Mostro, l'album Metallo e Carne: "Le lezioni di vita arrivano dai momenti più bui"
Musica
Il rapper romano torna con un progetto ambizioso che scandaglia la sua interiorità, che si domanda che accadrebbe se sprofondassimo in noi stessi. L'INTERVISTA
Metallo e Carne è il nuovo progetto discografico del rapper romano Mostro, all'anagrafe Giorgio Ferrario. L'album è un viaggio interiore dentro l’inconscio, quasi un rituale personale. Il concept dell’album nasce da una domanda implicita, ma sempre potente: cosa succederebbe se ci lasciassimo precipitare dentro noi stessi, senza paura e senza meta? Ed è per rispondere a questa domanda che il corpo diventa un veicolo, un’astronave, e la coscienza è il cosmo. Metallo e Carne rappresenta l’unione di questi due elementi: la parte tangibile, fisica, cruda, che è il corpo, e quella invisibile, mentale, misteriosa, ovvero la coscienza. In questo senso, il nuovo progetto di Mostro racconta un viaggio profondo che non cerca risposte, ma che si nutre delle domande, dei processi, delle trasformazioni. Un viaggio in cui l’artista si attraversa, accettando tutto ciò che vive e prova, senza respingere le forze che lo pervadono. Il risultato è un’esperienza cruda, a tratti violenta e sospesa, ma sempre vera.
Giorgio iniziamo dal processo creativo di Metallo e Carne.
Per me è un concept album che si origina da una mia necessità. Terminato il
tour scorso ho iniziato a sentirmi in una fase di esaurimento della realtà che mi
circondava e di riflesso ho cominciato a chiedermi se le risposte che stavo cercando fossero dentro di me o all'esterno.
L'album non lascia dubbi sul percorso che hai scelto.
Ho deciso di abbracciare le energie dentro di me e di lasciarmi andare, dunque narrare attraverso la mia musica quello che sarebbe successo in questo abbandono.
Il titolo evoca un contrasto fra la durezza del metallo e la vulnerabilità della carne.
In questo momento della tua vita c'è uno dei due concetti che prevale dentro te?
Convivono ambedue, si trovano in un balance perfetto, infatti l'album è un concept che narra un corpo che diviene una astronave e il metallo che si impossessa del corpo. Sono perfettamente bilanciati.
E' stato un lavoro lungo?
Mi ci è voluto molto di più per pensarlo questo album, per un annetto circa
non ho scritto molto, mi sentivo bloccato. Poi in un giorno solo ho scritto due brani insieme e da quel momento mi sono sentito illuminato su quello che volevo comunicare. Da quella illuminazione ci sono voluti otto mesi circa.
Nell'album viene dedicato tanto spazio al buio. Se potessi dare voce ai tuoi
momenti di buio, cosa direbbero di te?
Scriverebbero una canzone rap su di me, come faccio io con loro. Sarebbe una canzone molto figa (ride, ndr).
Parliamo di Questo Buio, singolo è un omaggio alla resilienza e alla forza interiore. C'è un momento buio particolare nella tua carriera o nella tua vita personale? E come ne sei uscito?
Ciò che penso circa i momenti bui in questa carriera è che devi allenarti a morire, le
incertezze, i dubbi, le cose che non girano son moltissime per chi fa musica, è
impossibile e impensabile salire e basta. Posso dire che, in generale, nei momenti bui ho imparato le cose più importanti della mia vita che sono state necessarie per la mia crescita personale. Ne ho vissuti tantissimi e ognuno è stato importante per capire cose di me, li vedo e vivo come una soglia necessaria per ottenere una maggiore consapevolezza di sé stessi.
Il buio nell'album viene descritto come un elemento da abbracciare e non da
temere. C'è stato un momento preciso nella tua vita in cui hai iniziato a
vedere l'oscurità in questa modalità?
Per me è sempre stato così ed è propositivo perché attingo da quelle sensazioni. Le risposte piu importanti le ho trovate ponendomi degli interrogativi, sono scaturite dai dubbi e non dalle certezze. C'è stata una fase molto intensa, quella che ha preceduto la scrittura del disco, in cui mi sono sentito perso e stufo, sentivo ogni cosa priva di colore ed energia, finchè ho deciso di lasciarmi andare e tutto è cambiato.
Questo album segna un'evoluzione rispetto ai tuoi lavori precedenti, guardando
indietro alla tua carriera, c'è un momento che consideri fondamentale nel tuo
percorso di crescita?
Ricordo l'epoca di Ogni maledetto giorno” come una fase di grosso cambiamento, era il 2017, era il mio secondo disco e vivevo una situazione personale complicata, è stato un mio ripartire da solo, una grossa scommessa che sono contento di aver vinto, quindi se dovessi dirti un momento oggettivo è sicuramente associato a quel disco lì.
Fegato sembra avere un incipit rancoroso. È così? Verso cosa in particolare?
Rancoroso non so, non nutro rancori, è un brano che però rappresenta
l'overthinking, il pensiero come propulsione, il lasciarsi andare alla propria realtà
interiore compressa tra desideri e paure.
Nel disco ho colto numerosi riferimenti all'industria musicale, al fare musica nel
2025: quale è il tuo pensiero?
Ho sempre avuto una visione molto personale sul tema, ho sempre messo al primo posto le mie esigenze artistiche personali, mai quelle discografiche. Non ho mai scritto né pubblicato qualcosa solo perchè considerato adatto al mercato o alla tendenza del momento: questa è una mia prerogativa, tutti gli artisti che tengono alla loro musica mettono al primo posto i propri gusti. Io non ho mai finto, ho sempre interpretato me stesso.
C'è un pezzo di Metallo e Carne che è stato particolarmente difficile per te , a livello
emotivo, da realizzare?
Icaro, che è l'outro, non è stato facile, in primis perché ha una forma insolita per il mio tipo di scrittura e dunque ha richiesto diversi passaggi. Oggi ti dico che sono contento e certo di esser riuscito a raccontare quello che desideravo. É stato un pezzo difficile ma necessario da descrivere dal mio punto di vista personale.
Il futuro di Metallo e Carne?
Spero che arrivari alla gente, spero che chi lo ascolta possa sentirsi ispirato a fare musica, a creare qualcosa, ad affrontare la propria vita in modo differente. Io
voglio trasmettere energia, è il mio scopo di fare musica, dunque spero abbia
questo effetto per chi lo ascolterà.
