Pet Shop Boys al Lucca Summer Festival, una masterclass di elettropop in purezza

Musica
Valentina Clemente

Valentina Clemente

Foto di Luca Marenda

Quattro decenni di hit, due ore di concerto, pubblico di ogni età in visibilio per il duo britannico più di successo di sempre: i Pet Shop Boys, a Lucca per l’unica data in Italia del "Dreamworld: The Greates Hits Live", ci prendono per mano e fanno fare un viaggio nella storia dell’elettropop in purezza, senza alcuna nota di nostalgia. Perché la musica di Neil Tennant e Chris Lowe attraversa galassie temporali, confermandosi giusta in ogni fase della vita di ciascuno. Il racconto del concerto

I numeri parlano da soli, certo. Ma a volte non confermano la caratura di un artista, che può essere bravissimo in studio e meno carismatico dal vivo. Sì, il live fa la differenza, in ogni fase della carriera di un cantautore. Ieri, oggi, domani, sempre. I Pet Shop Boys sono il perfetto esempio di artisti a cui non manca nulla di tutto questo: in quattro decadi di carriera hanno scalato le classifiche di tutto il mondo, confermandosi il duo inglese più di successo. E su questo tutti sono d’accordo. Come del resto sul fatto che sono dei performer eccezionali. Ultimo, ma importantissimo, sanno fare musica, e molto bene: dopo alcuni anni di assenza nel nostro Paese, Neil Tennant e Chris Lowe tornano in Italia, al Lucca Summer Festival e confermano di essere i maestri dell’elettropop, proprio quel genere da cui tanti artisti di oggi traggono ispirazione, ma che spesso non riescono a replicare. 

Così British, così Pet Shop Boys

Il live dei Pet Shop Boys, due ore senza sosta e con alcuni, impeccabili cambi d’abito (così elegantemente British), è così perfettamente equilibrato: tra hit di successo, musicisti che non intralciano mai la scena ma la arricchiscono (citando il Maestro Quincy Jones che scrisse Check your ego at the door – in questo live ogni artista presente sul palco ha controllato alla perfezione il proprio ego) e delle interazioni con il pubblico, è un gradevolissimo viaggio nel tempo. Anche per chi come me che è cresciuto ascoltando i PSB grazie alla passione di un fratello maggiore, ma senza aver vissuto la cultura in cui il duo si è formato ed è esploso. Parliamo di un altro elemento importantissimo in un concerto: la scenografia. Quella dei Pet Shop Boys, che prima di dare il via alla musica mettono sugli schermi i colori della bandiera ucraina, è essenziale ma ricca. Si può essere entrambe le cose? Certo. Sulle note di Suburbia, brano che dà inizio al concerto, ci sono due lampioni minimali, che ritroveremo alla fine per le ultime due canzoni. Pochi cambi di scena, una grata che si alza in più momenti svela la presenza di tre bravissimi musicisti, con Chris Lowe alle tastiere pronto per deliziare i presenti con le sue magie e i suoi synth. Poi alcuni video accompagnano altri brani, tra cui spicca Dancing Star, omaggio alla stella della danza Rudolf Nureyev con immagini del danzatore sugli schermi che fanno da scenografia. 

Musica, scenografie mai invadenti, cambi d'abito misurati: tutto giusto

Nulla è lasciato al caso, certo, ma nessuna scenografia toglie attenzione a Neil Tennant e Chris Lowe, gli unici protagonisti della scena con la musica. In alcuni momenti Neil racconta come sono stati scritti alcuni brani e in più occasioni ringrazia il pubblico di Lucca. La chiusura del concerto, che non ha mai avuto momenti di vuoto, è con due canzoni iconiche: West End Girls e Being Boring. E no, noiosi i Pet Shop Boys non lo saranno mai. Ma proprio mai. Con una musica così è proprio impossibile. 

Approfondimento

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La scaletta

Suburbia

Can You Forgive Her

Opportunities

Where The Streets / Can’t Take My Eyes

Rent

Don’t Know What You Want / So Hard

 

Left To My Own Devices

Single Bilingual / Se a vida e

Domino Dancing / Dancing Star

New York City Boy

The Pop Kids

New Bohemia

Jealousy

Love Comes Quickly

Paninaro

Always On My Mind

 

Dreamland

Heart

What Have I Done To Deserve This

It’s Alright

It’s A Sin

 

West End Girls

Being Boring

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