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Sanremo 2025, Simone Cristicchi: "Il mio super potere è essere fedele a me stesso"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

L'artista romano aveva già vinto il Festival nel 2007 con Ti Regalerò Una Rosa. Nella sera delle cover proporrà, insieme ad Amara, su compagna di arte e di vita, La Cura di Franco Battiato. L'INTERVISTA

Simone Cristicchi è in gara al 75° Festival di Sanremo (GUARDA LO SPECIALEcon il brano Quando Sarai Piccola, che sarà contenuto in Dalle Tenebre alla Luce (Dueffel Music/ADA Music Italy), la speciale edizione dell’ultimo album in uscita il 14 febbraio.

Quando sarai piccola è un brano scritto dallo stesso artista insieme a Nicola Brunialti, con la musica composta da Cristicchi e Amara e gli arrangiamenti di Francesco Musacco. A dirigere l’orchestra del Festival di Sanremo per Simone  Cristicchi ci sarà il Maestro Valter Sivilotti. Nella serata delle cover Simone Cristicchi duetterà con Amara sulle note de La Cura, uno dei brani più amati di Franco Battiato. In occasione del Festival di Sanremo 2025, Antonio Marras firma gli abiti che accompagneranno Simone Cristicchi in questa straordinaria avventura artistica.

Simone Cristicchi con Erika Mineo in arte Amara
Simone Cristicchi con Erika Mineo in arte Amara

Simone, affronti sempre temi importanti, stavolta l'Alzheimer, realtà che vivi quotidianamente attraverso tua madre: perché importante cantare all'Ariston Quando sarai Piccola, perché un brano così potente?

È una canzone ferma da cinque anni, l'ho scritta nel periodo della prima quarantena. Mi è stato sconsigliato di metterla nell'album Dalle Tenebre alla Luce ma aveva una potenzialità e dunque bisognava attendere. Il momento è arrivato con Carlo Conti: non porto al Festival una bella canzone ma vita vera, può aiutare a sensibilizzare su un tema universale anche se poco trattato. Affronto questo Sanremo con un una canzone bellissima e credo di avere già una vittoria spirituale.

 

Come si riconosce la canzone giusta?

L'ispirazione è trascendente, magica, è un mistero, può arrivare nel traffico o in un bosco, attiene al mistero dell'esistenza di un artista, è inspiegabile. Ho cercato di non essere retorico, è un attimo scadere nel patetico. Con Amara abbiamo capito la sua forza emotiva, c'è voluto tempo per cesellare questi versi, non è stata una canzone facile da scrivere. Ci siamo concentrati sulla tenerezza, sul prendersi cura di una madre anziana che torna bambina. Poi ci sono l'impotenza e la rabbia racchiuse nei versi "c'è quella rabbia di vederti cambiare e la fatica di volerlo accettare". Se la costanza dell'universo è la trasformazione dobbiamo accettarlo, seguendo il fluire della vita ma non è impresa facile.

 

La Cura, che porti sul palco nella serata dei duetti, è una canzone forte e per questo pericolosa: ne sei consapevole?

Quando siamo partiti col progetto del concerto mistico per Franco Battiato non immaginavamo che avesse questo successo e per altro ripartiamo a marzo: con Franz Cattini volevamo omaggiare il suo aspetto mistico. Così è nato Torneremo Ancora che faccio insieme ad Amara e al centro del palco non ci siamo noi bensì una candela accesa che rappresenta Franco nella sua essenza. È stato naturale chiedere la collaborazione di Amara, mia compagna di arte e di vita. La Cura mai è stata eseguita nella serata dei duetti di Sanremo, lì la cantò solo lui nel 2007 che è l'anno in cui io vinsi il Festival con Ti Regalerò una Rosa. Ci aggiungo che Pino Pinaxa Pischetola, storico fonico di Battiato, sarà con me all'Ariston.

 

Con la tua profondità ti senti un pesce fuor d'acqua nel 2025?

Non mi ci sento perché sono me stesso, non recito una parte. Conosco bene le dinamiche del Festival, il mio superpotere più grande è essere fedele a me stesso.

 

Insomma vedremo Cristicchi che fa... Cristicchi!

Perché dovrei fare altro? Il mio è un colore nel mosaico creato da Carlo Conti. Ci sono artisti meravigliosi come Brunori SAS, Lucio Corsi, ci sentiamo in una riserva indiana che è quella dei cantautori a Sanremo. Portiamo avanti la bandiera di chi ci ha insegnato a scrivere le canzoni.

