I Garbage in Italia, Shirley Manson: "La musica è cambiata. Ma noi teniamo le nostre idee"

Musica
Valentina Clemente

Valentina Clemente

©Getty

Suoneranno questa sera, 26 giugno, al Circolo Magnolia di Milano per un'unica data italiana. Parliamo dei Garbage dell’incredibile Shirley Manson che in un’intervista a Sky Tg24 ha parlato di cosa significa essere una band ancora influente oggi, nonostante la musica sia molto cambiata nel tempo. Ma anche delle pressioni da affrontare per non affogare nella logica della classifica e degli artisti, che non devono per forza esprimere un’opinione (e lei, che l’ha sempre fatto, ha spiegato perché)

Shirley Manson non è solo la cantante e l’anima dei Garbage: è la voce degli ultimi 30 anni della musica. Quando il video di Stupid Girl, il suo sguardo gelido e la sua personalità apparentemente aggressiva entravano nelle nostre case grazie ai video di MTV si era già capito che c’era qualcosa di forte in questa artista, e in questa band. Sì: un gruppo che aveva un’identità ben definita, ma soprattutto un suono unico, che in tanti oggi cercando di copiare (e non ci riescono). Incontrarla dopo averla scrutata e osservata per così tanti anni (ed averne ammirato la forza e la personalità) mi ha fatto capire tante cose. Una su tutte: Shirley Manson è una persona dolcissima, e i suoi occhi verdissimi – che ti penetrano l’anima – nascondono più sfumature di un’anima. Shirley ha una forte personalità, non ha paura di dire quello che pensa, e difende le sue opinioni. Anni fa era vista quasi come la donna cattiva della musica, ma non tutti avevano ancora compreso che Shirley Manson sarebbe stata il faro per le ragazze e le donne di oggi. Che sì, possono difendere le loro idee senza aver paura, e allo stesso tempo avere un animo dolce. Con Shirley abbiamo parlato della storia dei Garbage, di come è cambiata la musica negli ultimi anni e del ruolo degli artisti (e non solo).

Trent'anni di Garbage

Shirley, i Garbage tornano a suonare dal vivo in Italia con brani diventati simbolo di più generazioni. È un privilegio esserlo o sentite la responsabilità?

È una domanda complessa a cui non so dare una risposta precisa, sono sincera (sorride). La nostra band esiste da 30 anni: un periodo lungo e in cui abbiamo fatto da colonna sonora a molte persone. Dopo tanto tempo, essere di nuovo a Milano è un po' strano. Ma ieri mentre passeggiavo per la città mi sono emozionata e ho detto a me stessa: Wow, sono veramente fortunata ad aver scelto una professione come questa! È strano, sì. Anche perché non avremmo mai immaginato di avere una carriera così lunga.

"Ripensandoci, avrei preferito "Stupid Girl" fosse "Stupid Boy" o "Stupid Dude"

Ho riletto i testi di alcune vostre canzoni, come Stupid Girl e I Think I’m Paranoid e riflettevo sul fatto che, oggi, molte parole ed aggettivi non si possano più dire. I vostri testi sono stati scritti tanti anni fa, ma sono ancora molto attuali.

Ripensandoci, dopo tanto tempo, avrei preferito intitolare il brano Stupid Boy o Stupid Dude. Da quando abbiamo scritto quel disco siamo molto cambiati, anche se riconosco che quei testi oggi sono ancora molto amati e ascoltati. Ma è proprio questo l’elemento sorprendente della musica: può raccontare cose con cui non si è a contatto ogni giorno. Questo è il lusso di essere un musicista, e ne sono grata. Sono grata di dire la mia opinione su temi scomodi grazie alla musica, soprattutto in questi ultimi anni, dove è sempre più difficile fare dei brani di protesta e cantarli.

"Non credo che gli artisti debbano per forza dare la loro opinione: lo devono fare tutti"

Quanto è importante, come Garbage, continuare ad urlare i vostri diritti, condividere i vostri pensieri senza aver paura, in un mondo che è molto cambiato? Guardo agli appuntamenti elettorali di quest’anno, come le elezioni negli Stati Uniti e non solo. Perché è importante che gli artisti dicano la loro?

Non credo che gli artisti debbano per forza alzare la voce e dire la loro opinione: penso che dipenda da ciascuno di noi, a prescindere dalla professione: parliamo ad alta voce o scegliamo di stare in silenzio? Gli artisti sono come tutti gli altri. Mio padre mi ha incoraggiato a difendere le mie idee, a condividere le mie opinioni e a dire la mia verità: è così che sono stato educata, e spesso questo mio modo di essere è stato visto come un atteggiamento conflittuale e politico, che io non sono. Sono solo una persona che cerca di capire come sopravvivere in questo mondo che sembra diventare sempre più brutale…e non mi piace.

"Voglio credere nel cambiamento. Voglio credere che tutto andrà meglio"

Vedo la musica come un soft power. Il cambiamento, grazie alla musica, è ancora possibile?

Voglio credere che il cambiamento sia possibile. Che le cose andranno meglio. Ma io voglio pensare che il cambiamento sia possibile! Voglio crederci! Voglio tenere alta la speranza perché se non lo facessi, mi chiuderei per sempre nella mia stanza senza più uscire. La musica è un soft power: si possono trattare dei temi in modo velato senza mettere in discussione le persone. Ma dà dei messaggi alle coscienze: è questa la meraviglia della musica. Sono convinta che la musica faccia davvero bene alle persone. E quando le persone sono felici, sono meno cattive.

approfondimento

Garbage, esce il doppio greatest hits "Anthology"

"Ogni singola cosa, sia che si scelga di tacere o parlare apertamente, è una scelta politica"

Ha parlato del ruolo che ha avuto il papà nella sua vita: l’ha incoraggiata ad avere delle opinioni e a difenderle. Un messaggio che può diffondere a chi ascolta la musica dei Garbage, tanto da farla diventare una “mamma” per tanti suoi fan…

Oggi siamo incoraggiati a non essere “politici”: è strano, anche perché è impossibile non esserlo se sei un essere umano che vive in questo mondo. Ogni singola cosa, che si scelga di tacere o parlare apertamente, è una scelta politica. Credo sia importantissimo garantire la libertà d’espressione: gli esseri umani hanno il dono della comunicazione, ed è quello che ci distingue dagli animali. La comunicazione ha il potere di cambiare il mondo, e sarà sempre così. 

