Gabry Ponte al Forum di Assago nel 2024: “La cosa più importante è l’esperienza live”

Musica
Matteo  Rossini

Matteo Rossini

Crediti: Alessandro Treves

Dal successo mondiale di Blue (da ba dee) agli attesi quattro show in programma nel 2024, Gabry Ponte ci ha aperto le porte della sua musica. L'INTERVISTA

Venticinque anni di carriera, oltre quindici milioni di ascoltatori mensili su Spotify, 2 dischi di diamante, 39 dischi di platino e 22 dischi d’oro. Gabry Ponte è tra i massimi rappresentanti della musica dance al mondo. Il 27 gennaio il DJ e produttore sarà protagonista di uno show unico al Mediolanum Forum di Assago. Appuntamento anche al PalaAlpitour di Torino il 2 marzo, all’Unipol Arena di Bologna il 6 aprile e all’Ippodromo delle Capannelle per il Rock in Roma il 15 giugno. Lo abbiamo intervistato.

gabry ponte: “Ho sempre bisogno di fare cose nuove per non annoiarmi"

 

Partiamo da Blue (da ba dee), qual è il primo ricordo legato a questa canzone?

Quando è nata. Avevo 24 anni, frequentavo uno studio nella mia città, Torino, una specie di factory dove ragazzi giovani lavoravano insieme. DJ, musicisti e cantanti facevano ciò che amavano, ovvero musica. Questo disco è uscito senza aspettative, per quale motivo avremmo dovuto pensare a un successo del genere? Nel giro di pochi mesi ci siamo trovati dall’essere tre ragazzi normalissimi a calcare palchi pazzeschi in giro per il mondo.

 

Qual è stato il momento in cui hai capito che Blue (da ba dee) sarebbe esplosa a livello mondiale?

A quei tempi non c’era internet, oggi invece un brano può diventare un successo in 24 ore, era diverso. Abbiamo stampato il disco in 300 copie in vinile distribuendolo in alcuni negozi specializzati in musica per DJ. Inizialmente non è stato notato più di tanto perché all’epoca suonava molto strano: troppo pop rispetto ai brani che funzionavano nei club e troppo dance per le radio. Un ibrido particolare.

 

Quando è arrivata la svolta?

Il 1° aprile 1999 quando Albertino lo ha trasmesso per la prima volta, lì abbiamo capito che sarebbe successo qualcosa. Prima la canzone è diventata una hit in Italia, poi sono iniziate ad arrivare le richieste di licenza da parte dei Paesi europei, tra i quali Francia e Germania, e successivamente dagli Stati Uniti d’America.

 

Guardandoti indietro, che consiglio daresti al te di 25 anni fa?

Istintivamente mi direi di non ripetere alcuni errori, ma in realtà li rifarei tutti. Gli sbagli sono ciò da cui impari maggiormente, sono quelli che ti permettono di crescere, evolvere e andare avanti, quindi non saprei.

 

Tra gli anni ’90 e i primi anni 2000 abbiamo assistito all’esplosione dell’europop con molti artisti provenienti dalla Scandinavia, ma non tutti sono riusciti a resistere

È necessario fare una differenza. Un conto è avere una hit, non dico sia facile, ma periodicamente può capitare, un’altra cosa è costruire un brand con cui le persone possano associarti nel tempo. La musica è il viatico per affezionarsi all’artista.

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La figura del DJ è cambiata molto

Io non faccio un solo lavoro, ma più di uno: da quello di DJ durante i set alla produzione in studio. Voglio sempre far divertire le persone cercando di entrare in contatto con nuova musica. Faccio molta attenzione a ciò che ascoltano i giovani. Nel corso degli anni la figura del DJ è cambiata molto come il mondo della musica dance ed elettronica.

 

Ad esempio ora i DJ appaiono anche nei videoclip

Prima il DJ era colui che produceva musica, non c’era la necessità di rappresentarlo. Banalmente negli anni ’80 una euroband registrava musica in studio per poi andarla a suonare, ma negli anni ’90 le cose sono cambiate. Con le prime hit di musica elettronica è sorta la domanda: come rappresentare questa musica dal vivo? Così i DJ si sono inventati un modo per fare show divenendo anche performer.

 

Dopo tutti questi anni hai ancora qualche traguardo da raggiungere?

Assolutamente! Ho sempre bisogno di fare cose nuove e andare avanti per non annoiarmi.

 

Ed è così che è nata l’idea del Forum?

Ho deciso di buttarmi, non so se andrà bene o male, ma voglio lanciarmi. Adesso siamo già a quattro date, poi chissà cosa accadrà in futuro. Credo che la cosa più importate sia l’esperienza di un live, ovvero ciò che non si può condividere tramite internet. Per questo ho un’attenzione abbastanza maniacale agli show affinché le persone possano vivere una grande esperienza.

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