Elena Mil vince Musicultura: "La musica è emozione, è raccontare grandi storie"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

La giovane artista lombarda ha stregato il pubblico dello Sferisterio di Macerata. Con i soldi del premio si produrrà l'album d'esordio. L'INTERVISTA

Elena Mil ha stregato il pubblico dello Sferisterio e grazie ai voti dei 4800 presenti nelle due serate finali del Festival ha conquistato i 20 mila euro del Premio Banca Macerata che investirà nel suo primo album e il Premio per il miglior testo di 2.000 euro decretato delle giurie universitarie di Musicultura. La cantautrice milanese ha prevalso sugli altri sette artisti vincitori finalisti del Festival: Alessandra Nazzaro di Napoli con la canzone “Ouverture”Frammenti di Treviso con “La paceIbisco di Bologna con “Languore,  ME JULY di Benevento con “Mundi”,  Moonari di Roma con “FunamboliAbat-jour, Rieti con “Oblio” e Silvia Lovicario di Nuoro con “Notte”. Elena Caglioti, in arte Elena Mil, nella sua canzone immagina la strana discesa agli inferi di una ragazza che si ritrova alle prese con un ambiguo niente che sembra essere all’origine di un dolore incomprensibile. La ballata dell’inferno è il suo primo brano, nato da un flusso di coscienza, in un pomeriggio di otto anni fa, e mai ritoccato.

Elena come sei approdata a Musicultura?

É una storia divertente. Premesso che io scrivo canzoni da sempre ma sempre e solo per me stessa, non mi ero mai aperta al pubblico per tante paure, forse anche per timore del giudizio della gente, che non sempre è generoso. Un anno fa mi sono detta basta, iniziamo a suonare per il mondo! e sono partita da Instagram. Sono molto poco social ma mi è stato detto che in questo mondo bisogna cominciare da qualche parte così ho iniziato a usarlo. Tempo dopo sono andata ad un open mic e una persona mi disse...è bello ciò che fai, dovresti provare Musicultura. Quella persona è diventata uno dei miei collaboratori, è un chitarrista con cui mi esibisco spesso, Davide. Se sono qui oggi é tutta colpa sua! Per curiosità mi sono iscritta ed eccomi qua. 

Come ti senti? Ti immaginavi questa vittoria?

No, assolutamente no! Non pensavo che un pubblico così vasto avrebbe risuonato con un setup così semplice ed essenziale come è stato il mio, pensavo che sarei stata troppo piccola per riempire lo Sferisterio. Forse il fatto che la mia emozione fosse davvero autentica è stato ciò che mi ha permesso di comunicare realmente con tutte le persone sedute e in piedi lì davanti a me. 

 

Pensiamo a Lucio Corsi, che partecipò a Musicultura, nel 2017 e poi Sanremo ed Eurovision? Ci pensi?

Non sto pensando a niente in questo momento (ride, ndr), sto solo riflettendo sul fatto che voglio fare sempre di più e che finora mi ha ripagato non scendere a compromessi. Anche se non ho fatto molto negli ultimi anni ho sempre creduto profondamente nella particolarità di quello che facevo. Se dovessero arrivare proposte sono graditissime, ma le potrò accettare solo se rispetteranno la mia identità. 

 

Album in arrivo?

Sì! Ho al momento 13 brani compiuti di cui sono soddisfatta e che meritano di essere arrangiati in modo più articolato rispetto al brano che ho portato su questo palco; a prescindere rispetterò la mia essenzialità perché ci tengo molto. Sarà un lavoro interessante, non ho idea di quando potrà uscire ma ti assicuro che è un mio progetto e dunque racconterà una grande storia. 

 

Un augurio a te medesima dopo questa vittoria?

Avere più fiducia in me stessa e continuare a emozionarmi mentre canto: il giorno in cui smetterò di emozionarmi cambierò strada! 

 

A chi dedichi la vittoria?

Agli altri sette finalisti che erano con me sul palco, sono pure loro vincitori a pieno titolo e gli voglio un grande bene, spero che il rapporto che abbiamo creato duri nel tempo. E poi a mia madre. 

 

Con chi sogni un featuring?

Sognando in grande Antonella Ruggiero: mi ha emozionato tantissimo.

 

Come spenderai i 20 mila euro del premio? 

Tutti in musica e musicisti per definire il mio album che a questo punto nascerà! 

 

Guardando alla polemica attuale relativa ai concerti negli stadi, è qualcosa che ti spaventa in futuro?

No, penso che rimarrò in una logica che rifugge dal commercio e dai grandi numeri. Il mio desiderio è suonare per un pubblico attento, eventualmente anche ridotto di volta in volta. Per me questa serata a Musicultura è stata magica, c’è stato un grado di comunicazione eccezionale tra me e il pubblico, pur essendo in moltissimi. Andrò sempre per sentieri particolari evitando il mainstream. 

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