Chi è Gergiev, il direttore d'orchestra russo amico di Putin diventato caso nazionale

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Il 27 luglio alla Reggia di Caserta il Maestro parteciperà alla rassegna Un’Estate da Re, finanziata dalla Regione Campania. La presenza del sostenitore del Presidente russo ha però sollevato proteste, come quella di Yulia Navalnaya, la vedova del dissidente politico russo Aleksei Navalny morto nel 2024 in circostanze mai chiarite. Netta la posizione del Presidente della Regione, Vincenzo De Luca: "Non intendiamo accettare logiche di preclusione". Intervenuto anche il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli

Ha sollevato proteste la partecipazione del direttore d’orchestra russo Valerij Gergiev alla rassegna Un’Estate da Re finanziata dalla regione Campania, che si terrà il 27 luglio alla Reggia di Caserta. Gergiev, infatti, è un sostenitore del Presidente russo Vladimir Putin, e negli ultimi anni diversi Paesi gli hanno imposto sanzioni. Inoltre, martedì 15 luglio il quotidiano La Repubblica aveva pubblicato una lettera di Yulia Navalnaya, la vedova del dissidente politico russo Aleksei Navalny, morto il 16 febbraio 2024 in un carcere in Siberia in circostanze mai chiarite. Navalnaya ha definito Gergiev “un caro amico di Vladimir Putin”. Ancora di più, “non solo un amico. E non solo un sostenitore. Ma anche un promotore della politica criminale di Putin, suo complice e fiancheggiatore”. Ha poi rivolto un messaggio all’Italia: “Fin dall’inizio dell’invasione su vasta scala in Ucraina la società e il gioverno in Italia hanno assunto l’unica posizione corretta nei confronti di Putin: condannare e rinnegare il suo regime, i suoi crimini, la sua guerra. E voglio fare appello agli italiani: siate coerenti. La terribile e devastante guerra in Ucraina va avanti, la gente muore ogni giorno e le città ucraine bruciano. Com’è possibile che nell’estate del 2025, tre anni dopo l’inizio del conflitto in Ucraina, Valerij Gergiev, complice di Putin e persona inclusa nelle liste delle sanzioni di diversi Paesi, sia stato improvvisamente invitato in Italia per partecipare a un festival?”. Navalnaya ha proseguito: “Sì, il Maestro Gergiev è un direttore d’orchestra eccellente. Ma come sappiamo dalla storia, i grandi artisti possono essere tra i cattivi e non esitare a coprire con la loro reputazione regimi crudeli e disumani. Valerij Gergiev è proprio uno di questi”. Per lei, Gergiev è prima di tutto “non il celebre direttore d’orchestra, ma il lacché di Putin, il cantore della dittatura di Putin e della guerra scatenata da Putin”. Insomma, un vero e proprio “ambasciatore culturale” del Presidente russo, impegnato a perseguire un obiettivo: “Normalizzare la guerra e il regime di Putin”. Secondo Navalnaya, “l’obiettivo di questa “politica di normalizzazione” è far uscire il regime di Putin dall’isolamento, liberare Putin e il suo entourage dalla responsabilità dei loro crimini. Per la guerra in Ucraina. Per l’omicidio di mio marito. Per le centinaia di migliaia di prigionieri politici che si trovano nelle carceri russe in questo momento. Per le vite spezzate di milioni di persone in Russia e Ucraina. E in questo contesto il concerto di Caserta è un primo assaggio, un pallone sonda. Ma è molto importante: non è un caso che tutti i media di propaganda del Cremlino oggi facciano a gara per elogiare la dirigenza della regione Campania per aver invitato l’amico di Putin a esibirsi a Un’Estate da Re. Perdonatemi, ma se nel 2025 il Cremlino è contento di voi, allora state sicuramente sbagliando qualcosa”. Ha concluso: “Qualsiasi tentativo di chiudere un occhio su chi sia Valerij Gergiev al di fuori della sua attività di direttore d’orchestra e di fingere che questo sia semplicemente un evento culturale in cui non c’è politica, che Valerij Gergiev sia semplicemente un grande artista, è ipocrisia”.

