Mahmood, è uscito il nuovo singolo Ra ta ta: testo e significato

Musica
Laura  Alberti

Laura Alberti

Dopo il successo di Tuta Gold, il cantante milanese prova a conquistare le classifiche estive con un nuovo tormentone. Ra ta ta è il racconto di un disagio, lo stesso che molti giovani provano, specialmente in periferia. C'è la violenza, nelle sue strofe, e c'è la criminalità ("ra ta ta" è il suono di una mitraglietta ndr). E c'è la costrizione a crescere troppo in fretta

C'è tanta vita, nelle canzoni di Mahmood. La sua. E quella di chi, come lui, ha vissuto in periferia. Dove si cresce in fretta, perché le regole della strada ti rincorrono. E sono poco gentili. Di questo parla Ra ta ta, il suo nuovo singolo. Che si intitola come il suono della mitraglietta, e che parla d'un pezzo della sua infanzia. 

Ra ta ta, il testo

(Fuori fa-fa-fa-fa-fa-fa-fa)
(Solo “ra-ta-ta-ta-ta-ta-ta”)
(Balaclava, clava, clava)
(Ta-ra-ta-ta-ta-ta-ta)

Bastava una margherita per giocare a m’ama non m’ama
Ma si può crescere in fretta se vivi crescendo per strada
Mai visto i tropici, solo condomini senza camicia ma con la katana
Su vecchi mobili sognano zaffiri su una collana

Tre anni nella gang su una terrazza
Con quelli come me, la faccia mulatta, bocca mitraglia (Ciuk, ciuk)

Fuori fa-fa-fa-fa-fa-fa-fa
Solo “ra-ta-ta-ta-ta-ta-ta”
Vedo bimbi col balaclava
Senza mamma-ma-ma-ma-ma-ma
Tu li vedrai ballare
Puntando al cielo le lame
Dentro la città-tà-tà-tà-tà-tà-tà-tà
Di Dio, di Dio, oh-oh

Che vida loca col gioco dell’oca, ma con la madama
Succo alla pesca fuori dalla messa tra nuvole di marijuana
Baby, se mi nomini (Nella town)
È come se volassero elicotteri (Nella town)
A volte la famiglia ti sembra lontana
Su un pontе tutti in fila indiana

Tre anni nella gang su una terrazza
Con quеlli come me, la faccia mulatta, bocca mitraglia (Ciuk, ciuk)

Fuori fa-fa-fa-fa-fa-fa-fa
Solo “ra-ta-ta-ta-ta-ta-ta”
Vedo bimbi col balaclava
Senza mamma-ma-ma-ma-ma-ma
Tu li vedrai ballare
Puntando al cielo le lame
Dentro la città-tà-tà-tà-tà-tà-tà-tà
Di Dio, di Dio, oh-oh

No, mai, no, mai ti perderei
No, mai, no, mai (Mai)
Qua non studiamo violino
Noi non fottiamo un amico
Giurami che tu mai, tu mai
Mi tradirai, no, mai, no, mai
Anche per un Bentley, tutti i din-din
No, mai, no, mai

Fuori fa-fa-fa-fa-fa-fa-fa
Solo “ra-ta-ta-ta-ta-ta-ta”
Vedo bimbi col balaclava
Senza mamma-ma-ma-ma-ma-ma
Tu li vedrai ballare
Puntando al cielo le lame
Dentro la città-tà-tà-tà-tà-tà-tà-tà
Di Dio, di Dio, oh-oh

Fa-fa-fa-fa-fa-fa-fa
Solo “ra-ta-ta-ta-ta-ta-ta” (Ra-ta-ta-ta)
Dentro la città-tà-tà-tà-tà-tà-tà-tà
Di Dio, di Dio, oh-oh

Il significato

La periferia è un mondo a sé. Chi ci vive lo sa. Un mondo con le sue regole, con i suoi leader, con i non detti e con ciò che non si può dire. Le case hanno mobili vecchi, nei prati spuntano le margherite. Ma i sogni ci sono, e sono tanti, e forti, e ti tengono in vita. Anche quando il tuo destino sembra la gang, come è toccato a lui, con quei tratti che - agli occhi della gente - tracciano un cammino. Non si studia violino, in periferia. Ma non si tradisce un amico. Neppure per i soldi, neppure per quelle auto di lusso che, fuori città, non si vedono mai. Ra ta ta è un racconto di disagio, di povertà, di violenza. Quella che il Mahmood bambino e poi adolescente ha vissuto sulla sua pelle. Perché di certe cose non ti liberi, neppure quando raggiungi la vetta, riempi palazzetti, canti in tutta Europa. Sei Mahmood, ma sei anche Alessandro. Soprattutto, Alessandro. E di raccontarlo non smetterai mai.

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