 

L'album si intitola Dalle Tenebre alla Luce.

Questo disco era pronto da anni, le canzoni erano pronte ma ho avuto un incidente domestico: lavoravo con la motosega che ha preso fuoco e io nello spavento mi sono agitato e sono caduto con la testa contro una pietra: mi ha salvato Erika e mi resta ora una cicatrice. Ripresomi dall'incidente il primo pensiero è stato di pubblicare l'album. Che sia impazzito del tutto? mi sono detto. Non volevo perdere più tempo e lasciare una firma di luce nell'oscurità.

 

La copertina cosa rappresenta?

Una nebulosa che esplode, si chiama l'Occhio di Dio, è una stella che sta morendo. La foto ci sono voluti 11 anni per farla ed è opera di Andrea Arbizzi. Dunque arriva anche un album dopo 11 anni perché credo che bisogna pubblicare solo se hai qualcosa da dire. È un album senza tempo, è la mia firma di luce in questi tempi oscuri.

 

In cosa è luce?

La nostra vita è una trasformazione, un viaggio alchemico dove attraversiamo inquietudini profonde, l'inferno che ci abita: solo osservando le tenebre possiamo trasformarle in altro, disse Dante. Quando morì mio padre avevo 10 anni e cominciai a disegnare, fu la mia luce. Il 33esimo canto del paradiso racconta la luce immensa, racconta quello che c'è dall'altra parte della realtà. Mai mi sono fatto il problema di essere di moda ma in questi anni a teatro ho creato un'isola di libertà meravigliosa. Dopo l'incidente ho sentito il dovere di lasciare le 11 tracce come visione dell'amore, della vita, della morte... Dalle Tenebre alla Luce è il titolo di un mio spettacolo sul Paradiso dantesco.

 

Resta la tua volontà di cantare i fragili.

È un'attitudine che avevo da bambino, non avessi trovato lo sfogo dell'arte sarei stato un uomo violento e chiuso in me stesso. Per due anni per altro sono rimasto chiuso in una stanza a disegnare, gli unici miei amici erano i personaggi colorati e divertenti che creavo per farmi compagnia. La mia salvezza è stata l'arte che ha curato la mia ferita profonda. Ecco perché sento vicini esclusi, emarginati, malati di mente e anziani; Quando sarai Piccola è il seguito ideale di un altro mio brano, L'Ultimo valzer.

 

Al tuo fianco Amara, ovvero Erika Mineo, tua compagna di arte e di vita.

Se non fosse stata con me quando sono caduto non so che fine avrei fatto, forse sarei morto dissanguato. Ci aggiungo che abbiamo vita ricca di arte, ispirazioni e viaggi. È un dono per la mia vita la sua presenza. In più tra noi c'è anche l'alchimia a livello artistico.

 

Nel brano sanremese diventiamo tutti genitori dei nostri genitori.

La canzone dà speranza, non è un piangersi addosso ma una reazione a un evento inevitabile per chi ha la fortuna di vivere un genitori che invecchia, poiché non a tutti è concesso. Attenzione significa volgere l'animo verso qualcosa. Se sono in uno stato di attenzione evado da me stesso, dal mio ego e uscendo da me mi accorgo che esistono gli altri, che c'è questo pianeta meraviglioso che ci ospita, che esistono i più piccoli e che vanno protetti.

 

I giovani sono frequentatori dei tuoi spettacoli, per altro.

Ti racconto un episodio, ero a Benevento davanti a una moltitudine di studenti deportati a un mio spettacolo. Nell'attesa facevano rumore e io ero timoroso di andare sul palco. Quando si sono spente le luci è arrivato il silenzio: io ho iniziato e notavo, nelle prime file, luci di cellulari che qualcuno stava utilizzando. Mi sono detto che non ho catturato la loro attenzione, che non sono stato bravo. Il giorno dopo ricevo una mail dai ragazzi: mi ringraziano per quello che ho fatto e mi chiedono scusa per i cellulari accesi... erano quelli dei professori!

 

Ti senti un resistente?

Dobbiamo opporre resistenza al nulla che avanza e lo possiamo fare puntando alla piccola luce nell'oscurità. Benedetto da Norcia disse che solo nella notte oscura brillano le stelle. Bisogna trovare l'umanità che ci abita, dobbiamo essere le stelle che tornano a illuminare il cielo.

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