Simona Norato, l'album Enigmistica: "Da umanista sono affascinata dalla figura dell'uomo"
Musica
Un album di respiro internazionae che seguendo un flusso di improvvisazione indaga l'animo umano. INTERVISTA
Enigmistica è il nuovo album della cantautrice e musicista siciliana Simona Norato, è un lavoro che si colloca nel genere avant-garde, con l’uso sapiente dell’elettronica sempre funzionale ai contenuti e all’espressività dei brani. I suoni sintetizzati si armonizzano e convivono perfettamente con quelli analogici: il violoncello di Angelo di Mino, il clarinetto basso e il sax baritono di Beppe Scardino, il trombone di Lorenzo Manfredini e la batteria di Giulio Scavuzzo. Oltre naturalmente al pianoforte, strumento elettivo di Simona Norato, che, al pari della sua voce, non si concede mai una nota o un tono che non siano necessari. Un album che per originalità e intensità si colloca al di fuori dei tracciati consueti del panorama italiano pur continuando ad essere canzone d’autore, ma di caratura internazionale.
Simona partiamo dalla storia di Enigmistica: come è nato, ha un preciso periodo di germoglio oppure viene da periodi diversi della tua vita?
In realtà non ha un pensiero concettuale, è una raccolta degli ultimi cinque, sei anni anche perché nel post pandemia ho peregrinato abbastanza e ho scritto canzoni come flusso di improvvisazione. Mi sono trovato chiusa in una cascina a Bologna con i musicisti di iosonouncane e da registrazioni di ore sono uscite cellule di canzoni: queste sono quelle che hanno superato l'esame della mamma. Le ho curate a partire dalla scelta, ho optato per arrangiamenti minimal ed è uno sforzo che non avevo mai fatto. Nei primi due dischi ho sempre avuto un padrino artistico, stavolta ho fatto da sola prendendomi i miei tempi. Sono idiosincrasica alla velocità, io di lavoro faccio da quasi vent'anni l'esecutrice per altri e quindi è un lusso prendermi del tempo e seguire i miei criteri quando desideo fare qualcosa.
Un titolo così predisposto a risposte esistenziali verticali e orizzontali viene aperto con un Pater Noster che è una liturgia ben definita anche se dal quel Dio prendi le distanze: perché?
E' il mio sberleffo per affermare la nostra doppia natura, quell'enigma che mi tiene incollata alla scrittura è l'uomo, sono una umanista affascinata dalla figura dell'essere umano. Siamo consapevoli o no è la grande domanda. Poi cosa mi dà più confort? Ragiono sulla verticalità sull'uomo e sulla relazione e nonostante sul fatto che nonostante tutto restiamo qui sulla terra tra brutture e meraviglie.
Nel 1981 Ivan Graziani pubblicò Seni e Coseni che conteneva il brano Ehi Padre Eterno che inizia così: "Ehi, Padre Eterno, che stai nei grattacieli, restaci puoi restare ancora un poco a casa tua e poi lasciarmi alle mie miserie oh, io su questa terra ci sto bene". La conosci? Certo visto anche come è cambiato il mondo la tua è una versione più drammatica.
Entrambi ci ispiriamo a una vecchia poesia di Jacques Prévert che si chiama proprio Pater Noster ma lo ho scoperto dopo, quando alcuni amici mi hanno parlato di quel brano di Ivan Graziani. Lui lo ho visto in concerto da bambina sulle Madonie in power trio con lui alla chitarra e poi basso e batteria. Lo ho molto amato come autore.
Lolita nella sua allegria armonica ha un testo cupo: è la tua raffigurazione di una generazione che si è persa o si sta perdendo? E la via più breve per un benessere economico fatuo?
E' una figura parecchio auto-biografica, ho pensato a me, alle donne, alle storie di molte donne che conosco che come diceva Natalia Ginzburg tendono a cadere nel pozzo. Un mero incoraggiamento per questa figura che guarda agli altri e non riesce a fare quello che gli altri fanno; c'è una casta al bar che Lolita subisce e guarda da lontano e questo mi ha fatto pensare a storie silenziose al femminile.
Il "decidi tu" che chiude Complimenti per la Casa rappresenta la paura di assumersi responsabilità emotive? Che significa Shuri Timba?
Non significa nulla, sono fonemi che ho registrato perché per scrivere i testi ho traslato i suoni da fonemi in inglese e in francese e poi sono passata all'italiano. il decidi tu è la paura soprattutto nell'ambito della relazione, è il desistere e il lasciarsi decidere.
Mi ha colpito la frase "c’è qualcosa che sia reale prima che tu lo scriva?": trasmette un senso di inquietudine e aleatorietà. E' il tuo verba volant scripta manent?
No, è la mia diffidenza per tutti coloro che sanno inventare storie con la penna. In me c'è fascinazione per chi inventa la realtà e non distingue tra cosa ha inventato e cosa è ma c'è anche una grande diffidenza. Ho conosciuto intellettuali e poeti che vivono più la penna che realtà.
"Le montagne di notte lemon trees in that summer" è la tua visione della nostalgia? Con sottolineatura dell'etimo algos, dolore?
E' il dolore che porta alla solitudine, un distaccarsi lento negli anni anche dalla socialità, un ritrovarsi per via della penna ma anche la forte disillusione storica, politica e sociale. E' una dedica a Pietro Palazzo, cantante degli Airfish. E' reiterata la frase come una nenia, è una montagna immobile sola ma maestosa.
Una curiosità: fai la settimana enigmistica?
Molto, soprattutto in estate. Per me è l'attesa del tramonto in spiaggia e poi ho amici che ne sono appassionati.
Alla fine c'è una nave che porta via "me e te": è la salvifica arca di Noé per voi dell'enigmistica?
E' il contrario, è quello che separa e porta via proprio per la paura delle scelte. Certe scelte allontanano qualcuno che poteva rimanere se le cose fossero andate in un altro modo. Canto una città con persone che sono statue di sale e torna il tema dell'immobilità a causa della mancata presa di coscienza, un allontanamento dal mandato, come dicono i cinesi.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Ho fatto un concerto di presentazione a Palermo, la mia città, dove ho compreso la forza della squadra che ho intorno. Con me Giulio Scavuzzo, batterista, e Valerio Mina, ingegnere del suono. In quell'occasione ho svelato un grande segreto che mi riguarda, mi sono raccontata molto anche da sola con la chitarra. Il 26 luglio sarò al Mezzo Festival a Mazara del Vallo. In estate riposo, non mi fermo da quattro anni con una media di due tour l'anno. Insomma Enigmistica in estate si ascolta e in autunno si suono.