Eminem in prima persona: Stans mette a nudo il culto della fan‑mania, da Stan ai fan reali
Musica ©GettyStans”, il nuovo documentario co-prodotto da Eminem e diretto da Steven Leckart, esamina il legame profondo con i fan più devoti attraverso interviste intime, ricostruzioni stilizzate e la sua voce inedita. In uscita nelle sale dal 7 al 10 agosto — solo un weekend esclusivo — il film racconterà il fenomeno “stan” nato dalla celebre canzone del 2000, ora parola nel dizionario
Quando un fenomeno diventa parola comune, vuol dire che ha cambiato la cultura. “Stans” è l’ultimo capitolo di questo lascito: un documentario che distilla la parola “stan” – tempo fa un personaggio, oggi un poster verbale della fanatica devozione –, per restituirci il ritratto emblematico di Eminem, l’artista che ha sfidato il rap e ribaltato le regole del potere e della fama. Un fenomeno culturale che si materializza sullo schermo: Stans, il nuovo documentario co-prodotto da Eminem, esplora il legame inestricabile con i fan più fedeli – quelli definiti “stans” fin dai tempi della celebre canzone del 2000. Il film, diretto da Steven Leckart, ha esordito al SXSW London il 2 giugno, dove fan travestiti da “Stan” hanno trasformato la premiere in un’ode visiva a un mito.
Una finestra al cinema: un privilegio per pochi
Solo per quattro giorni, dal 7 al 10 agosto, Stans sarà proiettato nei cinema AMC degli Stati Uniti e in oltre 1.600 sale nel mondo, con una settimana speciale a New York per la qualificazione agli Oscar. Le ambizioni del progetto sono elevate: prodotto da Eminem insieme a Paul Rosenberg e Steven Leckart (Emmy winner), il documentario offre un ritratto autentico della sua carriera e della cultura popolare che ha costruito nel tempo.
Fan al centro della scena
Stans si distingue per il suo approccio empatico: fan selezionati tramite questionario raccontano il loro legame con l'artista – dalle ossessioni impresse nella pelle, alle lettere mai spedite, sino alle identità personali forgiate dalla sua musica. È un’indagine emotiva sul potere della vulnerabilità musicale che parte dal termine “stan”, entrato nel dizionario Oxford nel 2017, quando nacque dalla canzone “Stan”, un monito sul fanatismo deviato. Eminem, con lo sguardo sobrio del documentario, sembra proprio rimettere ordine in questa equazione di affetto e pericolosa idolatria.
Il potere della musica di Eminem
Ma perchè i fan lo amano così tanto? Forse perché Eminem ha ridefinito il rap: da The Slim Shady LP fino a The Marshall Mathers LP – quest’ultimo tra i più venduti al mondo - con “Stan” e altri brani iconici come “The Real Slim Shady”. Con “Lose Yourself”, Eminem ha vinto un Oscar e conquistato le chart globali, “Love the Way You Lie”, re dei singoli con oltre 12 milioni di copie vendute, racconta l’amore tossico con cruda onestà. Eminem, inoltre, è tra i maggiori artisti venduti di sempre (oltre 220 milioni di dischi), ha raggiunto 10 album consecutivi al numero uno nel Billboard 200, vinto 15 Grammy, un Emmy, un Oscar e ottenuto un posto nella Rock and Roll Hall of Fame (classe 2022).
Come l’artista vive il suo pubblico
Stans, in effetti, offre veri e propri flash di sincerità: Eminem racconta il peso dell’essere simbolo involontario, ammettendo l’eccesso di aspettative generate dai fan – come quando gli venivano gettati addosso oggetti in concerto. Stans non è solo un film. È una lente che riflette il fenomeno Eminem in tutta la sua complessità: celebrità, creatività, fandom e il peso di chi diventa simbolo di un’intera generazione. Mentre le note di “Stan” echeggiano sullo schermo, il pubblico può finalmente vedere, oltre all’artista, il fragile essere umano che ha reso universale un dolore personale.