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Sud Sound System, l'album Intelligenza Naturale: "Così risvegliamo le coscienze"

Musica

Fabrizio Basso

La band salentina torna con un nuovo lavoro arricchito da importanti collaborazioni. E come sempre avviene, la loro musica muove i pensieri. L'INTERVISTA

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Sud Sound System, la leggendaria band salentina pioniera del raggamuffin e del dancehall style, è tornata con l'album Intelligenza Naturale. Diverse sono le collaborazioni: Alborosie, Negramaro, Guè, Ensi, Puccia e Antonio CastrignanòIntelligenza Naturale è un progetto che intende riflettere la visione della band sul rapporto tra natura e tecnologia, attraverso un paesaggio sonoro variegato e impreziosito dalla mescolanza di più generi e stili. Si distingue dai lavori precedenti poiché i testi e le musiche riflettono una maggior consapevolezza, una maturità nel concepire la musica mantenendo sempre viva l'originalità. I SSS sono Terron Fabio (Fabio Miglietta) voce, Nandu Popu (Fernando Blasi) voce, armonica a bocca, e Don Rico (Federico Vaglio) voce.

Partiamo dalla storia dell’album e dal titolo che oggi sembra di altri tempi visto che si parla solo di Intelligenza Artificiale: la vostra Intelligenza Naturale è una nuova forma di resistenza?
Se ne parla molto di IA e noi ci siamo mossi per dare valore alla persona e alla sua capacità di ragionare con la mente e non farsi manipolare. Il nostro è un risvegliare le coscienze. Noi ci rivolgiamo soprattutto al nostro ambiente e ai tormentoni che ci tormentano. Noi abbiamo dalla nostra la tradizione della Taranta, quando per le donne non c’erano psichiatri, psicologi, lo Xanax né altre soluzioni. L’IA è importante in ambito scientifico ma la musica deve essere svincolata, potrebbe essere un mezzo di libertà. Da autori ci sembra stano che la gente si trovi a corto di idee, noi sono più le canzoni che abbiamo in archivio che quelle pubblicate.

Se Ferma lu Tiempu sembra una storia di seduzione quasi stilnovista o della tradizione troubadorica: quando una canzone può fermare il tempo?
È un classico con un richiamo alle melodie salentine ma in più ha le sonorità reggae. Fa parte di quel romanticismo che pervade le nostre canzoni. Noi ci fondiamo e confondiamo con la natura, le nostre canzoni traggono ispirazione dalla bellezza dal territorio, e quella donna che appare rappresenta anche la nostra terra.

Chi sono tutti i volti che si vedono in Ceddrhi ne domina? È l’esaltazione del potere della musica. In cosa può essere oggi rivoluzionaria? Negli anni Sessanta prometteva di cambiare il mondo e guarda dove siamo finiti.
Non è la musica che cambia ma può fare stare bene e salvare da disagi e problematiche. Noi siamo innamorati del reggae perché ha reso famosa un’isoletta sconosciuta grazie a Bob Marley quindi la sua rivoluzione la fatta. Noi la facciamo col dialetto, con brani quali Le radici ca tieni: il dialetto non è per cafoni, è un piacere carnale. La provincia è cultura ed è parte della nostra narrazione. Noi promuoviamo i poveri, siamo orgogliosi di essere il Sud. La colpa non è della musica ma di certi discografici che fanno sempre le stesse cose. I volti del video sono amici e persone comuni.

Che sensazione trasmette cantare la forza della natura quando l’umanità la sta distruggendo?
L’ambiente va salvaguardato. Noi combattiamo non solo la xilella ma tutti quello che hanno rovinato l’ambiente, a partire dall’Ilva di Taranto. Oggi i ragazzi non cantano il precariato ma che stiamo tutti bene ed è un mondo inesistente; stava meglio chi era ragazzo 30, 40 anni fa di chi lo è oggi.

"Finché resta un’idea è soltanto un’astrazione" cantava Giorgio Gaber: le vostre idee sono concrete? Sono la sfida che segue alla domanda?
La musica e la canzone sono astratte ed è un bene perché anche se il nostro è un linguaggio di strada si punta alla poesia. Le Radici ca tieni è una storia che parte dal Sud ed è contro il razzismo, esalta la cultura; recentemente un prete ne ha parlato in chiesa.

Per chi non vi conosce la collaborazione con Guè può sembrare strana… Io credo invece che abbiate molti punti di contatto artistico, in primis la voglia di combattere.
Ci conosciamo dal 2000, quando lui veniva qui in Salento in vacanza. C’era già stata una collaborazione tra i Club Dogo e Terron Fabio in Né Fana né Soldi: c’è stima reciproca, gli è piaciuta e ha partecipato.

La tua Luce Sarà è una canzone struggente: hai smesso di aspettare? E come è nata?
Pensi alle persone, agli sguardi… parla di realizzare i sogni. Racconta di due emigrati, uno a Nord Ovest e l’altro a Nord Est che avevano poche occasioni di stare insieme e io ho raccontato la loro storia. Voler tornare a celebrare la vita nella terra nativa con una tavola imbandito e gli amici è poesia.

“Scrittore, compositore, ideatore, programmatore, editore ma pure improvvisatore”: chi è oggi un cantautore? È ancora quello imbattibile e incorruttibile cantato da Edoardo Bennato?
Deve guardare l’umanità odierna, oggi si fanno contratti da interpreti che spesso bloccano i ragazzi, è un mercato assassino per l’arte e i giovani. Preferiamo i trapper alle canzoni scritte a tavolino. La musica è libertà di espressione. La musica va vissuta libera, improvvisata ogni giorno. Quando siamo nati non c’era Youtube, che è un mezzo fantastico per farsi conoscere. Il consiglio è: se hai talento mettiti in gioco.

“Lo chiedo al sole che nessuno sia uno straniero”: ti rivolgi a lui perché l’umanità non risponde?
Vedere sorgere il sole è la speranza. Ho fatto corsi per ragazzi africani minori che mi hanno raccontato la loro storia, come sono arrivati qui. Loro vengono dal sole e noi siamo mediterranei. Il sole è il nostro simbolo, deve illuminare le menti. Sono i nostri nuovi figli, visto il nostro tasso di natalità. Morire nei campi è rubare lavoro?

Chiudete l’album con A Volte che sembra una contraddizione in musica: parte con dei perché e termina con la certezza di un amore che non ha bisogno di nulla se non di cura. Ed è per questo che da 35 anni, da quel concerto al Leoncavallo, la vostra musica è amore e cura?
L’amore deve darti sempre una tremante insicurezza, mai devi essere troppo sicuro di te stesso ma accettare le diversità e andare avanti. La musica è amore. Restiamo sempre meravigliati dalla quotidianità dell’amore.

Che accadrà nelle prossime settimane?
Dopo l’estate arriverà il tour invernale. Ormai è difficile farla una polposa tournée, va arricchita con le date all’estero. Che sono bellissime: lo scorso anno a Londra  c’erano 4mila paganti e non erano solo italiani all’estero!

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