Eva Geist, anima de Il Quadro di Troisi: "È la bellezza che scuote le coscienze"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Marcello Rotondella

Si intitola La Commedia il nuovo progetto di Eva Geist e Donato Dozzy, cui si è aggiunto Pietro Micioni. È un viaggio nella nostra epoca, tra apprensioni e speranza. L'INTERVISTA

Il Quadro di Troisi, il progetto fondato da Eva Geist, all'anagrafe Andrea Noce, e dall'icona internazionale della techno Donato Dozzy, nasce dalla loro corrispondenza sul compianto attore e regista Massimo Troisi. A distanza di quattro anni dall'Ep eponimo esce La Commedia, il nuovo album per 42 Records. Il Quadro di Troisi, ora diventato un trio con l'aggiunta di Pietro Micioni, torna con un album in cui le esperienze vissute in questi anni, crisi globale, pandemia, cambiamenti personali, sono rielaborate in un lavoro dove la crisi diventa opportunità e il cambiamento si fa rinascita. Il progetto prova a indagare su quegli aspetti dell’umano che oscillano tra leggerezza e tragedia. Un po’ come nella commedia all’italiana di cinematografica memoria, dove le situazioni difficili diventano uno spunto per reagire e affrontarle, anche in chiave ironica.

Eva partiamo dalla storia de La Commedia, che ha avuto una gestazione lunga e ha dovuto confrontarsi con un mondo alla deriva e dalla cover con la sua simbologia floreale da pittura espressionista.
Lo abbiamo iniziato durante la pandemia, ancora prima del primo album e infatti alcuni brani sono nati addirittura durante la composizione del primo. Sono quattro anni che sono volati e pertanto La Commedia racconta l’emotività di questo periodo. La copertina ha un processo creativo appassionante, costellato di conversazioni. C’è la natura morta new romantic ma anche i colori bianco e nero che sono un richiamo del primo album; poi c’è il passaggio al colore che rappresenta di più chi siamo oggi.

Nel vostro album d’esordio del 2020 c’è una canzone, Beata, che è il manifesto, testuale e sonoro, del progetto. Qui c’è secondo te una canzone manifesto?
Sono tutte destinate a impegnare spazio. Comunque per me è I Buchi Neri perché c’è stata la scoperta, o meglio la prova provata visto che della loro esistenza si sapeva da tempo .Questa scoperta sconvolge la percezione fisica in maniera così profonda che ancora non ce ne siamo accorti completamente.

Per altro Il Quadro di Troisi era un album che necessitava di più ascolti, stavolta scavate ancora più in profondità e il cambiamento diventa un germoglio di rinascita: è un album destinato a smuovere la coscienza collettiva? Infatti ne La Notte invitate ad andare via da giudizi e immaturità.
Messa così mi sembra pretenzioso, è un piccolo contributo di poesia, gioia e consapevolezza. Mi auguro che porti bellezza nella vita degli ascoltatori: è la bellezza che scuote le coscienze.

Chi sono le persone insicure e sedotte che popolano La Notte?
Parlo di un femminile, di un tipo di donna minato nella sua auto-consapevolezza. Ma ci aggiungo che il femminile sta riscoprendo il suo potere che ha a che fare con la notte e il buio. Così si recupera forza.

Ne La Prima Volta al termine del viaggio “insieme quasi si fa giorno”: è l’inizio della rinascita?
Assolutamente sì. Contiene l’idea naif di amore che va rivisitata ma spero non crolli mai nel cuore delle persone, l’amor vero esiste nella vita degli individui.

“Tempo di viaggiare nel tempo”: se avessi la macchina del tempo dove vorresti andare?
Vorrei tornare al tempo degli egizi, non ho una dinastia preferita ma direi delle più antiche, e vedere io che facevo lì!

Cosa dobbiamo fare perché la verità sia davvero “come una benedizione, un suono nuovo”?
Fidarsi del suono. È questa la rivoluzione. I buchi neri come ci siamo detti sono una piccola frequenza: la scienza segue il suono come vibrazione e frequenza, è il termine di qualità di ogni cosa. Alziamo così il livello di coscienza.

L’Abitudine è una bellissima canzone d’amore: che storia ha “questo andare lontano restami vicino”?
La musica cantautoriale è autobiografica dunque c’è molto vissuto in quello che scrivo. La distrazione e il non voler vivere è sbagliato. Restare vicini, questo per me è l’amore, ma di solito ci distraiamo troppo e andiamo verso realtà altre.

Sei sicura che “si cresce con il sogno della libertà”? Quello che ci accade intorno sembra dire che resterà solo un sogno. Se non addirittura un miraggio.
Quello che ci accade intorno dobbiamo considerarlo di meno. C’è un reale scoraggiante ma ci sono possibilità in divenire. Cerchiamo una realtà nuova distante da quello che ci accade intorno, lì si trova la frequenza per creare una realtà e non arrendersi. Questo è il mio sogno di libertà.

Sei tu la fanciulla-strega de Lo Smeraldo sottozero? E che fanciulla è? Sciamanica, irreale, sensuale, identitaria…
Sono io e siamo tutte. È la bambina interiore che va accudita. Esiste sia nelle donne che negli uomini ma deve recuperare la sua natura totalmente selvaggia a partire dal contatto col corpo.

Ne Il Profeta parli di particelle devachane: il Devachan in sanscrito è il posto felice, una sorta di Limbo che accoglie le anime dopo la morte terrena. Lì non entra il dolore. È questa la missione finale del vostro progetto?
Penso che questa realtà sia sempre attiva nell’hic et nunc. La realtà è anche il mondo dei sogni dove attingiamo, ne parlava anche Steiner. È una dimensione invisibile non materica ma che convive con la nostra. Attingiamo da un mondo onirico e traduciamo, potrebbe essere l‘inconscio collettivo di Gustav Jung.

Che accadrà nelle prossime settimane?
Abbiamo già delle belle date, poche ma buone. Il live sarà una rivisitazione di quello che facevamo quattro anni fa con qualche aggiunta. Saremo in formazione a quattro. A livello concettuale lavoriamo già al nuovo disco e che poi ci mettiamo poi un po’ a pubblicarlo.

approfondimento

Miele: “Chiudo gli occhi perché voglio essere dentro la musica”

Spettacolo: Per te