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Tananai, esce l’album Calmocobra: “Sono sempre quello che fa musica in cameretta”

Musica

Fabrizio Basso

Abbiamo ascoltato il nuovo album in anteprima, insieme al cantautore milanese, nel suo studio. Il 2 novembre, con la data zero di Jesolo, parte il tour. L'INTERVISTA

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Il morso romantico e pop, riflessivo e avvolgente di Tananai arriverà, per tutti, venerdì 18 ottobre e si chiamerà Calmocobra. Il nuovo album dell’artista milanese conterrà 12 brani di cui 9 inedite più i singoli che gli hanno fatto da prologo e sono Veleno, Storie Brevi e Ragni. Ad accompagnare il disco, che ho ascoltato in anteprima nel suo studio milanese, arriva un tour che debutta con la data zero a Jesolo sabato 2 novembre e prevede in totale 12 date: doppio appuntamento al Forum di Milano lunedì 4 e martedì 5, al Nelson Mandela Forum di Firenze venerdì 8, al Kioene Arena di Padova sabato 9 e al Palaflorio di Bari martedì 12. La tournée poi venerdì 15 al Palasele di Eboli, al Palazzo dello Sport di Roma mercoledì 20, al Modigliani Forum di Livorno sabato 23, all’Unipol Arena di Bologna mercoledì 27, alla Vitrifrigo Arena di Pesaro venerdì 29, concludendosi a Torino, martedì 3 dicembre presso l’Inalpi Arena.

Alberto introducendo Calmocobra possiamo dire che ha uno sviluppo organico oppure si tratta di momenti della tua vita che hai fotografato e fermato in musica e parole?
Una storia vera e propria non c’è nel senso di un concept. Sono impressioni che ho avuto durante la preparazione, che fanno parte del mio processo di maturazione.

Va sottolineato che gli ultimi anni della tua vita sono stati vorticosi.
Assolutamente e ti dico che avere a fianco persone che ti tengono con i piedi per terra è stato fondamentale: questo monito mi ha aiutato dal primo Sanremo fino a quando mi sono fermato. E mi sono fermato per guardarmi indietro e capire chi ero io. Da quando sono diventato conosciuto, sono stato sempre in giro e in quella velocità non hai tempo per capire chi sei.

Cosa in particolare ti invitatava a fermarti?
Perdevo il fuoco sul perché facevo musica: la facevo perché andavo sempre in giro oppure per me? farlo per me è il modo per arrivare agli altri. Quindi mi sono fermato per me e per stare con la famiglia, gli affetti e gli amici. Il fuoco sulla cover simboleggia la vita frenetica: giri, giri e ancora finché non arriva la bandierina a sacchi. Dunque mi sono fermato e dedicato di più alla musica.

E Calmocobra è la risposta a tutti questi pensieri.
La bulimia di prestazione non mi è congeniale e compreso che la velocità era troppa mi sono fermato, sono andato in direzione opposta e ho trovato equilibrio. Ho scoperto che sono sempre quello che fa musica in cameretta e dunque sono più sereno.

I segnali d’allarme e la rinascita?
Tango che sentivo ovunque, i tour sold out…mi esplodeva la testa: mi sono fermato per fare un disco senza preoccuparmi di tour o di quello che verrà. Sono stato fermo da settembre a marzo.

Oggi chi è Tananai?
Una persona che sa che più che il coraggio servono la consapevolezza dei limiti e il rispetto per chi ti ascolta. Oggi mi riconosco di più nel modo di scrivere e mi riconosco nel mio marchio di fabbrica.

Come è nato Calmocobra?
La prima traccia e anche la prima canzone che ho scritto è Fango.

Che è Tango con una consonante cambiata.
Mi piacciono i giochi di parole. Tango è l’apice, a oggi, della mia carriera ma è anche il motivo del mio stop: fin lì tutto è andato bene ma poi chissà che mi attende…mi chiedevo. Tanto ormai mi sembrava un compito, non sentivo più la vibrazione.

In Radiohead, che invece è il brano di chiusura, racconti di te bambino.
Ho avuto l’infanzia tipica del ragazzino di periferia. Le auto erano la scatola dei sogni molto più dei cassetti. E’ un piccolo romanzo di formazione, il fratello maggiore che parla al minore. Mi chiedo se sono ancora problematico di testa: ho sempre avuto grandi sogni, mi sono impegnato tanto ma ho attraversato pure periodi dove ho lasciato le redini a briglia sciolta nella musica e nelle relazioni. Oggi se mi guardo indietro so che ho uno studio per lavorare e che mia sorella non bussa più al muro quando suono. Mai avrei neppure sognato di cantare al Forum di Assago e eppure ci vado ben due volte. Questo mondo non è solo di talento.

Cosa ti è rimasto degli studi al Politecnico?
Non avrei sfondato perché c’era gente con più passione di me, io non vivevo per quello, finite le lezioni correvo a casa a produrre e a volte perdevo le lezioni perché facevo tardi dietro la musica. Oggi ho gente che mi ascolta, mi capisce, ho una mia realtà. Guardandomi indietro mi vedo incosciente in positivo ma so pure che ho responsabilità.

Proseguiamo con gli ascolti. In Punk Love Storia canti “fuggirò per seminare il suo ricordo…ma la penso ancora”.
E’ quella prodotta da Michelangelo. Mi sono immaginato in una relazione alla Bonnie e Clyde subordinato alla figura femminile e si va in un suo vortice di rapire.

Credo che mai nessuno abbia titolato una canzone Androne.
Questa è una produzione mega Tananai. Nelle relazioni ho un bilancio più o meno fifty fifty sul mollare o essere mollato. L’Androne è l’atrio che precede il cortile, non tutti lo sanno. E’ il mio brano preferito dell’album, ma il preferito in assoluto è Tango perché ha significato molto per due persone ed è raro che accada.

Ascoltando Vaniglia dove parli di “vaniglia di fragole al mirtillo” penso che questo verso pensiona finalmente banane e lamponi di Gianni Morandi.
(Ride, ndr) In realtà è una canzone cruda su una base però leggera. Evidenzia i contrasti che albergano in una sola anima.

Cosa puoi anticiparmi del tour?
Il mio repertorio si interseca, ascolterai blocchi di nuovo e momenti revival. Ho scelto di incrociare la mia storia artistica per mostrare i colori nuovi dei sentimenti.

Sei scaramantico?
Molto. Prima di salire sul palco beviamo tutti del rum osceno che è quello che aveva portato il bassista in occasione del primo concerto! Abbiamo provato a scegliere una marca migliore ma poi siamo tornati alle origini.

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