 

I Garbage e l’identità musicale: è un tema che mi sta molto a cuore. Come siete riusciti a mantenere la vostra nel tempo, senza farvi scalfire dalle logiche dei numeri?

Viviamo in un’epoca in cui tutto si sta uniformando. A tutti piace la prevedibilità: un po’ come quando sentono una canzone e vogliono sempre quella perché è popolare, è prevedibile, non dice niente di strano.  Per me è importantissimo rappresentare tutte le opinioni, stili, atteggiamenti, generi e sessualità. Credo sia fondamentale per una società sana. Penso che renda anche la vita più interessante. Mi piace vedere cose diverse, è questo che mi entusiasma. Mi piace ascoltare la musica che non ho mai sentito prima. È pur vero che non tutto può essere sempre originale, ma penso che dovremmo sforzarci sempre ad essere noi stessi. Prima abbiamo parlato della carriera trentennale dei Garbage: ne siamo ancora sorpresi, ma credo che se siamo ancora qui è perché nessuno ha sonorità simili alle nostre. E di questo siamo grati.

 

A proposito di musica: so che sta arrivando un nuovo album…

Esatto. Non avevamo mai immaginato di farcela, non pensavamo che saremmo stati una delle band così fortunate da essere conosciuti 30 anni dopo, e di avere un contratto con un'etichetta discografica, produrre dischi….Non avevamo mai pensato che ciò potesse accadere per noi: ogni volta che entravamo in studio dicevamo: Oh, adesso come facciamo?! Alla fine, però, le canzoni arrivano…Parlo per me, non mi sento di inserire anche le altre band perché ognuno ha un proprio percorso creativo. Per questo nuovo album, che uscirà l’anno prossimo, il processo creativo è stato diverso rispetto ai precedenti.  L’anno scorso mi sono fatta male e sono stata operata: sono caduta dal palco e mi sono rotta l’anca. Sono stata fuori dai giochi per tre mesi, e non è proprio da me! Quello che è successo, però, in un certo senso ha cambiato il modo in cui voglio realizzare il prossimo disco, che è oggettivamente diverso rispetto ai soliti. L’ultimo era piuttosto politico, abrasivo e aggressivo. Questo è probabilmente un po’ più ottimista.

Esiste una giovane Shirley Manson?

Tra le cantanti di oggi c’è una giovane Shirley Manson?

Mi piacciono le personalità forti, ed è quello che cerco nelle persone: credo Jenny Beth sia molto brava. È una figura forte, anche nella musica che compone, ma non aggressiva. Si distingue dalle altre cantautrici. Jenny mi ricorda molto la Shirley degli inizi: credo sia fantastica.

 

approfondimento

Moby si racconta a Sky Tg24: il nuovo album, 25 anni di "Play”, i live

"Le logiche di numeri e vendite? Noi andiamo avanti per la nostra strada"

Molti artisti si stanno scontrando con le logiche dei numeri e delle vendite, e spesso non riescono ad affrontare la pressione. Sono tanti i cantautori che si sono presi una pausa perché non riuscivano a gestire lo stress. Come siete riusciti, come Garbage, a non prestare attenzione a tutto questo e a proseguire il vostro percorso?

Per me, alla fine, è diventata solo una questione di sopravvivenza, proprio come musicista: mi sono resa conto che se non faccio musica, beh sono infelice. E ho capito che nulla mi può fermare dal comporre canzoni, fare concerti. Certo, non sempre le cose vanno alla perfezione, ma nessuno può fermare il processo creativo. E io ho scelto di concentrami su questo. Io e la band siamo riusciti a lasciare questo tipo di pressioni fuori dallo studio di registrazione, per poterci concentrare solo sulla musica e sulle canzoni. Il buon lavoro si sente. È un po’ come mettere dei soldi in banca: dopo un po’ di tempo hai da parte una cifra considerevole che ti permette di vivere bene. Non si ha il controllo dei gusti del mercato musicale o del pubblico, questa è una certezza. La musica è cambiata tantissimo da quando abbiamo iniziato noi. Siamo nati come un gruppo Zeitgeit, e poi siamo anche diventati quella band che nessuno voleva passare in radio: ammetto che quel momento è stato difficile da affrontare, perché nessuno ama essere dimenticato. Poi, però abbiamo deciso di fare di testa nostra. Il lavoro di ogni artista è comunicare delle idee: è quello che si deve fare sempre, ed è ciò che continueremo a fare. È quello che conta.

"La musica di qualità non sparirà mai"

Perché, alla fine, è solo una questione di tempo: la musica fatta bene resiste nel tempo…

Sì, verissimo. Se fai un buon lavoro, e i tuoi obiettivi sono chiari, sicuramente il prodotto finale è buono. Non so se, alla fine, è quello che ti eri immaginato all’inizio, ma sono certa che ti rimarrà qualcosa. La musica di qualità non sparirà mai.

 

 

approfondimento

La Prima Estate 2024, l’intervista ai Phoenix

Spettacolo: Per te