Nirvana, In Utero torna in versione remaster: il 23 luglio l’album compie 32 anni

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Di Giuditta Avellina

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Il 23 luglio 2025 esce la nuova versione remaster di In Utero, terzo e ultimo album in studio dei Nirvana. Crudo, disturbante, onesto fino all’autodistruzione, è il disco che ha raccontato il disagio prima che diventasse posa. Risuonarlo oggi è come guardarsi in uno specchio rotto: tutto è ancora lì. Solo più nitido.

«Teenage angst has paid off well / Now I’m bored and old» / «L'angoscia adolescenziale ha dato i suoi frutti / Ora mi annoio e sono vecchio»

Così inizia In Utero, con una frase che suona come una presa di distanza e una dichiarazione di resa. Serve the Servants apre il disco in modo disilluso e tagliente, eppure sembra scritto per i tempi odierni. Trentadue anni dopo, il nuovo remaster dell’ultimo album dei Nirvana riporta in primo piano un’opera che non era pensata per piacere, ma per sopravvivere al rumore.

In Utero, pubblicato il 21 settembre 1993, non è solo il testamento artistico di Kurt Cobain. È il disco che ha messo in crisi il successo, che ha sputato sulla fama, che ha cercato di difendere l’integrità nel momento in cui tutti volevano un pezzo del suo autore. Con la nuova edizione remaster, in uscita il 23 luglio 2025, il disco torna a urlare. E non sembra invecchiato di un giorno.

Un disco pensato per respingere, non per accogliere

Dopo il successo planetario di Nevermind (1991), Kurt Cobain era diventato l’icona involontaria di un’intera generazione. Ma invece di cavalcare l’onda, la detestava. Rifiutava l’idea di essere un portavoce, odiava le dinamiche dell’industria, e soprattutto non voleva che il disagio fosse messo in vendita.
Per questo, quando nel febbraio ’93 entra in studio con Steve Albini, fa una scelta chiara: nessuna produzione levigata, nessun compromesso. Albini, noto per il suo approccio crudo e minimale, registra il disco come se fosse un documento sonoro, senza trucchi o sovraincisioni. Il risultato è In Utero: un album spigoloso, urticante, dove i suoni sono nudi, i volumi alti, le emozioni incontrollate. Cobain voleva un disco non commerciabile. E invece, anche questo, diventò culto.

Brani come confessioni, suoni come cicatrici

Ogni canzone di In Utero è un frammento di verità. Heart-Shaped Box è un inno dissonante sull’amore tossico e la dipendenza. Rape Me è provocazione e denuncia insieme, e ancora oggi divide. Pennyroyal Tea parla di depressione e aborto, Scentless Apprentice della rabbia di essere un outsider.
Ma ci sono anche Milk It, Tourette’s, Radio Friendly Unit Shifter: pezzi caotici, rumorosi, senza filtri, come un flusso di coscienza distorto.
Il suono è sporco, volutamente imperfetto. La voce di Kurt è lontana, sfocata, spesso in crisi. Come se la registrazione fosse una seduta di autoanalisi trasformata in rumore.

Il remaster 2025: una nuova luce sul dolore

Il 23 luglio 2025 esce in tutto il mondo la nuova edizione remaster di In Utero, curata dalla Geffen/Universal in collaborazione con i tecnici dello storico studio Pachyderm, dove il disco fu originariamente registrato. Il lavoro di rimasterizzazione è stato progettato per esaltare le dinamiche originali volute da Steve Albini: niente compressione eccessiva, nessun abbellimento digitale, ma una maggiore nitidezza nei suoni più profondi, nel riverbero naturale degli ambienti, nel graffio delle chitarre e nelle imperfezioni vocali di Kurt.
La release arriva in formato digitale ad alta risoluzione, vinile 180 grammi, cofanetto deluxe con outtakes, versioni live e un booklet inedito con foto e appunti manoscritti. Non si tratta di una riscrittura, ma di una rivelazione fedele: l’occasione per ascoltare In Utero come avrebbe voluto Kurt Cobain, prima dei tagli e delle pressioni dell’industria discografica. Un invito a tornare lì dove tutto si è rotto, ma anche dove è nato qualcosa che resiste ancora.

Un tempo cupo, una scena senza futuro

Per capire In Utero - uscito il 21 settembre 1993 - bisogna guardare all’America di quegli anni: post-Reagan, pre-internet, confusa, arrabbiata. La Guerra Fredda era finita, ma l’ansia era rimasta. Le droghe pesanti circolavano ovunque, l’AIDS stava mietendo vittime, e la fiducia nelle istituzioni era ai minimi storici. In questo vuoto, il grunge — nato a Seattle, figlio bastardo del punk e del metal — era diventato la voce di chi non ne aveva. Ma mentre band come Pearl Jam cercavano di dialogare col mainstream, i Nirvana no. Cobain rifiutava qualsiasi compromesso: voleva autenticità, e basta. In questo senso, In Utero non è solo un disco. È una posizione esistenziale. Un rifiuto lucido.

Dopo il disco, la fine

Il 5 aprile 1994, Kurt Cobain si suicida con un colpo di fucile nella sua casa di Seattle. Aveva 27 anni. In Utero era stato il suo ultimo atto pubblico, seguito solo dal celebre MTV Unplugged in New York, registrato pochi mesi prima, che suona già come un addio. Da quel momento in poi, In Utero ha assunto una nuova forma: quella del testamento, del documento umano. Ma chi lo ascolta davvero, sente qualcosa di più. Sente un uomo che non voleva morire, ma non riusciva più a vivere. Oggi, nel 2025, viviamo una nuova epoca di ansia, sovraesposizione e disconnessione. La vulnerabilità è ovunque, ma raramente è sincera. In Utero invece lo era. In un mondo che spettacolarizza ogni disagio, In Utero resta un’opera che non chiede attenzione: la prende con la forza, ma non ti coccola. Ti mette a disagio, ti sfida, ti mostra il lato oscuro. E proprio per questo, è ancora necessario. In Utero non è mai stato un disco da ascoltare con leggerezza. È un disco che ti chiede di esserci, completamente. Trentadue anni dopo, questa nuova edizione lo restituisce per quello che è sempre stato: non un prodotto, ma un gesto umano estremo. E forse, proprio oggi, in un tempo che anestetizza tutto, risentire In Utero ci riporta al centro di noi stessi. Là dove fa male, ma anche dove si comincia a guarire.

La tracklist di In Utero – Nirvana

  1. Serve the Servants

  2. Scentless Apprentice

  3. Heart-Shaped Box

  4. Rape Me

  5. Frances Farmer Will Have Her Revenge on Seattle

  6. Dumb

  7. Very Ape

  8. Milk It

  9. Pennyroyal Tea

  10. Radio Friendly Unit Shifter

  11. Tourette’s

  12. All Apologies

La nuova versione remaster: cosa cambia?

L’edizione remaster 2025, curata da Jack Endino e Krist Novoselic, include:

  • il disco originale rimasterizzato dai nastri analogici;

  • outtake e versioni demo inedite;

  • il Live in Rome 1994 – uno degli ultimi concerti della band prima della morte di Cobain;

  • un booklet fotografico con lettere manoscritte, diari e foto dal backstage.

Il lavoro di rimasterizzazione mantiene l’approccio raw di Albini, ma con una maggiore definizione del suono, specialmente su voci e batterie. Un modo per avvicinare anche le nuove generazioni a un disco tutt’altro che facile, ma profondamente umano.

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