, Walker, Sfera, Shiva e Morad show. Ghali con la bandiera della Palestina
Musica ©GettyNella seconda giornata del Red Valley Festival protagonisti Alan Walker, Sfera Ebbasta e Ghali, che canta il brano “Casa Mia” con la bandiera della Palestina e sugli schermi pubblica il messaggio “Ma quale Gaza tua?”. Prima Astro, Paky e Shiva, il Principino di Milano. Tra i set più amati e partecipati quello di Morad, rapper spagnolo che nel 2024 ha conquistato la top 3 degli artisti europei più ascoltati. Il racconto
Dicono che gli artisti non debbano parlare di politica: una frase, poi la musica e la bandiera della Palestina. Ghali, da sempre vicino a ciò che accade in Medioriente, fa del palco al Red Valley Festival il suo megafono su quello che sta succedendo a Gaza, cantando il brano Casa Mia e modificandone parti del testo in Ma quale Gaza Tua?, interrogativo pubblicato sugli schermi della manifestazione. È il momento più significativo del suo concerto nella notte di Ferragosto di Olbia, un set in cui l’artista porta sul palco alcuni tra i suoi brani più rappresentativi, tra cui anche il recente Niente Panico, dedicato alla mamma ma che, come in più occasioni ha ricordato lo stesso Ghali, è un messaggio per tutti. Non solo Ghali, però.
Sfera e Shiva, insieme al Red Valley
Tra gli artisti più attesi della seconda giornata del Red Valley tanti rappresentanti chiave della trap italiana, dei veri numeri uno. Tra questi il Trap King di Cinisello, Sfera Ebbasta: terzo artista europeo più ascoltato su Spotify con 7.5 miliardi di stream, il Trap King porta a Olbia una scaletta di ventisette brani. Con lui prima Ghali e poi Shiva, il Principino di Milano con cui lo stesso Sfera ha pubblicato il joint album Santana Money Gang. Amatissimi entrambi dalle migliaia di fan presenti solo per ascoltare le loro canzoni, non si sono risparmiati neanche un istante. Ma questa, per chi li segue, è una caratteristica che da sempre li distingue nel mare magnum dei trapper italiani.
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La storia di Morad, artista nato a Barcellona ma di origini marocchine
Prima di loro un altro, amatissimo concerto: quello di Morad, per la prima volta al Festival di Olbia. Il rapper spagnolo di origine marocchina, nato a Barcellona da mamma di Larache e papà di Nador, nei suoi testi racconta un immaginario che trasuda i racconti proprio della diaspora marocchina. Nei suoi testi tratta il tema dell’immigrazione e di cosa significa crescere in un paese che spesso ti vede come il diverso, quello che fa paura. Diversità, però, è anche sinonimo di ricchezza, e l’accoglienza ricevuta a Olbia è un esempio perfetto proprio di questo: il suo show è uno die più sentiti e partecipati. Prima di salire sul palco, intravediamo Morad nel backstage. Non fa il divo, anzi: gioca a ping pong con i suoi collaboratori, e si ferma soltanto quando qualche fan si avvicina per chiedere una foto. Poi, quando sale sul palco, si trasforma e scatena l’inferno al Red Valley. Molto empatico e vicino al suo pubblico, Morad racconta la sua storia e la condivide con tanti ragazzi come lui, che si possono rivedere nei suoi racconti in rima. Un esempio perfetto di come la musica, resta il linguaggio perfetto e universale, sempre e comunque.