Malika porta in concerto il coraggio e l'allegria di chi si gioca la vita a mani nude
Musica Credit Pierpaolo SchiavoneTour teatrale per questa artista specchio di eleganza e di poesia. Un viaggio lungo due ore in oltre quindici anni di carriera il tutto colorato di bianco. Opening Act di Marco Guazzone. IL RACCONTO
La notte si tinge di bianco. Ma un bianco che abbraccia l’intero pantone dei colori. Malika Ayane fa tappa al Teatro delle Celebrazioni di Bologna col suo tour teatrale e per due ore trasporta il pubblico in un viaggio musicale all’interno delle sfumature di oltre 15 anni di carriera. Ad accompagnarla una band speciale composta da Jacopo Bertacco (chitarre), Stefano Brandoni (chitarre), Filippo Cornaglia (batteria), Marco Guazzone (piano e tastiere) e Raffaele Trapasso (basso). Per altro a Marco Guazzone è affidato il compito di aprire il live con tre pezzi scelti dal suo repertorio cantautoriale mentre sul finale condivide con Malika il suo ultimo singolo Giovedì, brano di rara intensità e melanconia, tra buoni sconto inutilizzati e un armadio ancora colmo dei vestiti di una persona che non è più tornata. Quando Malika appare sul palco, sulle note di Non Arrossire, ha un incedere e un afflato da mito greco, ammantata di un candore scultoreo, pronta per posare per Antonio Canova. Tanta parte del pubblico aveva già assistito a suoi concerti eppure non è rimasta immune allo stupore di fronte a un'artista che nel tempo è sempre restata autentica. Il tour prosegue il 23 novembre a Spoleto (PG, Teatro Nuovo Menotti), il 27 novembre a Firenze (Teatro Puccini), il 29 novembre a Senigallia (AN, Teatro La Fenice), il 30 novembre a Roma (Auditorium Parco della Musica) e si concluderà il 3 dicembre a Napoli (Teatro Augusteo).
IN CONCERTO COME SUL DIVANO DI CASA, CONTA SOLO DIVERTIRSI
Tutta la prima parte, che non vi svelo per intero perché in un’epoca in cui la musica è indirizzata dagli algoritmi un po’ di mistero è doveroso, ci dona Malika sul fronte del palco che si sfila la giacca sulle note Ricomincio da qui e per Ti piaci così chiede al pubblico di assecondarne il ritmo battendo le mani. Il live è diviso in atti, perché non dimentichiamoci che siamo a teatro, e il primo si chiude con Come le Foglie. Che è il primo brano sul quale si accendono simultaneamente più cellulari. Malika ha chiesto di godersi il concerto e non di filmarlo e la gente l'ha ascoltata, con poche, accettabili eccezioni. Il mood che deve avere la serata è rinchiuso in una frase: “Dovete sentirvi come un lunedì di novembre sul divano casa. Divertiamoci”. Sulla melodia di Medusa il look cambia (ma non il colore) e Malika affronta questa parte della serata seduta in poltrona. Nonostante compaia qualche chitarra acustica, non si offusca quell’atmosfera punk e ribelle che si annida in uno sguardo, un cambio di posizione, il filo del microfono che si attorciglia sull’avambraccio come l’aspide sul braccio di Cleopatra. Con la differenza che qui è Malika a iniettarci dosi massicce di emozioni. Una nuova mutazione estetica ce la offre in mini paint e cravatta: in questa fase cala non un poker bensì un pokerissimo: Lentissimo, A mani nude, Tempesta, Tre cose ed E se poi, quest’ultima illanguidita da fasci di luce fucsia. Siamo al (finto) finale che è originalissimo perché Malika e la sua band non lasciano il palco insieme a uno per volta, trasmettendo la sensazione reale della musica che va a spegnersi. Il rientro, col calice di vino bianco in mano, porta con sé il sano vento della follia artistica: “Nella vita ci sono tre cose di cui non posso fare a meno e si tratta di musica, amore e scarpe”. Spazio alla band per Occasionale e poi c’è l’atteso momento scontento ovvero quello in cui viene eseguita una canzone a richiesta del pubblico. Ed è un momento sempre di confronto ironico tra Malika e i suoi musicisti con echi di voci da vari angoli del teatro ognuno per perorare il suo brano preferito. Ma Malika è generosa e dopo Peccato Originale concede anche il momento spot a cappella. Dopo il già citato featuring con Marco Guazzone in Giovedì, si chiude con “una finta canzone allegra” che è Senza fare sul Serio. E quando le luci si sono accese…come ci è scappato il tempo!