Premio Tenco 2024, Irene Buselli è il manifesto del nuovo cantautorato

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit LeScapigliate

La cantautrice genovese sarà la sola rappresentante giovane della nuova canzone d'autore nell'ambito dell'edizione del 50 anni. Laureata in matematica, col suo debut album Io, Io, Io si è confermata identitaria e coraggiosa. L'INTERVISTA

Con Io, io, io, suo album d’esordio per Pioggia Rossa Dischi, Irene Buselli, giovane cantautrice genovese, sottolinea, a partire dal titolo, che è un disco in cui le parole sono importanti e rivela, non senza un po’ di autoironia, la natura introspettiva e autobiografica di buona parte delle tracce che lo compongono. L’intimismo della scrittura si riflette anche nell’uso della voce e nella scelta delle sonorità: pur spaziando da arrangiamenti orchestrali a sfumature elettroniche e da sussurri graffiati ad acuti quasi lirici, l’atmosfera è per lo più rarefatta e delicata, volta a produrre nell’ascoltatore un senso di prossimità. Le canzoni toccano temi diversi, dalla ricerca di sé alla paura all’autoinganno, ruotando sempre però intorno al tema centrale dell’identità e dell’impossibilità di conoscersi davvero: il mistero affascinante e tragico della nostra inevitabile ignoranza di noi stessi. Irene ha sempre sognato di fare la scrittrice e infatti si è laureata in...Matematica. Per redimersi mentre di giorno si occupa di intelligenza artificiale di notte indaga quella umana scrivendo canzoni. Irene Buselli sarà ospite del Premio Tenco nella serata finale di sabato 19 ottobre.

 

Irene partiamo dalla tua partecipazione al premio Tenco: le emozioni della prima volta e l’essere ligure.
Sono molto emozionata, questo mestiere è un po’ come un sentiero dove è difficile trovare indicazioni e dunque mi conforta procedere in questa direzione. Da ligure lo sento più vicino ed è emozionante, è legato a quei nomi, come Francesco Guccini e Fabrizio De André, che sempre mi hanno segnato e non solo come artista.

Sei la sola rappresentante del nuovo cantautorato: ti responsabilizza? Come hai scelto i quattro brani che porterai?
Non so se mi responsabilizza. Essere unica mi fa pensare che sono lì per essere me stessa. Li ho scelti per la loro veste acustica, sul palco con me ci sarà Raffaele Rebaudengo. Sono brani che raccontano la mia storia, c’è il primo, il prossimo e due che sono nel mio disco d’esordio Io, Io, Io. Sono quattro pietre miliari del percorso che si chiamano Scusami, Scegli con Cura, Dai amore voglio un Cane e Così Sottile.

Uno dei concetti che ti contraddistinge è la domanda come è fatto dentro? La musica ti serve per psicanalizzarti o è un modo per entrare nell’umanità e soppesarla?
Un po’ entrambe. Mi piace vedere come sono fatte dentro le cose in relazione a tutto, anche nel mio lavoro da matematica, essendomi laureata proprio in matematica. Nella scienza dentro ci vai per organizzare le situazioni e renderle sistematiche, nella musica indaghi le aree grige e non etichettabili: è la parte scura dell’equazione della vita.

Dai Amore voglio un cane: 2019-2014…cinque anni fa il primo singolo. Cosa resta di quella Irene? E quanto il covid giunto poco dopo ha rallentato il tuo percorso?
Il covid ha rallentato, era appena uscito il brano. La ho pubblicata senza una progettualità, è nata come urgenza, neanche pensavo di fare canzoni a quell’epoca. E’ rimasta la necessità di scrivere storie e con urgenza. Quella canzone ha l’impianto narrativo di una favola: fingo che una cosa finta sia vera perché ci sia più verità.

Che mi dici del progetto cantautorale femminile CantaFinoaDieci?
E’ un collettivo nato a Torino. Nessuna ci è nata ma facevamo musica lì in quel periodo. Eravamo in giro insieme a suonare sui mezzi e ci ha colpito che i mezzi di informazione che hanno ripreso la notizia del flash mob hanno puntato sull’essere tutte donne: questo ci ha fatto riflettere. Essere cantautrice è più difficile che essere cantautore, spesso siamo considerate interpreti. Poi è diventato un progetto, cantiamo le nostre canzoni a più voci ma è anche un porto sicuro dove confrontarci. Con me ci sono Anna Castiglia, Cheriach Re, Francamente e Rossana de Pace.

Scusami mi ricorda Incontro di Francesco Guccini…sembra la versione moderna del “e correndo mi incontrò lungo le scale”: che rapporto hai con i ricordi? Sei nostalgica o tendi ad archiviare?
Non sono nostalgica, tendo ad archiviare per andare avanti ma credo molto, citando Gabriel Garcia Marquez, che la vita non è quella che viviamo ma quello che ricordi. I ricordi hanno valore per andare avanti.

Oggi che ti avvicini ai trent’anni e hai esperienza come donna e come artista, quali sono le cose che scegli con cura?
La maturità che si avvicina mi ha insegnato a selezionare le cose cui dare importanza. Non bisogna inseguire il perfezionismo e i pesi non portano avanti e fanno guardare indietro. Scelgo con cura persone con cui stare e non solo nella musica.

Hai fatto pace con i non detti e i non posso? Oppure qualcuno è un aculeo nella coscienza?
Qualcuno lo ho ma ci sto provando a eliminarli e ci sto anche riuscendo. Nella mia vita ci sono sempre meno non detti e non posso e così mi redimo dal passato.

Quale è la tua ultima esperienza “sottile”? E’ unghie nella carne, spazio nei pensieri o una voce così sottile che lascia cicatrici?
Fare questo percorso nella musica è una lunga dimostrazione di cose che si infilano sotto la pelle altrui. Ricevere affetto e riconoscimento mi ha dimostrato che anche le voci sottili arrivano lontano.

Nella quotidianità ti senti, come hai scritto, un palombaro con almeno tre problemi? E non solo nella foresta?
La quotidianità è una foresta e al mare non ci sono mai arrivata pur essendo genovese. Sono convinta che non vale il discorso di esser leggeri se non lo si è; io imparo a respirare con lo scafandro.

“Esser leggera io non posso”: perché? La leggerezza può essere forza.
Parlando della canzone Scegli con Cura dico che è il lasciare andare che genera la forza per camminare. Alda Merini in una sua poesia disse di togliere via i pesi dalle spalle perché sotto ci sono le ali per volare. Nel brano dico che quello che non importante è zavorra da lasciare.

Come è la matematica applicata alla canzone?
Cerco di non applicarla se no non scriverei più ma hanno la sensazione comune di vedere cosa c’è dentro, o in formule o in parole.

Oggi nella tua vita c’è un cane?
Mai avuti.

Possiamo dire, infine e citandoti, che ora hai le spalle più  larghe di te e reggi tutto il peso del mondo?
Si può dire ma il peso del mondo sulle spalle non c’è.

Che accadrà dopo la  Tenco?
Il nuovo singolo costituisce la chiusura del progetto legato all’album Io Io Io, è il tassello mancante. Ci sarà qualche data live in tutta Italia, a partire dal Milano il 16 ottobre. Poi ci sono altri concerti che sto definendo tra Firenze, Genova, Udine e Novara. E’ ovviamente scrivo cose nuove.

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