DAL SOSTEGNO A PUTIN ALL'ALLONTANAMENTO DA diversi teatri 

Nella lettera, Navalnaya ha spiegato che “Gergiev e Putin sono amici intimi”, e che “per molti anni il Maestro ha sostenuto le politiche di Putin con un fervore degno delle più nobili cause”. La vedova di Aleksei Navalny ha ricostruito i fatti che testimoniano la vicinanza del direttore d’orchestra al Presidente russo. “Nel 2012, Valerij Gergiev non solo ha appoggiato pubblicamente il ritorno illegale di Putin alla Presidenza per un terzo mandato, ma era anche uno dei suoi uomini di fiducia e si è unito alla sua campagna elettorale”, ha scritto. Nel 2014, poi, l’artista aveva sostenuto pubblicamente l’annessione illegale della Crimea, mentre nel 2016 aveva diretto l’orchestra in un concerto al teatro romano di Palmira, in Siria, città che nel 2015 era stata conquistata dallo Stato Islamico e che l’anno successivo era stata liberata dall’esercito siriano fedele al dittatore Bashar al Assad con il sostegno dei soldati russi. Prima dell’esibizione, era stato inoltre trasmesso un discorso di Putin. Durante le elezioni presidenziali del 2018, “da cui mio marito, il leader dell’opposizione russa e il più famoso nemico di Vladimir Putin, Aleksej Navalnyj, è stato illegalmente escluso”, Gergiev aveva sostenuto ancora una volta il Presidente in quanto “complice consapevole e attivo nel regime di Putin, basato su potere illimitato, corruzione, illegalità e repressione politica”. Nel 2022, ancora, la Fondazione anticorruzione fondata da Navalny aveva pubblicato l’inchiesta Il direttore d’orchestra della guerra di Putin, che aveva evidenziato che per diversi anni il Maestro avesse usato per scopi personali “ingenti fondi destinati alla cultura e provenienti da una fondazione benefica che era stata appositamente intitolata a lui”. Navalnaya ha proseguito: “Valerij Gergiev non è solo un semplice compagno di strada del regime dittatoriale: ne è diventato parte integrante. Proprio per questo motivo Gergiev non ha mai condannato Putin per l’invasione dell’Ucraina: questo non è forse sufficiente per non invitarlo mai più ai festival musicali internazionali?”. Il Maestro non esercita in Italia dal 23 febbraio 2022, cioè dalla sua ultima esibizione al Teatro alla Scala di Milano nell’opera La dama di picche di Cajkovskij. La mattina del 24 febbraio, in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, l’allora sovrintendente del Piermarini, Dominique Meyer, e il sindaco della città, Beppe Sala, gli avevano scritto una lettera per invitarlo “a pronunciarsi in favore della risoluzione pacifica delle controversie, in linea con il dettato della nostra Costituzione”, ma “non avendo ricevuto risposta” avevano concluso per l'inevitabilità di "una diversa soluzione”. Il direttore d'orchestra era stato quindi sostituito dal Maestro Timur Zangiev. In seguito, Gergiev era stato allontanato da altre istituzioni culturali tra Europa e Stati Uniti.

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LE REAZIONI NEL MONDO DELLA POLITICA

Il 5 luglio la Vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno del Partito Democratico, aveva chiesto in un post su X al Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, “di intervenire per modificare il cartellone e evitare che i soldi dei contribuenti finiscano nelle tasche di un fiancheggiatore di un regime criminale”. La risposta di De Luca non si è fatta attendere. “La nostra linea è quella del dialogo con tutti”, ha dichiarato. “La nostra linea sulle vicende dell’Ucraina è quella che abbiamo annunciato tre anni fa: Putin è colpevole e rimane colpevole. L’Occidente non è innocente perché non ha fatto nulla per impedire l’invasione dell’Ucraina. Siamo solidali con il popolo ucraino, abbiamo accolto migliaia di cittadini dell’Ucraina nel nostro territorio, abbiamo dato prove di solidarietà. Non intendiamo accettare logiche di preclusione o di interruzione del dialogo, perché questo non aiuta la pace. Questo serve soltanto ad alimentare i fiumi dell’odio e allontana dalla pace, non avvicina. Dunque, a noi non può essere rivolto nessun appello, siamo gli unici che da anni combattono per il cessate il fuoco, nel silenzio di tutti”. Nel dibattito si è inserito anche il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che ha premesso: “L’arte è libera e non può essere censurata”. Ha poi proseguito: “La propaganda però, anche se fatta con talento, è un’altra cosa. Per questo motivo il concerto dell’amico e consigliere di Putin, Valery Gergiev, voluto, promosso e pagato dalla Regione Campania e che si terrà nella Reggia di Caserta, autonoma nella scelta di quali eventi ospitare, come tutti gli istituti autonomi del ministero della Cultura, rischia di far passare un messaggio sbagliato”. Infatti, “L’Ucraina è una nazione invasa e il concerto di Gergiev può trasformare un appuntamento musicale di livello alto, ma oggettivamente controverso e divisivo, nella cassa di risonanza della propaganda russa”, fatto che “per me sarebbe deplorevole”.

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