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Massimo Zamboni, con l'album P.P.P. Profezia è Predire il Presente racconta Pasolini uomo

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

In questo 2025 sono i 50 anni della morte di Pasolini. Uomo d'arte e di cultura , Zamboni ci accompagna in un viaggio nella storia del poeta, del regisra, soprattutto dell'uomo. L'INTERVISTA

Più che un disco, un’opera letteraria trasposta in musica. Più che canzoni, capitoli che ripercorrono e ricostruiscono una storia unica e controversa, preziosa e drammatica. Quella di uno dei maggiori intellettuali italiani di sempre, Pier Paolo Pasolini.

P.P.P. Profezia è Predire il Presente è il nuovo album di Massimo Zamboni, un disco molteplice e ricco di sfaccettature, così come lo sono l’anima e il pensiero di Pier Paolo Pasolini, a cui è dedicato nel cinquantesimo anniversario della sua uccisione. Un album pervaso da quel dolore civico profondo che accompagna incessantemente il percorso di P.P.P. come uomo e come intellettuale che ha saputo profetizzare e percepire la trasformazione drammatica e lacerante dell’Italia. Nato dall'omonimo progetto di reading-concerto che alterna canzoni, letture tratte da Pasolini e testi scritti da Zamboni, P.P.P. Profezia è Predire il Presente si compone di tredici tracce: canti popolari, un omaggio a Giovanna Marini, brani estratti dal lungo percorso musicale di Zamboni e tre inediti (La rabbia e l'hashish, Cantico cristiano Tu muori) che conducono lungo un percorso sempre più scuro, quasi desolato, per accompagnare il pensiero e la fine del pensare di Pasolini.

Massimo quando è nata l'idea di questo progetto e il "dolore civico profondo" che caratterizza l'album è una triste constatazione dell'immutabilità dei tempi?

Nasce nella mia testa qualche anno fa, poi ha avuto un tempo di lievitazione dopodiché è arrivato un aggancio con Gabinetto Vieusseux che mi ha proposto uno spettacolo con letture e canzoni. Ho pensato al titolo giocando sul PPP e il suo profetizzare quello che avviene che non è andare verso il futuro che è in altre mani ma per il presente che è nelle nostre. La triste constatazione dell'affrontare i tempi e il dolore civico sono una costante dei tempi. Ci sono insoddisfazione, l'idea di non poter far nulla: il sentimento dell'inutilità dello spreco dell'intelligenza. Il sogno di governare e portare al governo le moltitudini che i politici rappresentavano è perduto, figure com Dozza e Pertini non ce ne sono più. E' difficile stare sereni e allegri, ci si ritagliano soluzioni personali. E' dura trovare soluzioni collettive.

 

Perché nonostante anni di studi, di riflessioni e di letture la figura di Pasolini resta inafferrabile?

Chi le affronta, le se letture e le sue tematiche vuole prendere più che dare. Pasolini è un puzzle ma lui va al di là di questo, non è solo un intellettuale perché è fisicamente arcaico scolpito nella roccia mentre noi siamo ripuliti e domestici. I film hanno un dilettantismo inarrivabile, i CCCP sono attraversati da quello stesso dilettantismo; anche Benigni in un certo senso fa parte di quelle persone che vedono oltre. Poi c'è la capacità di offrirsi in sacrificio, lui è carne e sangue e ha deciso consciamente di morire. Nessuno intellettuale oggi sarebbe disponibile a sacrificarsi: ne è valsa la pena? Per lui sì.

 

Racconti che il tuo incontro con l'opera pasoliniana parte dalla periferia, da Pasolini compilatore di un canzoniere: di solito si parte da Petrolio o da Una Vita Violenta: quanto ha inciso nel tuo progetto muoverti in direzione ostinata e contraria?

A 18 anni dovevo sconfiggere la mia parte borghese che mi ha spinto verso una educazione che poi, per fortuna, è saltata per aria. Mai ho frequentato il suo mondo del romanzo. La poesia è stata una scoperta tardiva e lui non è solo un intellettuale o un poeta ma è la persona che nelle poesie mette tutto, dall'idea politica al pessimismo fino alla conoscenza di quello che sta facendo. Lettere Luterane è un canto di morte, si costruisce un isolamento sempre più tormentato. Nell'ultima intervista ha detto che siamo tutti in pericolo.

 

Parti con una villotta friulana che se non erro è una forma di canzone nata nel XV secolo: "io canto solamente per consolarmi me"...mi colpisce il rafforzativo, che spiegazione gli dai?

E' nel canzoniere, volevo qualcosa di friulano che è la sua lingua. La scrittura è per me consolazione ma non sto con la testa afflitta e china per quello che cade, do il meglio scrivendo canzoni e libri. C'è uno stacco tra persona e autore. Per rispondere alla tua domanda nel me ci sono tutti gli altri.

 

Quando canti che "il peggio è passato e non ce ne siamo accorti" hai a volte la sensazione di dire una bugia? Che invece più passa il tempo e più restiamo storti? Anche perché in Canto degli Sciagurati canti "non temo ciò che viene, temo chi è venuto già". Sei ottimista per natura o per spirito di sopravvivenza?

Due anni fa ho piantato 50 ulivi e ho quasi 70 anni. Ho anche dei marroni che fruttificano a lungo. Questo per dirti che c'è una vita che va oltre me, poi ciò non toglie che nutro un pessimismo ragionevole sull'attuale, ci sono abbastanza guai presenti per aspettarne futuri. Non ce ne siamo accorti lo dico perché ci sembra di vivere in questa situazione di peggio...80 anni fa ci sono stati la Resistenza, il fascismo, le bombe sui treni: sento un alito attorno di possibile coercizione.

 

L’onda immensa del popolo minuto è sempre dalla parte sbagliata del mondo?

