Isotta: "Nella mia musica uso il linguaggio delle emozioni senza ipocrisie né filtri"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Christopher Spatuzzi

La cantautrice senese racconta la sua estate sui palchi d'Italia, la forza di essere indipendenti e di quando, da bambina, guarda il Festival di Sanremo inseguendo un sogno. L'INTERVISTA

Una estate in viaggio per Isotta, cantautrice senese che con la musica ha iniziato a prendere confidenza all’età di 5 anni. Influenzata dal mondo cantautorale italiano e stranieri, inizia a scrivere le sue canzoni all’età di 14 anni, e a partire dai 16 anni si esibisce dal vivo con svariate formazioni musicali. Nel 2021, vince il premio Bianca d’Aponte con il brano Io e il suo percorso artistico decolla. Ha pubblicato due album, Romantic Dark e Minuscola, e la sua sensibilità la porta a trattare temi quali i disturbi alimentari e il bullismo con grazia e profondità non comuni. Sulla soglia dell'autunno affronto con Isotta il racconto della sua estate in tour e i pensieri che proietta verso i mesi che verranno.

Isotta partiamo dalla tua estate da globe trotter.
Ci sono stati vari momenti molto interessanti, posso dire che è stata la prima estate dove ho messo i piedi a casa pochissimo. Sono state molto belle le date con Radio Kiss Kiss, una a piazzale Michelangelo a Firenze con Aiello e Aka7even, l’altra alla stazione marittima di Salerno con Sal Da Vinci e Noemi.

Che mi dici del Premio di Amnesty International Italia sezione Emergenti?
Lì ho presentato il singolo Coming Out, un inno positivo di liberazione di noi stessi. É prendere coscienza di ciò che ci caratterizza, che ci differenzia dal pensiero comune, dal politicamente corretto. Un brano che non prevede censure, limiti o costrizioni. Vuole essere uno stimolo acché ognuno riesca a cantare la propria canzone, unica e irripetibile, come lo è ciascuno di noi!”

Ci sono stati anche importanti opening act.
Assolutamente. L’apertura a Colapesce e Dimartino, una ad Agerola e l’altra in valle d’Aosta, per l’esattezza in Val di Ayas. Poi mi sono emozionata a Trapani per il Green Valley Pop Fest dove mi sono esibita davanti a una grande folla. In base alle serate suonavo col gruppo o con le basi.

Poi c’è stata l’apertura a uno dei tuoi idoli di sempre.
Le aperture a Marco Masini sono state il coronamento di un sogno. Lo seguo da quando ero bambina. Lo ammiro a livello personale e artistico.

Insomma una passione profonda.
Dal 2004 è il mio cantante preferito e ho imparato tutte le canzoni sue. Pensa che la mia famiglia non è venuta, li ho invitati e mi hanno detto…ci racconterai. Momenti indimenticabili quando ha chiesto al mio pianista di sostituirlo perché voleva staccare un attimo e quando, adagiato sul piano, mi ha dedicato il ritornello di Bella Stronza.

Ci sono brani che non mancano mai nei tuoi live?
Faccio sempre Io, Tramontana e Mi Piace il Caso.

So che hai fatto anche la giurata: sei severa o clemente?
Cerco di intervenire solo se uno mi piace perché l’arte è soggettiva e mi sembra sbagliato giudicare. Poi sono la prima a non sentirmi mai arrivata.

La tua identità artistica è caratterizzata da una scrittura vera, diretta, sincera.
Appartenere a una etichetta indipendente, la Apollo Records, mi permette più libera nella scrittura, uso un linguaggio delle emozioni senza ipocrisie né filtri, un linguaggio più crudo e reale, sono più diretta. Vado alla radice di quello che sento e lo racconto.

So che uno dei tuoi sogni sarebbe il Festival di Sanremo.
Lo vedevo da bambina con mia nonna, avevo cinque anni e lei mi metteva sul tavolino presentandomi come se fossi in gara. Da piccola facevo parte di un gruppo musical e una canzone recitava ma noi non andremo mai a Sanremo: io non lo cantavo perché già allora ci volevo provare ad andarci.

Avresti un brano idoneo secondo te?
Ho una tematica attuale che mi sta molto a cuore e sto lavorando per farla diventare una canzone dopodiché valuterò col mio gruppo di lavoro se e come muovermi.

Non sei mai fuggita alla responsabilità di affrontare tematiche anche scomode.
Negli anni, tra le altre tematiche, ho affrontato i disturbi alimentari, il bullismo e l’unicità dell’essere umano. Se ci pensi il mio album Minuscola spiega come siamo piccoli ma con le emozioni diventiamo molto grandi. Ogni canzone è un sassolino, è una pausa nel mio percorso che mi permette di prendere fiato, rigenerarmi e poi ripartire con un nuovo progetto. Ti confesso che ho già 18 canzoni pronte e in questi giorni stiamo valutando se, quando e quali fare uscire.

Una sofferenza!
Fosse per me sarebbero tutte fuori a mezzanotte.

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