Silvia Salemi, l'album 23 Ore Limited Edition: "L'immagine ha stordito il cuore"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

L'artista sicialiana invita a riflettere sul valore delle scelte non compiute e di quelle ancora da fare e lo fa attraverso l’immagine della ventitreesima ora, simbolo del riscatto e dell’opportunità. L'INTERVISTA

23 Ore - Limited Edition, il vinile bianco, edizione limitata di Silvia Salemi è un viaggio in dieci canzoni estratte dall’omonima raccolta disponibile in digitale, tra cui gli ultimi singoli Fiori nei jeans, Amore eterno, Animali notturni e  A casa di Luca, canzone presentata per la prima volta al Festival di Sanremo (GUARDA LO SPECIALE) del 1997 e vincitrice del Premio della critica per il miglior testo. Ispirandosi alle Occasioni di Eugenio Montale, il titolo scelto da Silvia Salemi per la sua raccolta, 23 Ore, rappresenta un percorso emotivo e narrativo che si snoda attraverso le ore di un giorno quasi completo, lasciando l’ultima, la ventiquattresima ora, sospesa tra il concreto e l’immaginato. Con questo progetto Silvia Salemi invita a riflettere sul valore delle scelte non compiute e di quelle ancora da fare e lo fa attraverso l’immagine della ventitreesima ora, simbolo del riscatto e dell’opportunità. Un viaggio emblematico che accompagna gli ascoltatori fino a quell’ultima ora non raccontata: un’ora di speranza, di scelte, di possibilità e di cambiamenti. Ogni brano è quindi un capitolo, una storia che riflette sul potenziale nascosto nelle pieghe del tempo che sfugge e scivola via senza essere notato.

Silvia quando germoglia il progetto 23 Ore Limited Edition?

Fondamentale è stato avere raccolto i brani della discografia recente, per altro già in 23 Ore, e qui il progetto diventa corporeo attraverso un vinile che è tornato a essere un oggetto di culto. Abbiamo bisogno di tatto, di concreto: se perdiamo il calore e l'inventiva non è bello e comunque resto favorevole al digitale. Poi ricadono i 30 anni dalla vittoria a Castrocaro. Ho bisogno di dire che c'è un punto fermo ed è giusto farlo con il vinile perché altrimenti tante cose si perdono. La forza di adesso è pubblicare sempre e si va più sulla quantità che la qualità. C'è una ansia tremenda di non esserci, l'era dell'immagine ha stordito il cuore.

 

Il titolo si ispira al Le Occasioni di Eugenio Montale: quale è il punto di contatto?

Il link sono io amante della letteratura italiana, laureata con lode. Dissi ai prof che si può essere cantanti ai massimi livelli anche se si studia, quindi andai all'Ariston con i libri dietro. Recuperando le Occasioni ho capito che quella parola magica è la ventiquattresima ora che puoi giocare fino a fine partita.

 

Le Occasioni si apre con il Balcone. Due versi dicono "La vita che dà barlumi è quella che sola tu scorgi": è in questa idea che tu vedi il fuoco dell'arte? Spunti che nascono in solitudine per poi spandersi nel mondo?

Ci sono io e poi la squadra autorale. L'occasione cosa è? Già di per sé un giorno vissuto è una occasione e anche se ti annoi crei comunque qualcosa: il vuoto per riempirlo va creato prima, l'occasione è il cervello che pensa.

 

Perché hai scelto il bianco come colore del vinile?

Fa tabula rasa, ci vedi quello che vuoi ed è già un viaggio nel bianco e nero della vita: nulla è sempre visibile, nulla è sempre al buio.

 

"Questa è un'era subdola che ti inchioda il cuore e la vita ad un televisore": scritto nel 1997 mette un po' di ansia se consideriamo che i cellulari stessi erano agli albori.

Oggi è un testo generazionale, come lo leggi lo leggi, arriva come i quattro amici al bar di Gino Paoli ed è una canzone sociale. Lo è anche quella di Paoli ma è più scanzonata. A Casa di Luca parte con "questi anni passati così", parte subito con una denuncia. Ha una forza anticipatoria potentissima ma non è che non lo avevamo capito, tutti eravamo catturati da televisione e dall'immagine anche senza social e telefonini. Io a Sanremo sono andata pulita, con tailleur e i capelli rasati, ma prima avevo un caschetto, e lo ho fatto per convincere con la canzone. Il Premio della Critica conferma che avevano capito prima di noi che era una brano generazionale.

