Subsonica: "Ci siamo ritrovati e rigenerati, nasce così la nostra Realtà Aumentata"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit phzero (Francesco Dornetto)

E' il decimo album in studio della band ed è composto da undici canzoni scritte nell’arco del 2023. Il tour parte il 3 aprile da Mantova

Realtà Aumentata è il decimo album dei Subsonica, che sono tornati in studio dopo cinque anni. Il disco è stato anticipato dai singoli Pugno di Sabbia, Mattino di Luce e Adagio, quest’ultimo parte della colonna sonora originale, scritta e composta dalla band, dell’omonimo film di Stefano Sollima presentato all’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove il gruppo è stato insignito del Premio speciale Soundtrack Stars Awards. Realtà aumentata è un album di undici canzoni scritte nell’arco del 2023, che hanno assorbito molta realtà  nei suoni, nei ritmi e nelle parole. Una realtà i cui effetti, nel corso degli ultimi anni, sono aumentati in modo tangibile. Una realtà che ci ha chiusi in casa per mesi rivelando tutte le fragilità di un presente globalizzato, che ci espone ad effetti climatici estremi, che è tornata a sconvolgerci con le guerre e che bussa ai nostri confini con un quotidiano carico di miseria, speranza e disperazione. Una “realtà aumentata” alla quale, paradossalmente, abbiamo iniziato a rispondere con crescente dispercezione tra negazionismi, letture distorte, fughe virtuali e carenza di umanità. Questa “realtà aumentata” sembrerebbe spingerci verso un isolamento individuale e individualista, anziché suggerire azioni e risposte collettive, le uniche in grado di proteggerci da quando abitiamo questo pianeta. Le canzoni del disco zoomano tra pixel di quotidianità e visioni cosmiche, tra energie luminose e penombre, tra presente e futuro, viaggiando sempre su un binario ritmico avvolgente.  

 

I SUBSONICA RACCONTANO REALTA' AUMENTATA

 

SAMUEL: Lavorare con i Subsonica non è una cosa semplice perché non siamo persone diverse ma una entità che appare solo quando siamo tutti insieme. All’inizio era facile, bastava stare vicini e l’entità si palesava. Poi è diventato più difficile e siamo arrivati al punto che, dopo tanto tempo a distanza per la pandemia e dopo avere fatto ognuno un percorso in solitaria, ci siamo chiesti se era necessario il decimo album raccontando noi stessi e come vediamo il mondo. Abbiamo deciso di fare rivivere i Subsonica e creare questo album che considero tra i più belli della nostra storia. Il precedente 8 era arrivato in un momento storico in cui il terreno sotto i nostri piedi e cambiato radicalmente, era il momento più critico per la band che aveva creato una struttura che si ripeteva. Tra noi accade qualcosa che ha portato anche a rotture, dunque 8 è stato un disco importante per la rottura, perché per ricostruire devi prima abbattere e quella è stata la nostra autodistruzione. Poi ci siamo chiesti cosa fare e abbiamo trovato la voglia di ricostruire, ci siamo rigenerati ripartendo dal nostro primo disco. Quello che è successo tra 8 e Realtà Aumentata, pandemia compresa che ci ha fatto fare i conti col nostro ego, ci ha fatto ritrovare. Abbiamo costruito un modo di fare musica seguendo l’emotività e non un genere: la questione è che oggi dobbiamo spiegare la musica che facciamo perché la musica è categorizzata. Abbiamo un meccanismo di scrittura matematico, le parole servono per farci esplodere dentro l’emotività e hanno la stessa importanza di ogni nota. Ci aiutiamo e ispiriamo immergendoci nel mondo.


MAX CASACCI: Stare in una band è entrare in un tessuto umano più forte della famiglia perché qui devi scegliere di starci. Noi abbiao trent’anni di conoscenza viscerale e intima. In occasione di 8 abbiamo capito che sul palco tutti i problemi personali si dimenticano. Quell’album mancava di interazione anche se ha preso in studio un colore unitario. E’ stata una situazione che ha logorato il senso di appartenenza ecco perché abbiamo prima capito se questo album lo volevamo veramente e poi abbiamo recuperato qualcosa della prima parte di vita dei Subsonica. Non abbiamo avuto paura a provare a lasciarci andare e per farlo al meglio abbiamo scelto di isolarci. Il mondo musicale è cambiato rispetto ai nostri inizi ma noi abbiamo mantenuto connotazioni solo nostre, a partire dal concetto di album: abbiamo estromesso a malincuore certi brani in Realtà Aumentata ma è nato un percorso che tiene incollati dall’inizio alla fine. Le singole attività negli anni hanno preso consistenza e avremmo potuto staccare la spina: abbiamo visto il gruppo da lontano e capito quanto ci sarebbe mancata la vita da Subsonica.

NINJA: E’ un album identitario perché ha tutti i marchi distintivi dei Subsonica, quelli per i quali molte persone ci seguono dal 1996. Però è calato in una forma espressiva nuova. Tutto questo è capitato perché abbiamo ritrovato la necessità e l’urgenza di fare musica abbinate al piacere di fare questo lavoro insieme. Dal primo giorno tutti e cinque siamo stati parte del processo creativo vivendo nella stessa stanza: il vantaggio è che la scintilla indivisuale viene trasformata in tempo reale nella scintilla del gruppo, diventa appartenente alla band. Il palco è per noi un luogo sacro, non ne possiamo fare a meno in ogni fase del nostro percorso: sul palco arriveremo ad aprile e sarà il momento più importante del ciclo, ci sarà tanta realtà aumentata, è una bella sfida ma ci sentiamo di affrontarla come una ulteriore evoluzione; ci sarà una importante componente visiva grazie a crew torinesi che abbiamo coinvolto.

VICIO: E' importante anche il luogo fisico dove stare insieme. In passato avevamo una casetta in provincia poi il meccanismo si è inceppato e ognuno lavorava a casa sua portando poi i contributi in studio da Max. Stavola mi sono preso la responsabilità pensando ai Marlene Kuntz che hanno realizzato il loro album a Piozzo, in provincia di Cuneo, complice il birrificio Baladin. Da gennaio ad aprile abbiamo trascorso una settimana ogni mese a lavorare lì ed è nato Realtà Aumentata. L’odore dello spirito di un luogo fornisce l’idea di quello che può succedere. Oggi c’è una possibilità immensa che escano dei giovani che non vengono considerati dal mainstream, noi stessi abbiamo influenze e ascolti che arrivano da differenti posti del mondo.

BOOSTA: Sono un titolista, fossi un giornalista, e comunque la tessera da pubblicista la ho, titolerei I Subsonica ci servono. Servono a noi perché sono talmente tanta parte della nostra vita che non possiamo farne a meno e servono alle persone che hanno bisogno di noi e per strada ci sorridono e talvolta ci offrono un caffé perché abbiamo segnato un momento della loro vita. E’ un privilegio che non tutti hanno e va trattato con rispetto. Non vediamo l’ora di tornare sul palco. A proposito di Sanremo ci siamo proposti come conduttori ma non ci hanno voluto: sappiamo benissimo che Sanremo è importante ma la musica si muove su più livelli, è comunque bello sapere che Amadeus ha ricevuto tantissimi brani: finché cè musica c’è speranza. Che pubblico troveremo ai concerti? Abbiamo un storia lunga e in primis vogliamo vedere come sarà recepito l’album, poi la vera fotografia del valore è nei live dove c’è un pubblico che vuole condividere e che non invecchia ma cresce con noi e si rinnova.


approfondimento

Subsonica, Pugno di sabbia anticipa il nuovo album e il tour nel 2024

Spettacolo: Per te