Whitemary, l'album New Bianchini: "Canto storie personali e intimamente immersive"
Musica
La giovane artista abruzzese coniuga testi profondi ed esistenzialisti con un sound tutto da ballare. La abbiamo incontrata a Bologna in occasione della data di debutto del suo tour. L'INTERVISTA
"Bastano poche note di synth, il suono della cassa, quello dei bassi e l'inconfondibile delivery della voce, a metà tra il parlato e il canto di matrice jazz, per elevare Whitemary dalla massa di uscite e canzoni tutte uguali. I suoi brani sono veri e propri marchi di fabbrica che fanno risaltare l'autarchia alla base di tutto quello che scrive, compone e produce: Whitemary fa tutto da sola, con un approccio squisitamente onesto e DIY, orgogliosamente fatto in casa e perfetto proprio nel suo voler essere imperfetto, libero, incasinato e puro. Il secondo album dell'artista, all'anagrafe Biancamaria Scoccia, si intitola New Bianchini e testimonia la sua continua volontà di evoluzione e cambiamento. Si tratta di dieci nuovi pezzi presi male ma con la cassa dritta, come li definisce lei stessa, in cui testi personali e diretti ma anche profondamente universali ed esistenzialisti si fondono con un sound tutto da ballare, veloce e aggressivo in termini di impatto e BPM ma al tempo stesso morbido ed elegante. Già partito il tour, i prossimi appuntamenti (ma le date sono in costante aggiornamento) sono il 25 gennaio a Perugia, il 6 e 7 febbraio a Roma, il 21 febbraio a Pozzuoli, il 22 a Molfetta e il 22 marzo a Milano. Con Whitemary sul palco Davide Savarese e Sergio Tentella."

Biancamaria partiamo dalla storia dell'album e dal titolo: perché ne hai scelto uno così intimo per tempi più che esistenziali direi esistenzialisti ovvero che prendono l'essere umano come fonte di riflessione?
Comunque per me dire New Bianchini era aprirmi visto che parlo molto di me, è una finestra sul mio personale quindi offro un mezzo per conoscermi di più. Non ho riflettuto sull'esistenzialismo ma l'album scava parecchio e a fondo, ti dico che è intimamente immersivo.
Calamiti subito chi ti ascolta nel tuo mondo con Un Amore Caldo: la sensazione di un corpo che si schianta contro un'anima di vetro è da provare almeno una volta nella vita?
Assolutamente da provare. io la parola amore la uso pochissimo nei testi: è una apertura, entri subito nella mia intimità, tolgo i filtri e le armi.
Denso è un mantra...quell'esploderà mai mai è una negazione oppure è quel mai che ha la densità dell'estasi?
Ci porta proprio lì, la voce sale e scende di dinamica per dare idea più forte di condensazione, si intensifica così tanto che poi succede davvero.
Il tuo Oh! Ma dai riporta dove la corrente scorre ancora: esistono luoghi dove non c'è alcuna corrente? E nel caso è come il cuore dell'uragano dove c'è la quiete perfetta o è comunque turbamento?
Più che luoghi si tratta di momenti, dove non c'è corrente sono i momenti bui di vita, momenti oscuri dove non c'è energia vitale per affrontare certe cose e tu sei immobile. E' interessante capire cosa ti riporta al movimento di agitazione iniziale.
Oggi va Così sembra un testo scritto dal Caso, dal Destino: quelle onde che ti affogano sono la quintessenza del fatalismo?
Certo il fatalismo o anche il terrore che precede l'oggi fa così. C'è la paura nel non sapere, di quello che può accadere. Faccio un esercizio per liberarmi dai freni e dalle paure, se dovessi assecondare la mia natura sarei sempre al punto di partenza.
Lasciare "indietro pezzi grandi come una destinazione" è senso di incompletezza o senso di costruzione?
Dipende da come la canto, forse più incompletezza poiché più vai avanti più hai la consapevolezza che hai perso dei pezzi. Quando scrivo e la sensazione passa arriva la consapevolezza. Infatti non scrivo altro e attendo.