 

Come immagini oggi una serata a casa di Luca?

A casa mia, divani, finestre aperte, chi beve, chi chiacchiera, chi si fa confidenze, è un posto dove la gente si sente rilassata, si sente a casa. Certo non si va in giro ma tutta la casa, c'è una parte che è per la famiglia, ma l'accoglienza è quella di...Luca. Da siciliana accolgo e se sto via mi dicono che sono mancata. Che sia io Luca?

 

Nello stesso album c'era anche Danza Caotica con la luna nera che danza sui confini di Israele, dietro le favelas e poi ci sono Buddha, Olorum, Gesù, Xango, Allah, Manitù  che fanno un solo Dio: la religione è l'oppio dei popoli o l'incubo dei popoli, basti pensare alle Crociate?

All'epoca divideva, eravamo tutti sotto un cielo e alzando gli occhi c'era il dio che volevi. E' una canzone di libertà, siamo fratelli al di là della fede, abbiamo il problema di invecchiare e rispondere ai figli. All'epoca ero giovane con tanto caos dentro, tutte le figure deistiche mi affascinano. Difendo la libertà dello spirito, non il fanatismo.

 

Esattamente 30 anni fa, nel 1995, hai vinto Castrocaro con Con Questo Sentimento: cosa resta di quella Silvia? Ci sarebbe stato bene in questo album, io penso.

Non so se ci sarebbe stato bene. Mi piace mettermi in discussione, magari farò versione modificata per aggiungerlo. Quella ragazza coi capelli a caschetto, le cosce fuori e la grinta era il germoglio di quello che sono oggi. Ma oggi sono più cazzuta. Avevo 16 anni e a 18 i miei genitori non potevano più accompagnarmi negli studi televisivi, insomma un giorno mi guardo e mi ritrovo da sola così ho dovuto sviluppare una parte aggressivo-difensiva. Ti racconto un episodio: in una riunione importante un signore molto più grande di me mi da del tu...io avevo 18 anni e gli ho detto "scusi ci siamo già incontrati? Abbiamo mai mangiato insieme? Mi deve dare del lei".

 

Le lacrime che cercano rivincita di Amore Eterno sono quelle che i millennial non riconoscono perché vivono le relazioni sui social?

Non ha un link col mondo social ma con i grandi amori, le emozioni, i dolori, con le cose che lasciano traccia. Ti amerò per sempre oggi magari dura un mese, consumiamo tutto velocemente.

 

Ascoltando Chagall e il suo incipit "È difficile parlarsi quando cerchi la ragione" ho riflettuto che molti tuoi testi parlano di rapporti umani e qui in particolare c'è "un cuore che non è fatto per dimenticare, dimenticarsi": oggi quanto è difficile scrivere d'amore?

Fa moda parlare di cose che devastano, l'amore puro che consola e conforta è melenso, scoraggia. Non si dice più mi manchi. Tossico è diverso da soffrire, che è una sana la sofferenza.

 

Ti sei ispirata alle tue figlie Ludovica e Sofia per Mamma qui comando io?

Quel bambino viveva la separazione, le mie le chiamo "mamma esci", non c'è niente da fare. Come sentono la maniglia c'è già il mamma esci a meno che non parli loro di belle borse, viaggi e soldi allora sono mamma entra.

 

La voglia di leggerezza, di identità che racconti ne I Sogni nelle Tasche resta la tua filosofia di vita?

I miei sogni più che nelle tasche stanno in testa. In tasca ho soldi, chiavi e telefono, li ho portati in testa per cercare di renderli concreti. Sogno le mie figlie realizzate, che tornino a casa contente, con un 30 all'università. Non tutti sono attuabili e quelli che non lo sono vanno nel cassetto.

 

Che accadrà nelle prossime settimane?

Vogli arrivare alla spettacolarizzazione del vinile. I teatri sono la dimensione ideale, mi  piace l'idea di uno storytelling dei miei 30 anni. In scaletta vorrei mettere anche i lati B così i miei musicisti mi dico che finalmente suonano con soluzioni melodiche e armoniche complicate. E' bello suonare brani più complicati e meno sconosciuti, penso a La Maison che parla dello schiavismo, soprattutto intellettuale non di pelle o razza.

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