Gabry Ponte, uno show a San Siro nel 2025: è la prima volta nella storia della dance
MusicaPer la prima volta nella storia della musica dance, un dj suonerà allo stadio San Siro: 28 giugno 2025, Gabry Ponte e il suo show “San Siro Dance” faranno scatenare la Scala del calcio. Il dj e produttore dei record è pronto ad aggiungere un nuovo tassello alla sua carriera che l’ha visto suonare in luoghi iconici e ricevere tre dischi di diamante, 46 di platino e 26 d’oro. Il modo perfetto per celebrare una lunga carriera che quest’anno ha festeggiato 25 anni. Abbiamo incontrato Gabry Ponte, la nostra intervista
Emozionato, spaventato ma carichissimo: Gabry Ponte è appena tornato da São Paulo, dove ha suonato al Tomorrowland Brasil, ma ha già mente e cuore al 28 giugno 2025 quando, per la prima volta nella storia della musica dance, porterà a San Siro il suo show. “Per noi italiani è una novità, ma all’estero vedere grandi dj e produttori suonare in spazi così grandi è quasi la normalità: magari con questo primo live a San Siro anche noi potremo abituarci ad andare a ballare in piccoli club e in arene più grandi. Per me, però, non cambia nulla: l’energia che ci metto è sempre la stessa. E non vedo l’ora di iniziare a immaginare questo show: voglio sia indimenticabile”.
Il tour nelle arene nel 2024, San Siro un anno dopo: Gabry Ponte è nella storia
Gabry Ponte è visibilmente emozionato al pensiero che tra meno di un anno sarà in una delle arene più importanti d’Italia, ma è molto felice di potersi dedicare a questa nuova avventura: “Sì, San Siro non è mai stato fatto. Ma anche il Forum, dove sono iniziati i festeggiamenti per i miei primi 25 anni di carriera era una novità. Poi quando cerchi di alzare l’asticella è normale avere un po’ di timore, perché ovviamente non sai come andrà. L’idea della serata a San Siro è nata proprio dal Forum, che poi è diventata un tour da oltre centomila presenze che mai avrei pensato di fare. Solitamente il dj suona nei club, oppure davanti a centinaia di migliaia di persone ma all’interno di un festival, dove ci sono altri dj. L’idea di fare, invece, un vero concerto come fanno gli artisti pop è qualcosa di nuovo in Italia. All’estero è diverso, certo: andare a sentire dj in spazi più grandi accade spesso, anche lo stesso David Guetta l’anno scorso ha fatto qualcosa di incredibile in Francia, ma è un Paese dove la club culture è molto diffusa, come lo è in Olanda o in altri stati del nord Europa. Non sono, però, soltanto i numeri che mi hanno convinto a fare uno show a San Siro: è stata la reazione del pubblico, che nelle date di quest’estate si è proprio divertito. Tante generazioni insieme che ballavano in grandi arene… e quindi mi sono detto: dai, proviamoci! Ed eccoci qui”.
San Siro, Scala del calcio e tempio della musica
A San Siro suonano le grandi star, da Vasco a Taylor Swift. Se suoni lì, vuol dire che sei tra i grandi. Ti spaventa l’idea di entrare in questo grande Pantheon della musica?
Sono un po’ spaventato, certo. Ma allo stesso tempo sono sicuro che sarà una festa. I numeri, certo, sono la sfida. Ma dopo il tour nelle arene ho ricevuto molti commenti positivi: tantissime persone si sono divertite a questi show, e questo mi ha reso felice. San Siro è un luogo iconico, ma non mi spaventa l’idea di suonare per così tanta gente… per me non fa differenza essere in un piccolo club o appunto in un’arena enorme: metto sempre la stessa passione e voglia di far divertire. Sento la stessa adrenalina, ma sono entusiasta all'idea di poter iniziare ad immaginare questo live.
Ero al Forum, e raramente l’ho visto così pieno…
Sì, e mi hanno detto che è stato il record di presenze. E non perché io sia più bravo, ma perché non avevo la passerella… i cantanti hanno bisogno di uno spazio in più per muoversi, io no. E questo ci ha permesso di avere più capienza disponibile.
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"Lo show? Ci divertiremo. A breve inizierò a studiare il palco, i brani e molto altro..."
Sei abituato a collaborare con star internazionali: Bebe Rexha, ma anche Steve Aoki. Hai pensato magari ad un brano ad hoc proprio per San Siro, tanto da rendere ancora più unico quello show? Un po’ come dire: vado da Gabry Ponte a San Siro, prendo la t-shirt dell’evento così tra 20 anni posso dire di esserci stata.
Steve è uno degli artisti con cui amo di più collaborare, perché è proprio come me: è super focused, salutista, lavora moltissimo, è appassionato. Un brano appositamente creato per la serata? Non ci ho pensato, ma è una buona idea. A breve inizieremo a pensare allo show: cercheremo di capire cosa fare e come strutturare la serata. Lavoreremo al palco, alla musica e a tanto altro.
Cosa speri di poter regalare a chi verrà a ballare l’anno prossimo a San Siro?
Di divertirsi: è questo l’augurio più grande che faccio. Deve crearsi una connessione tra tutti noi, e quando ci si riesce vuol dire che è andato tutto bene.
"L'intelligenza artificiale? La uso, ma non potrà mai sostituire la creatività umana"
Gabry, un tema importante per la musica e non solo è l’intelligenza artificiale. Credi rovinerà la musica o la creatività?
Io ho iniziato a fare musica nei primi anni Novanta: non solo non c’erano i cellulari e neanche i computer con cui facciamo musica oggi. Negli studi di registrazione c’erano dei mixer che sembravano delle autostrade, sintetizzatori con tanti fili da incastrare (e se perdevi un suono… era perso e non lo trovavi più!). Quando arrivò il primo software per fare musica ricordo i commenti degli addetti ai lavori: “Alla fine le macchine faranno la musica, nulla sarà più come prima!”. E invece no: la macchina, la tecnologia può facilitare il processo di creazione. Nel nostro caso l’intelligenza artificiale è uno strumento che snellisce i tempi. E per me questo significa lasciare più spazio alla creatività. Alcuni anni fa per registrare una voce serviva una giornata, mentre oggi i tempi si sono accorciati notevolmente. Una macchina, però, non potrà mai sostituire il pilota. Mai. Una persona è imprecisa, ma proprio quei difetti la rendono unica. Certo, i sintetizzatori faranno voci bellissime, ma io preferirò sempre quella leggermente stonata, roca, con qualche particolarità. Io sono pro intelligenza artificiale, ma come tutte le tecnologie bisognerà regolarla e regolamentarla, un po’ come quando è arrivato Napster, o YouTube: non c’erano regole. Io uso l'IA nel mio quotidiano e mi permette di guadagnare molto tempo che poi sfrutto per fare altra musica. Esempio: preparo un brano che per me è perfetto con la voce di Bebe Rexha. Nel passato avrei dovuto mandare il brano al manager, e poi ricevere la registrazione. Tempo necessario: un paio di settimane. Con l’intelligenza artificiale, invece, posso creare una voce come quella di Bebe, applicarla al brano e capire se può funzionare o meno. Il tutto in poco tempo. Ovviamente queste sono solo prove: la versione finale sarà sempre con la voce vera dell’artista. Le voci create artificialmente che faccio con l’IA mi consentono di risparmiare tempo. E poi posso dedicarmi ad altra musica.