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Subsonica Tour 2024, la realtà aumentata ci fa testimoni di umanesimo

Musica

Fabrizio Basso

Dopo il debutto mantovano, il tour della band torinese prosegue il 6 aprile al Zoppas Arena di Conegliano, l’8 aprile al Palazzo dello Sport di Roma, il 10 aprile all’Unipol Arena di Bologna, l’11 aprile al Nelson Mandela Forum di Firenze per chiudere il 13 aprile all’Inalpi Arena di Torino. Ospiti in alcune date Willie Peyote ed Ensi. IL RACCONTO

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La Realtà Aumentata dei Subsonica è un volo a planare sulle nostre vite iniziato nel 1996, quasi trent'anni fa. Oggi quei ragazzi si sono fatti uomini e il loro viaggio è un tour che trasforma la fantascienza in emozioni palpabili. Samuel, Boosta, Max, Vicio e Ninja occupano un palco largo oltre venti metri e con oltre quattro metri di profondità (che diventano dieci con schermo e fondale) progettato da Jordan Babev. Cinque pedane mobili offrono incredibili possibilità di personalizzazione: i Subsonica sono posizionati tutti sulla stessa linea ma le pedane mobili si muovono indipendenti l'una dall'altra fino a raggiungere i 5 metri di altezza. La dimensione del distacco dal palco da una parte richiama il concept di Realtà Aumentata, dall’altra ridefinisce la visione tradizionale di show, spostando il focus dal centro della scena verso prospettive inconsuete e raramente considerate, esplorando e ampliando la visione spaziale. Due altri sono gli elementi da sottolineare, prima di entrare nel racconto della data di Mantova, la prima del Subsonica 2024 Tour: il concerto è iniziato puntuale e hanno eliminato, al momento dei bis, la pantomima dell'uscire e rientrare sul palco.

Cani Umani apre la serata all'Unical Arena di Mantova e subito si intuisce che la Realtà Aumentata è fantasmagorica e allegorica, con un palco che già di suo è un viaggio. La prima "botta" arriva con Africa su Marte e le immagini ancestrali che la accompagnano. Poche parole, cambi di prospettive, un palco che è vivo e si muove come una bussola. Ma è noto che i live dei Subsonica sono sempre stati visionari. "Nel 1997 -dice Samuel- uscì l'album Subsonica e ci chiedevamo cosa non avevamo. C’è lo chiediamo ancora oggi" e a supportare la tesi arriva Cose che no ho. Eccoli sopraelevati e sotto di loro si rincorrono linee gialle che paiono segni alieni: si elevano per sputare il loro Veleno: come rettili sembrano ingabbiati, dietro di loro parvenze di fuochi artificiali e Samuel un profeta "per vincere i caricatori che si inceppano e comunque il tuo veleno mi avvelenerà". Aurora sogna riporta la band a livello di palco e si sogna con l'eterno microchip emozionale. Liberi tutti è un tazebao. Riprende la parola Samuel: "L'ultimo album è stato un ritornare ai nostri inizi. Ora siamo a metà percorso, ci siamo illusi di vette importanti, la finanza fa danni e intorno a noi una c'è una patina di gelatina chiamata Glaciazione" e sugli schermi c'è l'invasione di immagini che ricordano da una parte l'animazione de L'Era glaciale e e dall'altra Il signore degli anelli con questo vuoto che esploderà. Discolabirinto è una festa in bianco e nero dove a colorarsi sono i pensieri; ma il finale sono esplosioni colorate. La tastiera basculante di Boosta ormai è leggenda. Missili e droni nella prima parte vela la band e il ritmo lento contrasta con l’iconografia inquietante dei missili e dei droni. Dentro i miei vuoti li immerge in una nebulosa per poi restituirceli con sorpresa: 

sull'incipit de Il cielo su Torino il videowall si polimerizza e sul palco appare Ensi e poco dopo si aggiunge Willie Peyote per Scoppia la bolla: "Abbiamo unito -commenta Samuel- la east e la west coast Torino". Numero Uno è l'inno di Ensi e Willie ("Abbiamo una super band per noi", urlano) mentre Aspettando il Sole "non si può fare con le mani in tasca, tutti con le mani al cielo". C'è rabbia, e giusta, nell'introduzione di Nessuna colpa: "C'è stato un gommone con 40 morti e 20 superstiti. Questo perché la nave che poteva salvarli era bloccata in un porto in Sicilia da cavilli burocratici". Si viaggia verso il finale: "Vediamo se siete ancora il fottuto pubblico dei Subsonica -tuona Samuel- quello che salta!". L'ondata perfetta provoca Il Diluvio mentre Lazzaro è quell’emozione scaduta cromaticamente psichedelica. Arena in visibilio per una Benzina Ogoshi superlativa: "E' bello vedervi stringere sotto il palco insieme a noi dopo tanti anni". I saluti sono con Odore, Tutti i miei sbagli durante la quale Samuel si avvicina al pubblico, e Strade. Poco più di due ore di realtà aumentata, poco più di due ore di festa consapevole e responsabile. Anche questa volta i Subsonica possono osservare il futuro volgendo lo sguardo indietro.

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