Valentina Parisse, l'album VP: "La libertà va supportata con i fatti"
Musica
L'artista romana pubblica un Ep identitario e libero, dove con la sua consueta autoironia va a toccare i grandi temi della quotidianità, della coppia, della condivisione e del rispetto. L'INTERVISTA
VP, il nuovo progetto di Valentina Parisse (prodotto dall'ingegnere del suono Chris Lord Alge), è il ritratto di una donna estremamente contemporanea, senza fronzoli e sovrastrutture, consapevole delle proprie fragilità ma anche dei propri punti di forza. Ospita una buona dose di autoironia, perché è proprio da questa e dal prendersi un po’ in giro che comincia la propria libertà.
Valentina partiamo da Taxi rifatto insieme a DJ Albi Scotti: come è nato questo progetto e come ci avete lavorato?
Albi ha sentito la versione originale contenuta nell'Ep e mi ha proposto di lavorare a un reload trattandosi di un brano intimo, il focus era sulla storia. Albi la arricchita con elementi del suo mondo per questo lo definisco un reload e non un remix. Io vengo da un mondo opposto al suo e mi sono affidato a lui per un tuffo in un mondo che non mi appartiene ma...evviva così! I feat per me devono essere naturali e non un accrocchio. A volte penso di essere così decisa sulle mie idee per quanto sono appassionata e innamorata di quello faccio.
La tua musica è libertà e identità: oggi è difficile veicolare messaggi di inclusione?
Vorrei dirti che è facile ma non lo è e dunque mi dà la scusa per parlarne di più, come donna mi spiace assistere a questo degrado se penso a tutto quello per cui hanno lottato mia mamma e mia sorella maggiore. Spero di fare il mio e mi salvo con l'ironia: Taxi dice che se è no è no e non è un punto di vista, non è trattabile.
Il mondo è pieno di focolai di guerra, quella in Ucraina è molto vicina a noi: quale valore dai alla parola libertà?
E' un tema enorme meriterebbe 15 minuti di risposta. Scrivo con Alfredo Mogol ed è un rapporto che va avanti da anni e da lui ho imparato tantissimo. Nelle mie canzoni tendevo ad allargare i temi di libertà, amore, mondo, solitudine e lui mi diceva che proprio per l'ampiezza restavano appesi, che quello che conta è l'esperienza personale. Mi consigliava di riportare a me e dire quello che penso: la libertà va supportata dai fatti e libertà è anche prendersi tempo e rischi per fare un album. Quello che conta è la qualità, in qualunque pc puoi scaricare un programma e fare un singolo in una notte ed è bellissimo ma a chi vuole dedicarmi tre minuti del suo tempo gli dono qualcosa che non viene da un app, la mia è una app di libertà.
In Taxi ci sono i pianeti che si allineano ma poi chiami un taxi e vuoi "il mio letto vuoto quando mi sveglio in hangover": temi che i pianeti possano essere ingannevoli ed è meglio che ognuno stai nel suo mondo?
Aprirsi all'altro è una sfida quotidiana, oggi con i social bisogna proteggere quello che si può donare. In Taxi ci sono due persone che si sfiorano. La sfida più importante è anche imparare ad accogliere nel proprio mondo. Non bisogna cambiarle le persone, chi è nel nostro mondo ha vite rock'n'roll e io sono in studio fino a 14 anni dunque non è semplice la comprensione.
Quando canti "perché frequentarci ti farei del male" è autodifesa?
In primis autocritica e autoironia e poi perché ho un grandissimo rispetto dei sentimenti altrui; ci vuole impegno per stare bene e stare dietro a un'altra persona. Una delle cose più brutte è fare perdere tempo alle persone e lo dico io che col tempo ci lavoro. Inoltre lavoro con le parole: bella la parola ghosting, ma è meglio, per usare il romanesco,dire nun se pò fa! Taxi è la canzone anti-ghosting.
"Vita ridammi fortuna" è una invocazione per non bruciarsi?
Da piccola una delle mie frasi era Faber est suae quisque fortunae. La donna di Taxi non stava a casa ad autocommiserarsi, si è messa in discussione, è andata in un locale per bere un drink. Non so se il mio raccontare è un dono o una sciagura. La fortuna ti pizzica se tu sei pronta, io la sto ancora aspettando ma non deve trovarmi distratta se passa.
"La pietà è un'esclusiva di Maria": in amore, qualunque sia la forma, nessuna pietà?
No. Quella frase la ho scritta sul divano da dove ti parlo ora. E' verso un mondo che non prova pietà reale e si gira dall'altra parte. A Ragazze Tristi, per me che vengo dalla periferia, sono legata testualmente: sui social siamo tutte fighe ma nelle periferie quel sogno può essere fuorviante e molto ragazze non hanno gli strumenti per inseguire i sogni e si affidano all'immagini che arrivano dalla televisione e dai social. Chi ha la capoccia dura tiene ma ne conosco che si sono perse. Vengo dalle case popolari di Ciampino, il mio nido, ed è stato un coabitare con persone di etnie diverse e che hanno fatto casini, che oggi stanno ancora pagando, dunque so quanto è facile perdersi.
Minimal parla di un mondo in modalità aereo: è la risposta romantica a un'epoca dove le relazioni nascono sui social e su Tinder?
Sì nel senso che puoi vederla romantica ma è anche amara. Quanto è difficile fare una telefonata? Ci combatterò sempre col parliamoci, parliamone...so che è complicato ma io parto dal mi metto in macchina e arrivo e anche nella musica vado dalle persone con cui collaboro, il contatto umano è fondamentale. Minimal è toccarsi e guardarsi negli occhi, basta messaggi vocali infiniti.
Asteroide è una canzone di solitudine prima che di sofferenza: serve un barista per smettere di pensare alle cose serie e affrontare la vita con leggerezza?
Assolutamente, non risolve ma forse aiuta. Amo e odio la mia solitudine, me la sono scelta. A volte faccio quattro chiacchiere col tassista e non vedrò mai più. La solitudine è un cagnaccio e la donna che canto non ha paura di prendersi un asteroide in faccia.
Sempre in Asteroide parli di un vestito da sera fuori luogo per un bar di provincia, apri Foglie Rosse con un vestito bianco: il tuo armadio è in ordine? E quale è il capo di abbigliamento cui non sai dire di no se lo vedi in una vetrina?
Jeans skynny nero e t-shirt nera con anfibi sono il mio rifugio. Mi piacciono la cosmesi e il make up: ogni mattina mi reinvento e la sera sciacquo la faccia torno io. Talvolta cerco di presentarmi vestita da nerd perché io sto bene con me stessa. Da ragazzina ero presa in giro per il mio modo di vestire ma oggi ci sto bene. L'armadio è in disordine ma io mi ci ritrovo guai a chi prova a sistemarlo
Alla fine possiamo dire che oggi hai imparato ha togliere di mezzo la rabbia e anche le situazioni complicate, quelle dove ci sono due canzoni tristi, le sai affrontare con serenità e lucidità?
No. Macché! Un mio caro amico mi disse che gli artisti che non hanno magagne se le cercano. Neanche le mie canzoni danno risposte, offrono domande. Magari avessi serenità e lucidità.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Sto scrivendo, l'Ep VP è la prima parte di un progetto articolato e ci sono canzoni che voglio al più condividere. Ho una data il 16 ottobre a Roma all'Alcazar e poi c'è un tour in costruzione ma il focus ora è chiudere il progetto. Ho band fortissima e sul palco la prima regola è divertirsi.