A gennaio torna la moda uomo, la creatività per combattere la crisi del lusso

Spettacolo

20 sfilate, 38 presentazioni, tre su appuntamento e sette eventi. Dal 17 al 21 gennaio torna a Milano la settimana della moda dedicata alle collezioni maschili, che insieme a Pitti Uomo rimane il riferimento imprescindibile per il menswear.

Debuttano PIERRE-LOUIS MASCIA, PDF, il brand emergente di Domenico Formichetti e SAUL NASH. Tornano in calendario sfilate PHILIPP PLEIN e PRONOUNCE. Tra le presentazioni prima volta invece per BLAUER X PIRELLI, FEDERICO CINA, GROSSI, HEVO, LATORRE, MARAGNO, MONTECORE, PEOPLE OF SHIBUYA, RUBINACCI, QASIMI, ROLD SKOV.

Sono molte le new entry - senza contare i nuovi brand che sfileranno in digitale - della Milano Fashion Week Men’s Collection Fall/Winter 2025-2026. Un calendario che se accanto ai molti emergenti conta la presenza di big come Giorgio Armani, Dolce&Gabbana, Prada e Zegna, soffre però della mancanza di altri colossi della moda come Gucci e Fendi.

 

“In palinsesto in questa edizione vedo tanti esordi di brand emergenti, segno che il settore è in continua evoluzione e aperto a nuove idee”,  spiega Alessia Cappello, Assessora al Lavoro e Sviluppo Economico del Comune di Milano. “L’industria della moda è una risorsa strategica per Milano e per l’intero Paese, non solo per il valore economico che genera, ma anche per la capacità di raccontare l’identità, la creatività e l’innovazione del nostro territorio a livello globale. Importante continuare ad investire sui giovani talenti creando opportunità concrete attraverso formazione di qualità, reti di supporto e percorsi di inserimento. Invito i grandi brand a impegnarsi attivamente per valorizzare le nuove generazioni: sostenere i giovani significa non solo arricchire il panorama creativo, ma garantire la competitività e il dinamismo futuro di tutto il settore” .

 

4 giorni per fare sistema e fronteggiare quello che è senza dubbio un momento di grande difficoltà per l’industria della moda.

I numeri del settore moda

I dati raccontano di un settore in forte calo nei primi 9 mesi dell’anno in corso, -8% se si considera solo tessile, abbigliamento pelle, pelletteria e calzature. Un calo dovuto certamente alla complicata situazione geopolitica ma anche all’aumento esagerato dei prezzi che stanno facendo dell’Italia un Paese produttore ma sempre meno consumatore.

 

“La Milano Fashion Week di gennaio segnerà l’inizio di un anno particolarmente sfidante, un momento di transizione in cui saranno vincenti la creatività dei nostri brand, la duttilità e il pragmatismo che fanno del Made in Italy un sistema unico al mondo, i valori che rispondono alle istanze del tempo”, dichiara Carlo Capasa, Presidente Camera Nazionale della Moda Italiana. “Il ruolo di Camera Nazionale della Moda Italiana e della Milano Fashion Week è oggi più che mai fondamentale nel delineare traiettorie, costruire occasioni, favorire gli incontri, intercettare le grandi opportunità che offrono i momenti di significative trasformazioni. Abbiamo però bisogno come non mai delle opportune politiche di sostegno del Governo alla nostra industria, asset stategico del Paese, affinché possano contribuire a preservare l’eccellenza e l’efficienza rappresentata dalle migliaia di aziende distribuite sul territorio, nel segno della transizione ecologica e della digitalizzazione.” 

 

 “Il settore del Fashion, nonostante una fase di rallentamento, continua ad essere trainante per l’export italiano", afferma  Matteo Zoppas, Presidente Agenzia ICE. "Nel 2023 le esportazioni del settore hanno chiuso a oltre 88 miliardi e da gennaio ad agosto 2024 si attestano intorno ai 55 miliardi, valore in linea con lo stesso periodo del 2023. Le ultime previsioni, nonostante la fase di incertezza, parlano di 90 miliardi di export per la fine del 2024 (+1,1% rispetto al 2023). In questo quadro i 5,5 miliardi del menswear, in crescita del 2,7% da gennaio a luglio del 2024 sono particolarmente significativi. Sia le aree UE sia quelle extra-UE si sono rivelate favorevoli per il comparto maschile, crescendo rispettivamente del +1,5% e del +3,8%. Il mercato UE copre il 45,2% dell’export totale, mentre l’extra-UE risulta il maggior “acquirente”, assorbendo il 54,8%. Numeri che vanno interpretati rispetto alle prospettive del comparto moda che sono preoccupanti, visto che esiste uno sfasamento tra la domanda del mercato e le disponibilità di magazzino che sta rallentando in modo critico le produzioni. Va capito se si tratta di un fenomeno strutturale o temporaneo, ma le ultime stime parlano di una chiusura d’anno in linea con il 2023, tendente al positivo. Tutto il Sistema Paese sulla scia della diplomazia della crescita di Antonio Tajani sta facendo squadra e il Ministero del Made in Italy ha aperto tavoli di lavoro per affrontare le tematiche relative alle criticità della moda. ICE continua a riconoscere al comparto della moda un ruolo strategico, rinnovando l’impegno nel supportare le iniziative, soprattutto quelle che danno uno sviluppo al mercato. A Milano Fashion Week, grazie anche al contributo dell’Agenzia, partecipano solo nel 2024 oltre 1800 tra buyer e giornalisti accreditati e 103 mila persone alle sfilate femminili, di cui 45 mila provenienti dall’estero”.

La fashion week più seguita via streaming

Anche per questa edizione, la Milano Fashion Week® Men’s Collection potrà essere seguita in streaming sulla piattaforma milanofashionweek.cameramoda.it, che ospiterà anche una sezione dedicata agli showroom virtuali, sia multi-brand che monomarca. Ogni showroom avrà la possibilità di presentare, relativamente ai brand approvati da CNMI foto e video delle collezioni, contatti, date di campagna vendita e press release. L’area showroom rimarrà attiva anche dopo la fashion week per poter essere consultata dagli operatori di sistema in fase di campagna vendita.

 

 

 

 

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