Ci sono fascinazione e curiosità per moltitudini che potrebbero ribaltare il mondo e non lo fanno. Siamo schiavi di 15 persone siamo 8 miliardi, l'unione non fa la forza. e non se ne va mai più chi viene eletto.

 

La fiammella fascista del 1954 oggi è un falò: dopo sessant'anni dobbiamo avere ancora più coraggio e più difese per evitare che "ancora dovremo piangere dei corpi ancora vedremo piangere questo Paese"?

Lo vedremo piangere tanto, la fiammella che lui aveva intercettato luccicava quando era appena finita la guerra ed era stato sconfitto il fascismo eppure era viva e mescolata con la Democrazia Cristiana, il re e la mafia: ha causato morte in ogni decennio e ancora ne causerà. Ora però ha una copertura ufficiale, prima era clandestina. Siamo stati disattenti noi.

 

Il Portogallo è uscito dalla dittatura di Salazar con la rivoluzione dei Garofani. Era il 1974, esattamente 50 anni fa: quale vorresti fosse il fiore della rinascita italiana?

Il garofano mi piace ma è inaccettabile perché è stato il simbolo del PSI. Mi piace quello blu oltremare del radicchio selvatico, riempie i prati inosservato e non trascina verso violenza o dittatura, fa accettare la bellezza in modo rilassato. 

 

Dimmi una verità appresa dagli Scritti Corsari e se il degrado culturale che ha raccontato tra il 1973 e il 1975 è il papà dell'epoca odierna.

Siamo meno capaci di decifrare forme culturali che una volta erano forme di comprensione. Gli Scritti Corsari colpiscono per la lucidità con cui viene affrontato lo sfacelo di questo paese. L'insegnamento è guardare dove poggiano i tuoi piedi. Si muore per mancanza d'amore e amore è la parola più adatta per affrontare. Lo spendersi continuo è un esempio di come affrontare il mondo

 

La Sorella Sconfitta assedia o è assediata nella cittadella fortificata di cui parli nel prologo?

Assediata ma si difende bene. Anche lui parla del valore della sconfitta e come andrebbe insegnata alle giovani generazioni perché dentro ha elementi che amplificano il tuo essere uomo dentro altri uomini.

 

In Fermamente Collettivamente parli di croci uncinate ma rivendichi anche l'orgoglio di essere un compagno. E' la sola ancora di salvezza?

Faticherei a iniziare un concerto con compagni ma va affrontata. Lui rivendicava la voglia di avere compagni e l'impossibilità di avere una compagnia, era l'ombra della compagnia la sua.

 

Il Vangelo Secondo Matteo di Pasolini fu accusato di vilipendio alla religione: possiamo dire che il tuo Cantico Cristiano è la sua riabilitazione definitiva? E che effetto fa un cantico cristiano alla tua età?

Pensa che è stato il primo film che ho registrato, ribaltava le risposte. Il cantico mi è venuta voglia di scriverlo dopo la poesia sulla Crocifissione dove Pasolini prefigura la sua. Fino a 15 anni andavo in chiesa tutte le domenica, prendevo i sacramenti poi per fortuna ho intercettato altro che mi ha fatto piazza pulita di quel passato. Mi piace cimentarmi con parole difficili: in una chiesa in Toscana dopo un concerto coi CCCP siamo rimasti impietriti dal coro dei frati, ti puoi imbattere in qualcosa che scuote senza diventare un confessionale.

 

Cosa significa, nel 1975, diventare maggiorenni e avere in tasca la tessera del Partito Comunista? oltreché la patente...ovviamente. Ma soprattutto cosa significava essere parte di una società dove l'astensionismo era praticamente sconosciuto?

Un grandissimo orgoglio, per la prima volta mi sono sentito parte di qualcosa anche se ogni tanto sentivo minacciato l'orgoglio perché erano più fascinosi quelli di Lotta Continua e del Manifesto. Ma nel Partito Comunista c'era una militanza ragionata e lui aveva un pensiero lusinghiero sui giovani della FGCI come unica possibilità di gioventù.

 

Giovanna Marini così colta e intellettuale ma unita al mondo: è quello che manca oggi? Gli intellettuali vivono sempre più in una Turris Eburnea?

Sono quasi obbligati. Quale è il popolo oggi? Non c'è più la classe operaia, non ci sono i contadini, chi vive in una borgata ha il macchinone, il collanone, una donna e qualche dipendenza. Io posso parlare a persone sensibili e che hanno cura dei propri territori.

 

Lo scandire il tempo di Tu Muori mi ha ricordato il "forse fu all'ora terza, forse alla nona" de Il Silenzio di Maria di Fabrizio de André: ci hai pensato? E' un testo che mette inquietudine.

La ho scritta qualche anno fa e mai la ho arrangiata perché è definitiva. Seguire il percorso di Pasolini è, in questo caso, un album letterario che racconta la scomparsa di un uomo. Penso di più alla scansione temporale di Giovanna Marini. E' un album insostenibile, Persona non Grata è il canto dell'isolamento: ci vuole vita pe parlare di vita.

 

Chiudiamo con la tua razza che si assottiglia...ti senti un sopravvissuto?

La linea famigliare si restringe e si misura in linea maschile. C'è l'estinzione antropologica di una razza e Pasolini mi coinvolge perché appartengo alla razza del Novecento. Sulle montagne sopravvivono residui di questi linguaggi, non c'è posto per me.

 

Che accadrà nei prossimi mesi? Porterai live questo progetto? Libri in arrivo? Ancora CCCP?

Questo progetto nasce come spettacolo teatrale e costruiamo il tour 2025, che sarà il core business dell'anno e l'album lo trascinerà. Il libro lo ho finito e ora va all'editore: è una storia delle mie montagne reggiane.

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