Sanremo 2025, Joan Thiele canta Eco: "Attraverso la musica racconto i miei segreti"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

L'artista di Desenzano sul Garda porta all'Ariston un brano dedicato al fratello che diventa, verso dopo verso, un brano esistenziale. Nella serata dei duetti proporrà "Che Cosa c'è" di Gino Paoli insieme a Frah Quintale. L'INTERVISTA

Joan Thiele porta all'Ariston suo fratello, la sua forza e, soprattutto, le sue idee. In un'epoca in cui tutti giocano a nascondino lei con Eco (LEGGI IL TESTO) si mette a nudo. L'artista di Desenzano del Garda arriva all'Ariston (GUARDA LO SPECIALE SANREMO) in punta di piedi ma con una canzone che quel palco se lo può conquistare prima ancora che l'orchestra faccia il suo. Il testo è affabulante e anticipa l'uscita del suo prima album tutto in italiano, che si intitola, confidenzialmente, Joanita.

Joan partiamo da Sanremo: quando hai pensato di partecipare ed Eco che storia ha?

Ho iniziato cinque anni fa, in qualche modo mai avevo pensato di partecipare a Sanremo in primis per la lingua, avendo sempre cantato in inglese, e poi serviva la canzone giusta che potesse far parte di quel momento. Eco è una canzone che mi ha emozionato scriverla ed è un buon segno, una canzone che emoziona è un momento molto bello, la ho scritta pensando a mio fratello, ci sono dentro la nostra storia e la nostra infanzia ma non parlo del lato problematico, mi piace dare luce più all'idea di affrontare il tema della purezza: tutte le famiglie vivono difficoltà, vanno normalizzate perché la vita mai è perfetta. Eco è un augurio a lui e a me stessa di quanto sia importante affrontare la paura e dare luce a questo aspetto, difendere l'identità e le idee nel rispetto degli altri.

 

Nella serata dei duetti proporrai Che Cosa c'è di Gino Paoli in coppia con Frah Quintale: scelta unica oppure avevi anche altri idee?

C'erano più canzoni che mi sarebbe piaciuto portare, ho scelto questa perché parla d'amore ed è difficile a scriverne. Mi sono chiesta: Joan ci sei mai riuscita così? La risposta è stata no. Mi piaceva l'idea di portare sul palco il bisogno di amore; condivido il palco con un amico, passiamo del tempo insieme.

 

"Questa vita è il mio viaggio" sintetizza in sei parole la tua identità: ne sei consapevole?

Molto spesso sono tendente all'auto boicottaggio e qui tendevo a descrivere gli obiettivi per vincere l'insicurezza. Le mie scelte però le prendo io.

 

Che riflessioni fai sull'essere stata cresciuta da "una donna più pura della bellezza"?

E' una fortuna che ho avuto, mia madre è una donna libera, che ci ha insegnato un sacco di cose stupende, ripeto è una fortuna. E' una persona che mi piace come ragiona al di là che sia mia madre. Ed è, appunto, pura.

 

Ti sei data una risposta al "perché qui contano sempre più le idee"? Oggi oltre le idee, esistono ancora gli ideali?

Credo che le idee siano l'Eco del mondo, sono una cosa estremamente importante e vanno difese nel rispetto degli altri. Io ne ho ideali.

 

Per raccogliere tutti i tuoi progetti hai scelto la parola Atti, che rimanda al teatro.

Il teatro è un luogo sacro che mi piace molto come il cinema seppure in forma diversa. Il progetto nasce nel periodo post covid, non c'era possibilità di condivisione dunque mi ero immaginata di essere in uno spazio con gli altri. Inoltre Joanita mette il punto sull'amore anche per il cinema, che è per me ispirazionale.

 

Veleno inizia con "se poi fossi fuoco nel cielo" e mi ha ricordato "s'io fossi foco arderei lo mondo" di Cecco Angiolieri: se tu potessi oggi cosa bruceresti?

Brucerei il male.

 

"Mi prendi per mano tu nascondi un segreto": hai tanti segreti?

Ne ho come tutti, ne ho anche se in realtà è facile che nella musica vengano fuori. Quando scrivi li racconti.

 

In Bambina parli del giudizio: hai imparato a convivere con una società giudicante oppure ti mette ancora ansia e fastidio?

E' un tema al quale sto lavorando tuttora prima di andare a Sanremo. mi chiedi se sono pronta ai giudizi? Non so se sono pronta alla super esposizione, ma sono consapevole del fatto che non si può piacere a tutti. Da piccola volevo mettere tutti d'accordo, ma io non salvo il mondo, faccio musica ed esprimo idee ma non devo convincere tutti. Se non ti piaccio ascolti altro però per quanto concerne gli insulti è una questione di educazione.

 

Con Proiettili hai vinto il David di Donatello: proseguirà la tua collaborazione col mondo del cinema?

Mi piacerebbe, è un piccolo sogno fare cose altre legate alla musica. E' stata molto bella come esperienza ma al di là del David, che è un riconoscimento fantastico, mi sento all'inizio. Mi sono riconnessa al mio istinto, cerco di eliminare la mania del controllo.

 

Joanita è il tuo primo album tutto in italiano: cosa puoi anticiparmi?

Metaforicamente ricorda la ragazzina di Desenzano incazzata nera con la chitarra elettrica in mansarda. Il titolo ha un senso fanciullesco di quando conta il sogno. E' la parte mia più rabbiosa e viva che arde e mi dice...andiamo.

 

Ai preascolti hai avuto il mio voto (GUARDA I VOTI) più alto insieme a Simone Cristicchi: è la conferma che "le scelte che faccio" si riflettono negli occhi della gente?

Lo spero tantissimo, spero che arrivino le parole, come ti ho detto la ho scritta per mio fratello ma ha un significato più ampio e spero faccia bene anche agli altri.

 

"Sì resto calma" è il mantra che ti ripeterai prima di scendere la famosa e temuta scala dell'Ariston?

Me lo dico sempre, lì avverrà a maggior ragione.

 

Che accadrà dopo il Festival?

Esce il disco, potrò bere un bicchiere del vino in serenità, sono una donna metodica. Voglio suonare dal vivo e andare a trovare mio papà in Colombia. Comunque prima penso al palco dell'Ariston, poi vediamo.

 

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