Hai capito dove è la tua parte con il buio di cui parli in Un'Esercitazione?
Si perché la conoscevo molto bene, ci ho fatto pace e me ne sono riappropriata. Non sempre è volontario il distacco, a volte quel distacco è richiesto, è necessario.
Dimenticarsi di se stessi, dando per buono che non è una esercitazione, è salvifico o è un tormento interiore incessante?
Quando succede vai incontro a un disastro, non può essere salvifico, c'è una natura interiore che anche se la vuoi celare poi viene fuori e sacrifichi una onestà che si snatura. L'esercitazione la associo a momenti di grande tensione, è una lascito del liceo soprattutto nel periodo dopo il terremoto in Abruzzo ed era un qualcosa di finto: bisogna non allenarsi a fare cose finte.
Con fango nel quale sguazzi ci fai case e poi palazzi: hai riflettuto che ancora oggi in alcune parti del mondo le case si fanno col fango e che sono più solide di quelle in cemento armato? La tua casa interiore è forte o ti ci nascondi e ti ci distruggi?
La casa è un elemento molto importante anche a livello onirico, è una struttura dove mi ci sono nascosta tanto e a volte anche non volentieri perché poi, quando senti il bisogno di riaffacciarti al mondo esterno, non è facile perché trovi cose che non ci sono più o altre che non non sapevi esistessero.
Dicono Di Me lo ho interpretato come un brano sul giudizio: che rapporto hai con le opinioni altrui? Combatti i giudizi, soprattutto quelli sui social, o ci convivi?
Mi è capitato molto poco, lo evito e lo temo non per una questione di sicurezza ma perché magari sono persone che poi mi ascoltano.
Come si risale da un Abisso?
Non è detto che si risalga, magari c'è un portale che porta altrove; se ci riesci significa che ti sei adattato a flora e fauna del buio e ne vieni fuori.
Essere un piccolo dettaglio è la prova di esistere, di essere un ingranaggio fondamentale del sistema umano o di essere ai margini dell'anima?
Quel pezzo è diviso in due. Esaminato con un macro occhio esterno è libera un sospiro di sollievo nel sapere che si conta poco ma consci che un piccolo dettaglio riporta molte cose in proporzione, equilibra la vita. A livello opposto se sei un dettaglio dove vorresti avere una certa voce, magari in un contesto sociale, sapere che non sei rappresentato ti spinge ai margini.
Alla fine possiamo dire che nonostante certi crolli oggi sei in pace quanto meno con te stessa?
Non è la pace ed è l'ultimo pezzo scritto. Tutto torna e mi sento in pace ma non è quello che cerco, pace perché qualcosa è tornato che magari sconvolgerà con altre modalità.
Cosa resta oggi del collettivo Poche creato con Elasi e Plastica?
Ci sentiamo, ci aggiorniamo, organizziamo eventi...loro sono la parte più attiva. Coinvolgiamo il pubblico non esclusivamente femminile ma speriamo soprattutto di invogliare le ragazze a perseguire i propri obiettivi. E' uno specchio per le ragazze più giovani: l'obiettivo è fare gruppo ma non con canali esclusivi per il genere femminile.
E cosa resta della Whitemary che si sente invisibile di Credo Tra Un Po'?
Non sono più io ma mi ci sono riconosciuta in quello che ero, ero una figura poco delineata e capita, mi sento cresciuta e fuori dai drammi adolescenziali.
Anche se in alcuni momenti ti capita di perdere la speranza continui a dire Ma Chi se Ne Frega?
Sempre. Non è un mantra costante ma dopo tanti quando credo di avere perso la speranza arriva il chi se ne frega che modifica la prospettiva.
Che accadrà nelle prossime settimane, tour a parte?
Questo è l'inizio di un viaggio, che spero si completi in estate. Vorrei fare una cosa corale coinvolgendo l'elemento umano tra le macchine e la voce con un macro spettacolo: per ora è un desiderio gigante ma il lavoro del tour mi coinvolge e costituisce il blocco di lavoro attuale.
