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Vasco Brondi in concerto canta la voglia di vivere e le braccia tornano ali

Musica

Fabrizio Basso

L’artista porta sul palco i suoi pensieri per schiarire i tempi bui. Ha scelto i club per vincere l’illusione di separatezza. Dedica Cosa Sarà a Lucio Dalla. Ad aprire i suoi live milanesi Ett e Anna Carol

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Canzoni, musica, poesia, riflessioni. Una serata con Vasco Brondi è un’esperienza, per riprendere il titolo del suo ultimo album è Un Segno di Vita. E che ce ne è bisogno si capisce subito dal trasporto del pubblico che ha invaso i milanesi Magazzini Generali per un’ora e mezzo abbondante rivoluzionaria. Sono loro i nostri che arrivano con la prima canzone della serata, Illumina Tutto: “Non siamo né di oggi né di ieri ma di un’era immensa”. Ed è una sensazione di appartenenza bella che ci rende speciali, ci rende parte di un mondo dove non siamo trafitti da un raggio di sole e non arriva mai la sera. Si prosegue con Le Ragazze Stanno Bene e poi arriva quell’illusione di separatezza che si chiama Meccanismi. La musica è avvolgente, è suonata, è un tappeto volante sul quale si appoggiano i testi di Vasco che procede con Qui, Fuoco Dentro, Incendio e poi, dopo una lettura poetica, ecco La Terra, L’Emila, La Luna con il suo “centro di gravità almeno momentanea”. E’ l’attimo di Fuori Città, 40Km e, preceduta dalla voce calda e graffiante di Leo Ferré, di McBeth Nella Nebbia: “Il grande regista Michelangelo Antonioni, che era di Ferrara, disse che quando c’era la nebbia che non vedeva a un passo andava in piazza perché poteva essere altrove”.

LA DEDICA A LUCIO DALLA

“Saremo come dei dirigibili nei tuoi temporali inconsolabili” canta in Quando Tornerai dall’Estero, poi Vasco cede il fronte del palco al violino e si defila alle tastiere per I Sonic Youth. In ogni suo concerto propone un brano altrui, una canzone che in qualche modo ha segnato un momento della sua vita: la scelta ricade su Cosa Sarà di Lucio Dalla. La narrazione scivola, inevitabilmente, su Bologna: “ la prossima canzone la ho scritta proprio lì, vicini alla casa di Dalla; dopo avere comprato il libro omonimo di Franco Fortini è nata I destini generali”. Uno dei momenti più intimi arriva con Chakra: “Qualcuno mi ha detto che gli hai detto che in qualche modo hai aperto il chakra del tuo cuore, qualcuno mi ha detto che gli hai detto che senza di me davvero non puoi stare”. Dopo Per Combattere l’Acne racconta la genesi di uno dei brani più amati: “Ora ascolterete una delle prime canzoni che ho scritto nella mia vita; sono mancino ma suono da destro perché non sapevo esistessero gli strumenti per mancini. E suono da solo più per sfiga anche se il nome è quello di gruppo: quando è nato Piromani mi sono detto che se avessi avuto un gruppo mi sarebbe piaciuto chiamarlo le Luci della Centrale Elettrica”. C’è una cassa dritta nell’anima a farci palpitare con Mistica, brano che anticipa il trittico finale composto da A Forma di Fulmine, Un Segno di Vita e Nel Profondo Veneto: ora si che “puoi intravedere il futuro e guardarti attraverso”.

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